Quindici anni di Fantascienza a Trieste

Trieste Science + Fiction. 15° Festival Internazionale della Fantascienza dal 3 al 8 novembre 2015: Quindici anni di Fantascienza a Trieste

 Nel 2009 il centro ricerche e sperimentazioni cinematografiche e audiovisive di Trieste, meglio noto come La Cappella Underground, ha festeggiato i suoi quarant’anni di esistenza e di incessante promozione di ogni forma d’arte avanguardista italiana, compresa la settima, quella cinematografica, mediante cineclub, sperimentazioni visive, rassegne e incontri con personalità del settore. Nel 1968 l’ex cappella sconsacrata di Santa Rita, è divenuta, grazie alla volontà di un gruppo di appassionati studiosi – Piero e Annamaria Percavassi, Sergio Gersinich, Pierpaolo Venier – a cui si aggiunsero in un secondo momento anche altri promotori della cultura “sotterranea” di ascendenza europea e americana, sancta sanctorum magico e veicolo delle forme variegate di un’arte nascosta e affascinante. Lo spazio seminterrato della cappella – da qui il nome underground – è, come sostenuto da Giuseppe Lippi, curatore della rivista Urania, una visione politica culturale alternativa. Realtà in cui il rito religioso si trasforma nel vitalismo dinamico di un luogo performativo, espositivo e adibito all’incontro, allo scambio e alla divulgazione di un’idea, spesso seminale, di avanguardia italiana e non solo. La Cappella Underground era all’inizio solamente una galleria d’arte e un centro di ricerca scientifica sul contemporaneo, ma gradualmente, complice l’apertura dei suoi membri a tutto ciò che rientra nel concetto di creazione artistica, è divenuto un punto di riferimento alternativo anche in ambito prettamente cinematografico, donando alla suggestiva e dotta città dei caffè e del Porto Vecchio, un centro culturale (e, potremmo dire anche cultuale) legato al cinema d’essai. Trieste, città protesa tra due culture, quella mediterranea e quella mitteleuropea, è sempre stata città di confine e crocevia di mondi diversi, nonché location privilegiata di set cinematografici fin dal 1896, anno in cui si realizzarono le prime “fotografie animate” e poi, dal 1905 promotrice di cultura cinefila dopo l’apertura, dieci anni dopo l’invenzione del cinematografo, del Cinema americano, la prima sala cittadina. Oggi Trieste e i suoi dintorni “carsolini e istriani” sono dotati di numerose sale cinematografiche legate al circuito del mainstream, ma è da quando l’associazione Cappella Underground ha deciso di aprirsi al microcosmo della cultura d’élite, che la capitale del Friuli Venezia Giulia è diventata un attivo centro di diffusione del cinema alternativo. Il preambolo serve a far conoscere ai nostri lettori il contesto storico-culturale da cui nasce uno degli eventi più importanti e rappresentativi nel panorama del cinema di genere, in particolare della fantascienza e del fantastico, il Trieste Science + Fiction giunto orami alla sua quindicesima edizione, grazie all’opera di promozione della Cappella “delle arti”. La fantascienza, secondo gli “iniziati” della Cappella Underground era ed è tuttora sinonimo di libertà, di un mondo composito in cui la distopia può sposare quel futuro prossimo o alternativo raccontato