Il ritorno di Silvio Laviano con la favola triste di Salvatore

ROMA – In scena al Teatro Brancaccino, dal 2 al 5 Febbraio, SALVATORE – favola triste per voce sola, di e con Silvio Laviano. Prodotto da Golden Show Trieste, Tinaos e M.P., in collaborazione con Festival Benevento Città Spettacolo 2012 e Teatri in CittàFestival di Teatro Contemporaneo, lo spettacolo è diretto da Tommaso Tuzzoli, regista che accompagna da tempo il lavoro dell’attore siciliano. Fondamentale anche il ruolo dell’attrice Sabrina Jorio, trainer curatrice delle improvvisazioni emotive all’interno della pièce.

Una favola fatta di profumi, di colori e di respiri. Una discesa leggera verso il cratere centrale dell’Etna, attraverso una contaminazione di lingue, linguaggi e ritmo. Questo e molto altro è SALVATORE – favola triste per voce sola, spettacolo di e con Silvio Laviano (clicca per vedere il trailer), attore e regista catanese con all’attivo una lunghissima carriera in teatro, cinema e televisione.

Materia in scena è il racconto particolare dei primi trent’anni di vita di un bambino nato settimino, che diventa sguardo ampio sulla cornice di una provincia siciliana, quella di Catania, che cambia insieme al protagonista.

Storia di un viaggio il cui punto di partenza è un grembo materno e cui il punto d’arrivo un non luogo, dove convivono la follia, il ricordo e la febbre.

Gli strumenti della narrazione, divisa in cinque quadri, non sono unicamente il “cunto” e il canto della “voce sola”, ma anche la fisicità espressiva e scattante dei gesti che prorompono attraverso il corpo dell’attore, pronto a farsi mezzo di un magma di emozioni, di voci e di altrettanti corpi diversi che lo abitano. Questo perché Salvatore è uno, ma racconta la propria vita attraverso ventidue personaggi.

Frammenti di memoria si ricompongono dispiegandosi insieme al periplo di un mondo fatto di tradizioni religiose, sacri riti profani, senso della famiglia, degli amici e degli amori, che una nuova “civiltà” dei consumi, nata ricca di nuovi idoli e priva di ogni passato, sta mettendo in discussione. A fronte dell’avanzare della nuova civiltà unipolare, vengono meno le varie realtà particolari e i vari modi di essere uomini”, azzerando ciò che “l’Italia ha prodotto in modo storicamente differenziato”. Lucide e attuali, dunque le suggestioni tematiche che in abito candido, perlato di sudore, ci lancia il Salvatore di Laviano nuotando nei toni scuri della pietra lavica della sua Sicilia.

A diversificare i binari di ragione e sentimento contribuisce il tessuto linguistico, che fonde una narrazione in Italiano inframezzata da spazi lirici vernacolari pregni della forza autentica dell’aria operistica.

“Per me è stato importante utilizzare il siciliano: non penso in dialetto, ma faccio l’amore in dialetto, mangio in dialetto, tutto il mondo emotivo nella mia testa è in dialetto”, ha spiegato Laviano in una recente intervista. I due linguaggi si fondono con un procedere “in avanti”, con una punteggiatura fatta di respiri, di interpunzioni, fino alla piena coscienza, nel quadro finale, della propria rivoluzione umana.

Fra gli intenti di questo spettacolo nato nel 2008 e portato in scena dal 2011, è quello di riaprire le porte del passato per seppellire le paure, per sorridere delle lacrime versate, per tramutare le assenze in presenze e raccontare il tutto con quella gioia infantile di chi guarda davvero al tempo andato, senza mai smettere di correre verso il futuro, consapevole di se stesso e della propria origine.

Dopo alcuni anni di assenza dalle scene romane, questo ritorno di Silvio Laviano rappresenta un debutto indubbiamente importante.

SALVATORE – favola triste per voce sola scaturisce dalla ricerca espressiva propria di un teatro contemporaneo che già da alcuni anni sta tentando un rinnovamento dell’espressività sul palcoscenico. “Sto lavorando molto sullo svecchiamento di quello che è un po’ il linguaggio teatrale che in Sicilia e nel Sud Italia ha ammazzato tanti giovani”, spiega infatti Laviano.

Per ragioni simili l’autore-attore ha dato vita, nel 2013, al Progetto S.E.T.A. (Studio Emotivo Teatro Azione), che in Sicilia si occupa appunto di formazione nel teatro contemporaneo, e contestualmente insegna prosa alla AIDM (Accademia Internazionale del Musical) di Catania.

Lo spettacolo di e con Laviano, è in scena al Teatro Brancaccino dal 2 al 5 Febbraio. Prodotto da Golden Show Trieste, Tinaos e M.P., in collaborazione con Festival Benevento Città Spettacolo 2012 e Teatri in CittàFestival di Teatro Contemporaneo, Salvatore è diretto da Tommaso Tuzzoli, regista che accompagna da tempo il lavoro dell’attore siciliano. Fondamentale anche il ruolo della collega Sabrina Jorio, che si occupa del training emotivo e delle improvvisazioni all’interno della pièce. “Siamo un gruppo, lavoriamo da dieci anni insieme. Si decide tutto insieme. Credo che questo sia il futuro del teatro: creare dei gruppi che lavorano bene insieme”, conclude Laviano.

Il nostro consiglio è dunque di non perdere questo lavoro, la cui potenza risiede probabilmente, più che nell’ordinarietà della storia particolare che racconta, in un metalinguaggio capace di rappresentare la dialettica tra crisi e urgenza di vivere che ritroviamo in Salvatore, figlio del canto arcaico delle prefiche siciliane e dello stesso teatro greco.

Golden Show Trieste in collaborazione con Tinaos e M.P. Produzioni

SALVATORE – favola triste per voce sola

di e con Silvio Laviano

regia Tommaso Tuzzoli

trainer Sabrina Jorio

suono Federico Dal Pozzo

foto / progetto grafico Officina Fotografica

video Teresa Terranova

produzione in collaborazione con Festival Benevento Città Spettacolo 2012, Teatri in CittàFestival di Teatro contemporaneo

Dal 2 al 5 Febbraio 2017

Giovedì-Sabato: ore 20.00; Domenica: ore 18.00

Teatro Brancaccino, Via Mecenate 2 – Roma

Orario botteghini: Martedì – Sabato ore 10:00-19:00; Domenica ore 10:00-18:00

Info & Prenotazioni: 06 – 80687231 / 393 – 0970018

Sito web: www.teatrobrancaccio.it

Stefano Maria Pantano

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