La rinascita del cinema francese: … un “giallo” per tutti

La rinascita del cinema francese: … un “giallo” per tutti

MONDO – Il Cinema francese nel periodo post-covid. Una rinascita? Piuttosto una riscoperta, soprattutto riguardo i film gialli.  In particolare voglio parlarvi di  due trame che hanno catturato la mia attenzione.

Parto da questo titolo che trovo un po’ osé perché il cinema francese è vivo e vegeto da quando è venuto al mondo e non ha assolutamente la necessità di rinascere come la Fenice. Non molti anni fa un critico cinematografico, che scrive su quotidiani nazionali e riviste specializzate, Roy Menarini, disse che il cinema era in crisi tutto il mondo (valutando l’afflusso degli spettatori) meno che in due paesi: la Francia e la Cina, per motivi assolutamente diversi. La Francia ha una specie di legame col cinema paragonabile a un cordone ombelicale che non è mai stato tagliato. La Cina invece si trova in una nuova fase determinata soprattutto dalle nuove mega produzioni che una volta passavano esclusivamente attraverso Hollywood e le major ma che negli ultimi anni si sono tutte posizionate sul territorio cinese. La Cina in effetti produce film di grandi dimensioni spettacolari e anche con interpreti non necessariamente americani. Gli americani, comunque cercano investimenti cospicui proprio sul mercato cinese per produrre anche i loro film. (Questo vale un po’ anche per l’India, lo stato dove si producono centinaia di film all’anno). Torniamo un attimo al cinema francese. Durante il periodo duro del Covid (lock down) una tv italiana, esattamente Top Crime, mandò in onda due serie particolarmente interessanti: una ambientata in Inghilterra dedicata ad un personaggio di Agatha Christie sempre interpretata dall’attore teatrale David Suchet e l’altra di film gialli tutta di produzione francese ambientata nella provincia e non a Parigi o nelle grandi città. Di recente, dato che la serie era esaurita (hanno proposto complessivamente una ventina di titoli) sono partite le ultime produzioni di questa serie che sono state proposte in prima tv proprio in queste settimane (una a settimana).

Attraverso un film giallo si scopre la realtà della provincia francese

La particolarità di questa serie non è tanto legata alla tradizionale impostazione delle serie televisive, che sono impostate su argomenti che seguono un filone “a puntate” e si sviluppano attraverso vicende successive. Questi sono film veri e propri con una produzione indipendente e autonoma, ma l’aspetto interessante è che fanno conoscere attraverso delle storie “gialle” tutta la realtà sia sociale sia culturale sia politica della provincia francese. L’ambientazione è sempre in un luogo diverso quindi si va dal sud della Francia al nord, attraversando anche tutte le regioni del centro collegandosi poi anche a piccoli paesi o a città medio-grandi. Lo spettatore, a parte l’interesse per il giallo in quanto tale, in questo modo riesce a conoscere alcune realtà anche da un punto di vista turistico e ha la percezione di posti estremamente affascinanti di cui non conosceva l’esistenza. Questa impostazione risente chiaramente del grande “senso dello stato” che hanno i francesi nell’avvicinarsi a qualsiasi argomento. Indubbiamente è un loro grande punto di forza ma è anche un modo indiretto per promuovere con intelligenza il patrimonio artistico e culturale di cui la Francia dispone. La serie ha avuto e sta avendo un grande successo sia per la programmazione proposta durante il Covid, ma anche per quella attuale che consideriamo post Covid. Questo interesse per le produzioni televisive (ma che sono veri e propri film) della Francia va di pari passo con le proposte distribuite nelle sale.

Da “Maigret” a “La notte del 12”

Di recente ho potuto vedere due film molto interessanti tutti e due a poca distanza l’uno dall’altro però sempre all’interno del tema “giallo”. Il primo “Maigret” di Patrice Leconte è un omaggio del grande regista francese all’opera di Simenon. Non è il primo omaggio che Leconte fa al babbo di Maigret. Iniziò tanti anni fa mettendo sullo schermo uno dei più bei romanzi di Simenon: “Lo strano caso di Monsieur Hire” interpretato da Maurice Blanc e da Sandrine Bonnaire. Come storia d’amore e anche come noir un vero capolavoro. Ora Leconte dopo tanti anni affronta il personaggio Maigret. L’intuizione del regista è di scegliere una star del cinema francese come Gerard Depardieu, noto la maggior parte delle volte per le sue interpretazioni un po’ gigionesche e metterlo in scena facendolo apparire con una impostazione completamente diversa dal suo standard. Il Maigret di Depardieu è un personaggio quasi muto, parla pochissimo guarda e registra tutto come se fosse un enorme gattone. Quando una fan chiede a Maigret “ma lei commissario come si muove per le indagini?” Maigret la guarda e sentenzia “io ascolto”. Quindi un personaggio veramente eccezionale. Contemporaneamente è uscito in sala un altro film importante intitolato “La notte del 12” di Dominik Moll. Il film girato con un’impostazione veramente minimalista ma pieno di tensione e di suspence, come sanno fare i bravi registi che si occupano di queste cose, è la storia di un’indagine poliziesca in un paesino vicino a Grenoble in riferimento a una ragazza che viene attaccata col fuoco da un criminale e muore ustionata. Il film è basato su una particolareggiatissima indagine di polizia che di fatto risulta un fallimento. Gli inquirenti pur essendosi impegnati al massimo e avendo percorso tutte le strade possibili arrivano a un risultato che è uguale a zero. Allo spettatore dispiace che non si arrivi a un qualsiasi risultato ma purtroppo questa è una fotografia iper reale delle condizioni in cui molte volte la polizia, soprattutto in Francia, deve agire barcamenandosi tra mille tracce e mille possibilità. Il film per come è girato è assolutamente da vedere come del resto il Maigret di Leconte.

Tutte queste considerazioni che vi ho fatto mi portano a considerare che il cinema francese, soprattutto in questi ultimi anni (e stiamo parlando di una nicchia di mercato riferita esclusivamente al genere giallo) si sia sviluppato e proposto al pubblico creando una specie di sinergia ideale tra alcuni prodotti televisivi, che ribadisco sono veri e propri film e alcuni prodotti tipicamente cinematografici, che circolano nelle sale. Questo è indice di grande vitalità e intuizione tenendo conto di coinvolgere un pubblico che è molto affezionato al genere giallo.
E qui termino sul cinema francese. Le prossime volte affronteremo lo stesso genere secondo la scuola inglese e quella americana.
Cari lettori a presto!

Federico Grilli

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