Flaminia film di Michela Giraud, perché non convince

Flaminia film di Michela Giraud, perché non convince

ITALIA – Flaminia film di e con  Michela Giraud. Da stand-up comedian a regista, sceneggiatrice e attrice. Che abbia azzardato troppo? Vi racconto la mia impressione.

Flaminia film di Michela Giraud, una produzione Eagle Original Content e Pepito Produzioni in collaborazione con Vision Distribution e con Prime Video. Uscito al cinema l’11 aprile 2024.

Flaminia (Michela Giraud)

Sono andata a vederlo. Ho invitato un’amica e le ho detto di guardare prima il trailer per capire se le potesse piacere. La sua risposta è stata “sembra divertente, andiamo!”

Non sono entrata al cinema con grandi aspettative, ma piuttosto con curiosità.

In sala eravamo solo in sei persone e tutte donne. Non avevo letto alcuna recensione.

Scopro Michela Giraud nella prima edizione di LOL – Chi ride è fuori, un programma televisivo italiano di genere game show, distribuito da Prime Video e condotto da Fedez. Non mi aveva particolarmente colpita, forse perché in quell’edizione c’erano dei comici più popolari. In ogni caso, col tempo ho avuto modo di apprezzare la sua vena ironica.

Flaminia, come tutte le opere prime, è una scommessa.

Michela Giraud si è accaparrata tre ruoli fondamentali: la sceneggiatura, la regia e l’interpretazione del personaggio protagonista. Una scelta coraggiosa come molti le dicono, ma dal mio punto di vista, invece, direi piuttosto incosciente.

Quanta preparazione e studio ci sono dietro a questo film? Mi dispiace dirlo, perché risulterò tranchante, ma Flaminia è  un film “creato” frettolosamente e non intendo in termini di tempo, ma in termini di forma e soprattutto di contenuto.

Ma parliamo della trama di Flaminia

Flaminia (Michela Giraud) è figlia di un chirurgo estetico (Antonello Fassari) e di una donna arrampicatrice sociale (Lucrezia Lante della Rovere). Una famiglia altolocata della Roma Nord.

Flaminia non rappresenta il modello della ragazza magra e bellissima, come lo sono, invece, le tre perfide “amiche”: Vittoria (Catherine Bertoni de Laet), Costanza (Ludovica Bizzaglia) e Diletta (Francesca Valtorta). Flaminia è spinta dalla madre a sposare  Alberto (Edoardo Purgatori) giovane rampollo, dedito al tradimento e alla cocaina, figlio di un diplomatico (Andrea Purgatori) e di una madre snob che non approva il matrimonio (Nina Soldano).

Michela Giraud, Andrea Purgatori, Lucrezia Lante della Rovere, Antonello Fassari, Nina Soldano

La coprotagonista è Ludovica (Rita Abela) sorella maggiore di Flaminia da parte del padre. Ludovica è affetta da una neuro divergenza, soffre di disturbi dello spettro autistico. Ludovica piomba improvvisamente a casa della famiglia, perché allontanata momentaneamente dalla Comunità in cui vive.

La presenza dell’ingombrante sorella, porta subbuglio nella vita di Flaminia facendole capire che le cose non sono sempre come sembrano.

Ludovica la sorella di Flaminia (Rita Abela)

Flaminia film di genere commedia drammatica, senza un giusto equilibrio.

Spingere sulla voce fuori campo, sulle battute comiche, sugli stereotipi dell’alta società della Roma Nord, hanno reso tutta la prima parte del film, una commedia con una comicità forzata. Le primissime scene fanno sorridere, poi, la comicità  diventa artefatta e a tratti “noiosa”.

Si passa dalla commedia al drammatico in modo troppo repentino. La  verve comica di Giraud è  preponderante sulla sua parte drammatica e questo  la rende poco credibile. Tranne in una scena, quella in cui  Flaminia incontra un suo vecchio amore,  ho visto una Giraud intensa e mi ha stupito. Mentre La drammaticità di Rita Abela, Ludovica nel film, è troppo teatrale e non convince, sembra “recitata”, più che interpretata.

Mancanza di spontaneità troppo ricorrente

I personaggi minori, sono quasi delle comparse, sono interpretati da attori e attrici con maggiore esperienza della protagonista ma, purtroppo, i loro caratteri sono stereotipati e non lasciano il segno.

Il dramma dello spettro autistico forse doveva essere trattato diversamente?

Michela Giraud ha una sorella maggiore che soffre di questo disturbo e ha voluto raccontare l’autismo con questo film. Un tema molto serio e di cui è giusto parlarne per sensibilizzare le persone, ma purtroppo, la sceneggiatura non si è rivelata all’altezza.

La comicità non riesce a comunicare, perché “costruita” e a volte eccessiva, (vedasi i personaggi caricaturali) e la parte emotiva si manifesta con delle scene prevedibili e a tratti banali. L’evoluzione dei personaggi è repentina e ancora prima che accada sai che succederà. Putroppo manca originalità.

Un film che sai già come va a finire

In Flaminia mancano l’attesa e la curiosità. La scelta di sceneggiare un film che denunci le difficoltà  delle persone autistiche e dei familiari è certamente degna di rispetto, ma l’inesperienza di Michela Giraud ha giocato a suo sfavore.

Probabilmente una narrazione drammatica e una giusta dose di ironia avrebbero creato più empatia tra i personaggi e il pubblico. Inoltre, l’ambientazione e i personaggi stereotipati non hanno di certo contribuito allo sviluppo della storia in modo credibile ed efficace.

Tuttavia, se la prima opera  non è un successo si può sempre tentare con una seconda.

Ecco perché Flaminia non mi ha convinto. 

Buona visione!

VOTO: 5

 

foto da web

Anita Orso

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