NAPOLI – Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario è la straordinaria mostra ospitata al MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Soltanto fino al 13 febbraio 2023, ma ci si augura venga prorogata, la mostra sui Bizantini è un’occasione unica. L’ultima esposizione dedicata all’Impero romano d’Oriente risale a quarant’anni fa. Risulta quindi quanto mai necessario e opportuno tornare a riflettere su quel complesso mondo sopravvissuto per quasi 10 secoli al crollo della parte occidentale. La sua storia si intreccia con quella di Napoli, città bizantina per sei secoli.
Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario è la mostra inaugurata qualche giorno prima di Natale e durante le feste ha già registrato un numero elevatissimo di visite. Come sappiamo il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, raggiunge sempre grandi successi con le esposizioni realizzate. Infatti il Direttore del MANN Giulierini dichiara che “il 2022 si chiude con 450mila presenze e si raddoppia rispetto al 2021″. Sicuramente anche questa mostra sui Bizantini, che ho avuto il piacere di visitare in anteprima, sarà elemento catalizzatore di questo prestigioso museo. Infatti, già alla conferenza stampa d’inaugurazione si commentava sul tempo ristretto d’esposizione in quanto l’esposizione merita senz’altro una proroga oltre il 13 febbraio 2023 previsto. Infatti la ricchezza del corpus espositivo ha richiesto circa due anni di preparazione. Questo lo si può riscontrare in tutte le sezioni della mostra che sottolineano le connessioni che l’Impero bizantino creò tra mondo occidentale e orientale.
Il mito di Bisanzio
Lo scrittore inglese Robert Byron sosteneva che la grandezza di Bisanzio consisteva nella triplice fusione di un corpo romano, una mente greca, un’anima orientale e mistica. Come è noto la formazione dell’Impero romano d’Oriente avviene quando il barbaro Odoacre nel 476 riuscì a deporre l’ultimo imperatore d’Occidente, Romolo Augustolo.
Da quel momento il centro e il cuore politico, istituzionale e culturale dell’Impero Romano si sposta sul Bosforo a Costantinopoli, antica Byzantion, che nel 330 l’Imperatore Costantino celebra come Nuova Roma. Il greco diventa la lingua di riferimento per gli atti ufficiali e con l’adozione del Cristianesimo come religione di stato si crea di fatto il nucleo fondante dell’identità dell’Impero. L’Impero ebbe vita lunga fino al 1453 anno cruciale della disfatta e della capitolazione di fronte ai Turchi di Maometto II.
I reperti in mostra
Ciò che colpisce nella visita è l’estrema varietà degli oggetti in mostra: sculture, mosaici, affreschi, instrumentum domesticum, sigilli, monete, ceramiche, smalti, suppellettili d’argento, oreficerie ed elementi architettonici. Alcuni di questi sono visibili per la prima volta.
Parte del materiale si deve infatti al Ministero Ellenico della Cultura che ha messo a disposizione manufatti rinvenuti nel corso degli scavi per la realizzazione della metropolitana di Salonicco. Altri reperti, ritrovati negli scavi della linea 1 della metropolitana, sono stati concessi dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Napoli.
I temi
La ricchezza del materiale che i curatori hanno avuto a disposizione ha permesso loro di riflettere su diversi temi: dalla struttura del potere e dello Stato all’insediamento urbano e rurale, dagli scambi culturali alla religiosità, dalle arti alle espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa.
L’iter dei luoghi è ben rappresentato in mappe che raccontano l’espansione di questo impero millenario ed il suo insediamento in Campania attraverso i secoli.
400 le opere in esposizione, alcune provenienti dalle collezioni del MANN, altre da prestiti concessi da 57 dei principali musei e istituzioni che custodiscono in Italia e in Grecia materiali bizantini. Tra questi 33 istituti italiani, 22 musei greci isole incluse, i Musei Vaticani e la Fabbrica di San Pietro.
Il percorso espositivo
La narrazione delle caratteristiche della società bizantina avviene attraverso elementi diversi. Principalmente i reperti poi i contenuti multimediali con video che offrono la ricostruzione di Bisanzio nel momento più alto della sua storia. Vediamo quindi le principali tipologie edilizie del momento e i codici miniati, supporti antichi della scrittura. La grafica di sala con il colore giallo oro predominante guida il visitatore nella suggestiva scoperta del mondo bizantino.