da un maestro come Kurt Vonnegut o filmato dall’occhio fieramente anarchico e anticonformista di Terry Gilliam. Mattatoio numero 5 o Brazil sono solo due dei molteplici esempi attraverso cui la sci-fi internazionale ha guardato alle miserie terrene trasformandole in spettacolare e totalizzante visione politica e sociale, storicizzata e insieme ucronica, epica e di largo respiro, nonché exemplum di critica e denuncia sociale. Non è un caso se il film di chiusura di questa quindicesima edizione del Festival sarà quel meraviglioso affresco futurista di The Zero Theorem, vincitore del Premio Urania nel 2006 con un attore d’eccezione come Christoph Waltz. A partire dagli anni Settanta la fucina artistica della Cappella aveva iniziato a collaborare col Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste, attivo dal 1963 al 1982, ed è nei primi anni duemila che, dopo un lungo lavoro di recupero e archiviazione della vecchia manifestazione triestina che l’associazione ha riportato in auge la fantascienza non solo come genere filmico, ma anche come tradizione di costume sociale e politico, come visione alternativa della realtà contemporanea, attraverso la promozione di pellicole inedite, di anteprime internazionali e film di nicchia. Nasce così Science Plus Fiction, divenuto nel 2011 Trieste Science + Fiction. L’edizione 2015 che si svolgerà dal 3 all’8 novembre nel quartier generale della Casa del cinema tra le location privilegiate della Sala Tripcovich, del Teatro Miela e nella sala d’essai del Cinema Ariston, si presenta ricca di novità e di imperdibili eventi. Primo fra tutti sarà il concerto celebrativo dei Goblin che omaggeranno il quarantennale del capolavoro di Dario Argento Profondo rosso con la risonorizzazione dal vivo della leggendaria colonna sonora. In occasione della consegna del Premio Méliès d’or, l’Oscar del cinema fantastico della European Fantastic Film Festivals Federation (EFFFF) i Goblin eseguiranno dal vivo la soundtrack che li ha resi famosi nel mondo e che ha accentuato, nella pietra miliare del giallo italiano, le sfumature ipnotiche e maudit tipiche del cinema sanguinario del maestro. Meta europea del cinema fantastico per sei giorni di fila, Trieste ospiterà la convention annuale della EFFFF e la 19°Golden Méliès Ceremony in programma il 6 novembre, stessa data del concerto di Claudio Simonetti e dei suoi Goblin. In continua evoluzione fin dal 2000, anno in cui, raccolta l’eredità del vecchio Festival della fantascienza, si avviava a vita autonoma diventando Science Plus Fiction, l’istituzione per tutti gli amanti del cinema d’evasione fantastica, horror e sci-fi ha allargato sempre di più i propri orizzonti fino a comprendere, oltre alle consuete anteprime italiane e mondiali, cortometraggi, incontri a tema, tavole rotonde, conferenze sul mondo videoludico, eventi teatrali e tanto altro, diventando sempre di più il punto di riferimento principale per neofiti ed esperti in materia. La Fantascienza, dunque, diventa laboratorio attivo di sperimentazione visiva, sonora e iconografica, rispondendo a quel criterio libertario e mutevole auspicato sul finire degli anni Sessanta dalla “congrega illuminata” de La Cappella Underground.

