Il deserto è una malattia curabile

Il deserto è una malattia curabile

Il mal del deserto è una “piacevole malattia” simile al mal d’Africa: si contrae dopo la prima volta che i tuoi passi hanno solcato il deserto e il tuo sguardo si é perso nell’orizzonte. Questa patologia non la si avverte immediatamente, ma ha un periodo di incubazione. Si manifesta con una terribile nostalgia che di prepotenza, si incunea nei pensieri allorquando, d’inverno, avvolti dalle nebbie, non vediamo più in là del nostro naso. In quel preciso momento, come per incanto, veniamo “avvolti” da un miraggio: siamo nel deserto, dove l’occhio spazia in quell’infinito che non finisce mai. A coloro che non ci sono mai stati e considerano il deserto monotono e sempre uguale, consigliamo l’antidoto per ricredersi.

Dovrebbero recarsi nel deserto occidentale egiziano, o “Deserto libico”, Vi si trovano ampie oasi, ricche di palme e di vegetazione mediterranea. Qui si estende il Deserto Bianco, dove la geologia dà spettacolo, l’unico al mondo dove la sabbia sembra neve e surreali tenere rocce calcaree accecanti modellate dal vento in forme bizzarre emergono dal suolo. Alle spalle serpeggia Abu Muharek, un’unica duna lunga oltre 500 km , una muraglia contigua di sabbia con pochissimi punti di attraversamento. Migliaia di anni fa quando il Sahara era verde questa zona era una savana con una ricca fauna selvatica. Si tratta di uno dei deserti più estesi e meno frequentato di tutto il Sahara, battuto dal violento vento khamasin e dalle sue micidiali tempeste di sabbia, evitato anche dalle carovane per la cronica penuria di acqua

La totale aridità non consente la vita nemmeno ai nomadi con la loro misera economia di sussistenza, non ci sono più piste né wadi anche temporanei e anche l’antica rete idrografica qui risulta ormai cancellata dall’erosione. Un mondo quindi solo minerale, dove si può camminare per settimane e mesi non soltanto senza incontrare anima viva, ma neppure le tracce di pneumatici di visite precedenti, eppure in grado di offrire a quanti vi si avventurano rilevanti curiosità come il sito di Abu Ballas, un deposito di 3-400 giare e anfore utilizzate in tempi diversi forse come deposito idrico per spedizioni o carovaniere, vecchie di 4 mila anni le giare e di 2 secoli le anfore, oppure il Silica glass, ciottoli di vetro puro verdastro disseminati su un’area di 80 x 40 km, prodotti probabilmente dalla fusione del quarzo sabbioso dovuto al forte calore prodotto dall’impatto di un meteorite 28 milioni di anni fa.

Uno dei luoghi più belli e interessanti del deserto occidentale egiziano è sicuramente costituito dal Gilf el Kebir, un massiccio montuoso di arenaria lungo 100 km e largo 80, alto 1.000 m, situato nell’estremo sud non lontano dai confini con Libia e Sudan alla fine del Gran Mare di Sabbia. Inclinato verso oriente, presenta sulla sommità un pianoro ricoperto da dune, con il fianco occidentale formato da una falesia precipite alta 300 m e i lati sud ed est solcati da valli sinuose che si insinuano profondamente e presentano vegetazione. Scoperto soltanto nel 1909, venne esplorato parzialmente negli anni 20-30, ma restano ancora aree sconosciute. L’intensa presenza di reperti litici e di pitture e incisioni rupestri denota una intensa frequentazione umana in epoca preistorica 5-10 mila anni fa, forse protrattasi anche in epoca storica grazie alla maggior piovosità e alla vegetazione.

A riprova di quanto questo massiccio possa nascondere ancora tesori sconosciuti, sta il fatto che nel 2002 due turisti torinesi vi hanno scoperto, a breve distanza dalla Caverna dei Nuotatori, un’altra cavità con centinaia di immagini dipinte che ritraggono figure umane, animali mitologici, cerimonie rituali con bovidi dalla testa mozzata, cacce a giraffe, struzzi e gazzelle, calchi rossi di mani in negativo e danze propiziatorie risalenti ad 8 mila anni fa. Un film che arriva dal passato, con interpreti che sembrano uscire dalle pareti, un vero capolavoro dell’arte rupestre sahariana definito dagli studiosi la Cappella Sistina della preistoria.

Informazioni:

“I Viaggi di Maurizio Levi”
tel. 02 34 93 45 28

Lamberto Selleri

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