Women Talking: alla scoperta del film candidato a due premi Oscar

Women Talking: alla scoperta del film candidato a due premi Oscar

MONDO – L’8 marzo al cinema sarà il momento di Women Talking, il dramma osannato dalla critica diretto da Sarah Polley. Il film è candidato a due Premi Oscar come Miglior Film e Miglior Sceneggiatura non originale. Visto in anteprima per voi, ne parliamo qui.

In occasione della Festa della Donna l’8 marzo al cinema con Eagle Pictures arriverà il film Women Talking, il dramma osannato dalla critica diretto da Sarah Polley. Candidato a due Premi Oscar come Miglior Film e Miglior Sceneggiatura non originale, la pellicola è basato sul romanzo best-seller di Miriam Toews. L’abile regista porta sul grande schermo la storia di un gruppo di donne di una colonia religiosa che discutono di un segreto scioccante che riguarda gli uomini della comunità che per anni le hanno drogate e poi violentate. Quando la verità viene a galla, le donne discutono della loro drammatica condizione e dovranno decidere se restare e combattere o andare via.

Locandina film Women Talking
Locandina film Women Talking

Un cast d’eccezione dà voce a queste donne raccontate da Sarah Polley: Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Judith Ivey, Sheila McCarthy, Michelle McLeod, Kate Hallett, Liv McNeil, August Winter, Frances McDormand ed al loro fianco anche Ben Whishaw. Guarda ora il Trailer del film Women Talking.

La regista del film Women Talking ha rivelato: “Quando ho letto il libro di Miriam Toews sono stata assalita da domande e pensieri sul mondo in cui vivo, ho pensato a cose che non avevo mai considerato. Domande sul perdono, la fede, i sistemi di potere, e ancora traumi, guarigioni, colpevolezze, il ruolo della comunità e l’autodeterminazione. Ma la lettura ha lasciato in me anche una speranza sconcertante”.

Sarah Polley ha poi continuato: “Anche se la storia parla di una piccola comunità religiosa, ho sentito la necessità di tessere una grande tela. Una storia che avesse una portata epica e attraverso la quale riflettere l’enormità e l’universalità delle domande sollevate nel film. Volevo sentire in ogni fotogramma le infinite potenzialità e possibilità contenute in una conversazione sul come migliorare un mondo in frantumi”.

Jane Burden

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