MONDO – Non è facile organizzare un viaggio in autonomia in Kenya. Soprattutto se parliamo di un Safari. Io mi sono avvalso di un’agenzia viaggi specializzata e vi racconto come ho vissuto questi giorni attraversando il paradiso naturale del Kenya. Da visitare almeno una volta nella vita.
Molti scelgono di organizzare il viaggio in autonomia, mentre altri preferiscono affidarsi ad un’agenzia viaggi specializzata, come Il Viaggio Che Ti Manca, che organizza viaggi di gruppo e progetta itinerari su misura. Per il mio Viaggio in Kenya ed il Safari ho preferito farmi guidare e qui vi racconto come ho vissuto questi giorni attraversando il paradiso naturale del Kenya.
Ma, prima di partire ricorda di informarti sul Visto per poter accedere al paese.
Eccoci al via del Safari in Kenya
Siamo partiti da Watamu, piccolissimo paesino a una trentina di km da Malindi. Pulmino 9 posti con autista di 120kg, simpatico e chiacchierone, in un misto di inglese, Swahili e italiano (imparato probabilmente dai turisti..). Interessante la conformazione del pulmino, con il tetto che si alza e permette di stare in piedi per fare un safari fotografico.
Si comincia così il viaggio, qualche strada asfaltata, con ogni tanto dei dossi rallentatori alti 30-40 cm, pericolosissimi, segnalati per fortuna da un masso sui due lati della strada… poi dopo un po di km solo strade sterrate.
Paesaggi fantastici, bellissimi i bambini e il loro sorrisi al nostro passaggio.
Fantastica la sosta in “autogrill”, pieno di prodotti di artigianato locale e, attrazione fatale per un paio di coccodrilli che riposano sul retro, sulla riva del fiume. Il primo pensiero “ma allora è proprio come nei documentari visti in tv”! Si, ma molto più coinvolgente, qui è tutto reale.
Procediamo verso Tsavo Est ed ecco il primo incontro con un gruppo di leoni, giovani e adulti insieme, in movimento, lentamente, ciondolando con eleganza. Stiamo entrando nel parco, comincia la visione di elefanti, zebre, antilopi, facoceri, giraffe, babbuini. Bellissimi da vedere liberi, nel loro ambiente, in un profondo silenzio. Noi spegniamo il motore ogni volta che incrociamo gli animali, ed il silenzio così è rotto solo dai rumori della savana.
Giornata intensa e finalmente arriviamo al nostro Lodge al centro del parco, con una bellissima terrazza in legno proprio di fronte ad un laghetto che al tramonto funge da abbeverata per branchi di gnu ed elefanti di passaggio.
Unica attenzione: pieno di scimmiette piccoline che cercano di infilarsi in camera bussando alle nostre finestre in cerca di cibo (o di qualcosa che luccica..). Poi tutti a nanna .
Colazione presto, decisamente varia, spaziando da cibi esotici e locali alla tradizionale colazione inglese (in fondo il Kenya è stato sotto il controllo inglese fino al 1963) e ripartiamo per l’area nord del parco. Anche qui panorami mozzafiato, colori che cambiano con il passare delle ore nella giornata e infinità di animali tranquilli al pascolo. Indimenticabile l’albero “mopane”, presente in tutti i film sull’Africa subsahariana, fonte di alimento per moltissimi erbivori e usato come legname dalle popolazioni locali.
La giornata volge al termine e ci avviamo al rientro, sempre su strade polveroso, rosse, come rossi sono gli elefanti dopo che si sono rotolati nel terreno. Persino le zebre hanno le righe bianche colorate di rosso. Arriviamo a casa a notte fonda, salutiamo il nostro autista “Jambo Bwana, habari gani?” (ciao signore, come va?), ci risponde “nzuri sana, akuna matata” (tutto bene, nessun problema).
Conclusione: esiste il mal d’Africa?
Si, soprattutto dopo aver visitato questi luoghi e fatto un Safari in Kenya!
Tutte le foto MyWhere©