s+f 2009
s+f 2009

Gente di cinema e letteratura come Arthur Clarke, Roger Corman, Riccardo Freda e Umberto Eco sono stati tra i nomi più illustri passati attraverso il Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste. Nel 2002, divenuto ormai Science Plus Fiction, con la collaborazione della rivista Urania ha istituito il Premio alla carriera Urania d’Argento che quest’anno va a Bruce Sterling, sperimentatore ardito della fantascienza letteraria, scrittore che ha saputo contaminare il filone tematico del cyberpunk con quello futuribile di un futuro prossimo venturo e di un presente assuefatto dalle sempre più pervasive (e persuasive) innovazioni tecnologiche. La serie tv Black Mirror sembra aver tratto più di un’influenza dall’opera profetica del narratore. Il Premio Asteroide, storico riconoscimento del vecchio festival restaurato dal Trieste Science + Fiction, sarà assegnato dallo scrittore americano Joe R. Lansdale, presidente della Giuria Internazionale e instancabile storyteller con all’attivo oltre venti romanzi e innumerevoli racconti. Il Premio Méliès d’argento andrà invece al miglior lungometraggio e al miglior cortometraggio fantastico. Scopriamo ora i titoli più rappresentativi e quelli più attesi della rassegna, partendo naturalmente da Andron – The Black Labyrinth, che sarà presentato in anteprima mondiale domenica 8 ottobre. Il film, in concorso per il Méliès d’argent, si avvale di un cast stellare che comprende Alec Baldwin, Danny Glover, Michelle Ryan e l’icona del pop-rock Skin. Il regista Francesco Cinquemani racconta un survival-movie all’interno di un labirinto misterioso in cui i malcapitati si trovano imprigionati senza sapere perché. Per sfuggire alla trappola, un po’ alla maniera di The Cube, dovranno affidarsi al proprio istinto e alla propria strategia tattica. Adam, custode del labirinto è il demiurgo da cui dipendono le vite di coloro che sono là rinchiusi. La pellicola di apertura è un tuffo nel passato letterario e cinematografico e risponde al nome di Frankenstein, riletto dal regista Bernard Rose come un mito contemporaneo ambientato nella odierna Los Angeles in cui si aggira il mostro (Xavier Samuel) creato dagli scienziati Danny Houston e da sua moglie Carrie-Anne Moss. Il film è raccontato dalla sola prospettiva di un freak a piede libero in un mondo sconosciuto. Chiude la rassegna The Zero Theorem di Terry Gilliam con Christoph Waltz, figlio legittimo delle sue migliori parabole distopiche – Brazil, L’Esercito delle 12 scimmie. Tra le tante opere che concorreranno ai premi istituiti vanno segnalati titoli fuori concorso d’eccezione come Dark Star HR Giger’s World di Belinda Sallin, It Follows, l’horror più celebrato dell’anno in cui una donna è in lotta con i fantasmi che la perseguitano dopo un misterioso incontro sessuale e il quarto capitolo della saga [REC]: Apocalypse.

day 9 monster 189.CR2
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In anteprima italiana spiccano: Jackrabbit, esordio di Carleton Ranney che immagina un’epoca in cui al posto degli ultimi ritrovati della tecnologia odierna, l’uomo ha a che fare con macchinari vetusti; Turbo Kid di Anouk Whissell, François Simard e Yoann-Carl Whissell, distopia apocalittica ambientata in una terra devastata da un perenne clima glaciale  e attraversata da un giovane girovago che raccoglie vecchie cianfrusaglie e oggetti anni ottanta; Summer Camp di Alberto Marini, storia di quattro giovani americani che, in cerca di svago in un campo estivo, dovranno fronteggiare una pericolosa epidemia; Idyll di Tomaž Gorkič, cronaca di un servizio fotografico trasformatosi in lotta tra la vita e la morte; Crumbs di Miguel Llansò, primo film girato e prodotto in Etiopia che mescola in un mix avvincente satira, surrealismo e avventura. Nel novero delle pellicole di prossima distribuzione è da segnalare l’opera prima di Benni Diez Stung, il tecnico degli effetti speciali di Melancholia, Goodnight, Mommy, Dio esiste e vive a Bruxelles, premiato al Sitges Festival col Méliès d’argent e The Whispering Star di Sion sono. Tornerà anche quest’anno la sezione Spazio Italia, dedicata ai migliori lungometraggi, documentari e cortometraggi made in Italy, vetrina prestigiosa e punto di riferimento per gli autori tricolori del fantastico e il Festival sarà animato inoltre da una serie di eventi come la mostra Play it Again, dedicata alle rappresentazioni di un intero immaginario che va dalla cultura videoludica alle illustrazioni fantascientifiche di disegnatori e artisti italiani. Gli Incontri di futurologia in programma dal 4 all’8 novembre e che quest’anno riguarderanno il prossimo futuro di robot e droni, le odissee nello spazio alla ricerca di acqua e forme di vita, epidemie planetarie, buchi neri e misteri galattici, saranno l’occasione per approfondire importanti temi tra realtà e fiction. Noi di Mywhere vi racconteremo il Trieste Science  + Fiction attraverso i suoi molteplici linguaggi e i suoi innumerevoli appuntamenti. Dal cinema alla letteratura, dall’universo videoludico alla musica. Un viaggio appassionante “là dove nessuno è mai giunto prima”.

Vincenzo Palermo

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