The Fabelmans: l’autobiografia di Spielberg candidata agli Oscar

The Fabelmans: l’autobiografia di Spielberg candidata agli Oscar

OSCAR – Candidato a sette premi Oscar tra cui miglior film e miglior regia, “The Fabelmans” è l’ultimo film di Spielberg.

“The Fabelmans” di Spielberg è un film da Oscar ma ci arriveremo. Steven Spielberg, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, ha un’imponente carriera all’attivo dagli anni Settanta. È uno dei padri della fantascienza moderna, grazie alla saga di Jurassic Park e ai film che hanno cambiato la percezione degli alieni nell’immaginario comune, in particolare E.T. l’extraterrestre”. È anche l’autore di film emozionanti che sono diventati ormai dei classici del cinema: Schindler’s List”, “Salvate il soldato Ryan” e “The terminal solo per citarne alcuni.

The Fabelmans: un nuovo capolavoro

Dopo aver spaziato vari generi cinematografici, aver prodotto serie tv e dopo la vittoria di ben quattro premi Oscar su venti candidature, Spielberg ha deciso di scrivere la sua autobiografia nel modo in cui a lui riesce meglio: facendo un film.The Fabelmans” ci offre per la prima volta uno scorcio sulla vita privata di un cineasta che è sempre stato lontano dai tabloid e della cui gioventù di sapeva ben poco fino ad oggi. La vita di Spielberg ci viene mostrata attraverso il racconto dell’infanzia del giovane protagonista Sammy Fabelman, interpretato dal bravissimo Gabriel LaBelle.

Sammy si appassiona al cinema fin da bambino e cerca di riprodurre vecchi film tramite la cinepresa del padre (Paul Dano), diventando sempre più ingegnoso, alla ricerca di una pellicola che sembri sempre più realistica. La gioventù di Sammy non è semplice, tra i numerosi trasferimenti a causa del lavoro del padre e della crescente insoddisfazione di sua madre (Michelle Williams), una talentuosa pianista dalla quale ha ripreso lo spirito artistico.

Il passare degli anni nella trama non è sottolineato solo dal variare dei costumi e della tecnologia impiegata dal protagonista per fare i suoi film, ma anche dalle stesse tecniche registiche. Passiamo da uno stile di cinema classico, con inquadrature ampie che ci mostrano bene lo spazio delle scene, a una regia sempre più moderna, con primi piani degli attori alternati a riprese dall’aria geometrica.

L’autobiografia del grande regista

Dire che questo film rappresenta la magia che c’è dietro al mondo del cinema non è solo riduttivo ma anche sbagliato. Questo film è un’analisi autobiografica ma allo stesso tempo spietata di senso di dissociazione che può colpire un artista. Anche nei momenti più intimi della sua vita, il regista arriva a pensare a come quell’attimo renderebbe bene sullo schermo se filmato. Il personaggio dello zio di Spielberg serve da avviso al protagonista così come allo spettatore: l’arte può dare tanto, può essere il più grande amore della tua vita, ma non aspettarti di riuscire a far convivere un mondo fantasioso con la vita di tutti i giorni. Una visione forse un po’ cinica, ma il fatto che questa arrivi da uno dei più grandi maestri del cinema contemporaneo ci porta a prenderla in considerazione.

The Fabelmans: flop per il botteghino ma grande capolavoro

Il botteghino non è stato clemente con Spielberg, i ridotti incassi hanno fatto di questa pellicola il più grande flop del regista. Questo però va in contraddizione con il responso enormemente positivo della critica e la vittoria di due Golden Globe. Questo film che al momento del suo annuncio sembrava essere un’esaltazione egoistica di un imprenditore cinematografico è in realtà il più grande regalo che Spielberg potesse fare ai suoi fan: mostrarsi per la prima volta come uomo. Se siete curiosi di conoscere cosa si nasconde dietro a un grande genio del cinema non posso che consigliarvi di godervi la delicata introspezione di The Fabelmans.

Testo di Eva Forti

Autore MyWhere

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