Descrive mappe, illustra le linee del tempo, connota le gigantografie e spiega le riproduzioni di siti di culto ortodosso, interni di chiese, monasteri e mosaici. Le sculture e le monete delle collezioni dei Musei di Atene, Salonicco e MANN, offrono poi una vera e propria galleria dei ritratti degli imperatori da Teodosio a Giustiniano, da Basilio II a Giovanni II Comneno e altri ancora.
Gioielli e preziosi
In esposizione tanti manufatti di grandissimo pregio tra cui spiccano le corone nuziali in bronzo dal Museo Cristiano e Bizantino di Atene e, soprattutto, i preziosi gioielli simbolo di raffinatezza, eleganza e potere.
Diciassette gioielli aurei con gemme e pietre preziose intrecciati, costituiscono un magnifico esemplare di accessorio d’abbigliamento del IV secolo concesso dall’Eforato delle Antichità di Salonicco.
E ancora, anelli, orecchini con perle e granati, bracciali, collane con perle di vetro e ametiste, croci e fibule filigranate in oro. Manufatti che rappresentano eccezionali esempi della maestria orafa bizantina.
Napoli bizantina
Una sezione della mostra è dedicata al rapporto tra Napoli e Bisanzio. Una relazione che si sviluppa durante un lungo arco temporale che va dalla conquista di Napoli nel 536 ad opera delle armate dell’Impero Romano d’Oriente fino al 1137. E’ questo l’anno in cui, dopo la morte di Sergio VII, la città cede al normanno Ruggero II, re di Sicilia. Un momento storico particolare poiché di fatto la città godeva di una certa autonomia e autogoverno pur rimanendo soggetta al controllo di Bisanzio. Il Direttore del Museo Archeologico nazionale di Napoli Paolo Giulierini commenta con queste parole il legame con l’Oriente. Tale legame è testimoniato dai numerosi elementi in mostra, epigrafi, iscrizioni greco-cristiane, elementi architettonici, anfore
Esiste una Campania archeologica dopo la caduta di Roma e raccontare in una grande mostra i mille anni di questo impero è per il MANN una nuova tappa del percorso, partito dai Longobardi, verso una più completa identità del nostro stesso museo. Napoli bizantina è un tema cruciale e per molti sarà una sorpresa, alla scoperta di un intreccio di destini tra la città e l’impero lungo sei secoli, dopo la sottomissione a Roma, il tratto più lungo della sua storia. E anche quando il dominio bizantino di Napoli evaporò, questo legame con l’Impero non fu mai rinnegato e si trasformò in volano per tenere vivi i contatti con il Mediterraneo, la tensione verso altri mondi. Il MANN è quindi il luogo ideale in Italia per raccontare questa storia
L’esposizione è corredata anche da un catalogo scientifico, in uscita a gennaio 2023. Completano l’apparato editoriale una guida breve, una pubblicazione degli itinerari bizantini della Campania e una guida dedicata ai bambini.
Info mostra
La mostra sui Bizantini è a cura di Federico Marazzi. Il curatore è anche a capo di un équipe di studiosi italiani della civiltà bizantina. Il team è composto da Lucia Arcifa, Ermanno Arslan, Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Edoardo Crisci, Alessandra Guiglia, Marilena Maniaci, Rossana Martorelli, Andrea Paribeni ed Enrico Zanini. La mostra è coordinata da Laura Forte (Responsabile Ufficio Mostre al MANN) e organizzata da Villaggio Globale International. La Regione Campania in collaborazione con l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli sostiene il progetto. L’ allestimento è di Andrea Mandara e l’elaborazione grafica di Francesca Pavese.
INFO MOSTRA:
Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Piazza Museo 18/19 80135 Napoli
Periodo della mostra 21 dicembre 2022 – 13 febbraio 2023
Orari 9.00 – 19.30
giorno di chiusura settimanale: martedì
Il Museo è sempre aperto nei giorni festivi, 1 gennaio 2023 apertura straordinaria – ingresso gratuito
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