In viaggio con Patogiramondo: alla scoperta di una vita semplice

In viaggio con Patogiramondo: alla scoperta di una vita semplice

MONDO – Ci sono momenti nella vita in cui comprendi che viaggiare è una necessità e un desiderio dell’anima e Matteo Piva, Patogiramondo, è qui per accompagnarci in un’intervista curiosa ed entusiasmante. Ci racconterà alcune delle sue avventure, dagli incontri più bizzarri ai numerosi e preziosi insegnamenti di vita che solo il viaggio può dare.

Patogiramondo è nativo della Val di Zoldo, in provincia di Belluno, nelle meravigliose Dolomiti e intorno ai vent’anni ha deciso di iniziare ad esplorare il mondo, partendo dall’Europa. Coraggio e intraprendenza lo contraddistinguono, e anche molta voglia di lanciarsi con entusiasmo nel conoscere ciò che lo circonda. Viaggiare insegna molto e ti mette di fronte al vivere semplice ed essenziale.

Ha scritto il libro “Alla ricerca dell’alba. Dalle Dolomiti e Barcellona camminando”, un diario di un lungo viaggio a piedi in compagnia del fedele carretto Gionni. Un libro ricco di particolari che ti permettono di viaggiare stando a casa, come accade con i libri più appassionanti. Ma ora vi lasciamo ai racconti di Pato, buona lettura e buon viaggio!

“Quando la voglia di ottenere qualcosa è tanto forte, non c’è paura che tenga. La paura è solo una creazione della mente. Quando noi diamo significato a qualcosa che ci incute timore, stiamo dando significato a qualcosa di astratto, qualcosa che non esiste.” Matteo Piva – Alla ricerca dell’alba. Dalle Dolomiti e Barcellona camminando

VIAGGI E SCOPERTE: COME NASCONO LE IDEE

Benvenuto Matteo, partiamo subito con una domanda di presentazione: da dove arriva il nome Patogiramondo e quando è nato il desiderio di viaggiare?

Ciao Eliana, grazie mille per la splendida opportunità. Il nome Patogiramondo è nato circa 5 anni fa quando, prima di un viaggio, ho scelto di pubblicizzare le mie avventure sui social network. Non sapevo bene come chiamarmi, allora decisi di unire due soprannomi che mi vennero dati in momenti diversi di vita. Pato nacque nel 2009 quando dei compagni di squadra di quel tempo mi affibbiarono quel soprannome in onore di un calciatore famoso che in quel periodo aveva grossi problemi fisici, proprio come il sottoscritto. Inoltre c’era una certa somiglianza fisica, per dei capelli ricci che a quel tempo erano lunghi e folti. Giramondo invece era un soprannome che mi venne dato dai miei compaesani più anziani quando vedendomi ritornare dai miei continui viaggi per il mondo mi chiamarono simpaticamente così. Unendo quindi le due cose diventai Patogiramondo. 

Il desiderio di viaggiare invece, è nato verso i vent’anni quando preso da grossi momenti di malessere sentii la necessità di evadere e riuscii a trovare quel pizzico di coraggio per vivere i miei sogni. Cominciai con piccoli viaggetti in Europa per poi catapultarmi con il tempo a scoprire il mondo. Sempre a piccoli step e sempre ascoltando le mie esigenze.

Andando un attimo a ritroso nel tempo ti chiedo: quando hai fatto il tuo primissimo viaggio e dove ti ha portato?

Il mio primissimo viaggio è stato a Praga nel 2010. Non avevo mai preso l’aereo in vita mia e devo confessare che avevo una gran paura di stare lontano da casa per alcuni giorni. Era una sorta di trauma che mi portavo dietro fin da bimbo e non riuscivo a superarlo. Quella volta però, degli amici mi convinsero e decidemmo di intitolare quel viaggio “a Praga con il baffo”. Tagliandoci quei pochi peli di barba che avevamo a quell’età e lasciandoci solo dei simpatici baffetti. Ricordo ancora che partimmo spavaldi da Treviso con la camicia elegante e una faccia da narcotrafficanti ed arrivammo a Praga con il freddo e la neve. Il modo migliore per iniziare la mia vita da nomade.

PATOGIRAMONDO

LA SCRITTURA DEL LIBRO

Da poco è uscito il tuo libro “Alla ricerca dell’alba – Dalle Dolomiti a Barcellona camminando”, com’è nata l’idea di scrivere il tuo diario di viaggio?

L’idea di scrivere è nata proprio mentre camminavo. Molta gente mi chiedeva se un giorno avrei messo su carta tutte le mie avventure e data la mia passione per la scrittura cominciai a pensarci. Non ero convinto all’inizio. Mi chiedevo spesso ”Naa impossibile.” Poi col passare del tempo ho preso coraggio e ho deciso di intraprendere questa strada. Il lockdown infine, mi ha dato la spinta decisiva. Avendo molto tempo a disposizione ho deciso di usarlo nella miglior maniera possibile.

INCONTRI CURIOSI

Qual è stato uno degli incontri più curiosi che hai fatto in questo lungo viaggio a piedi? Ce lo racconti?

L’incontro più curioso del cammino è stato sicuramente in Francia. La definirei addirittura come l’esperienza più assurda della mia vita. Stavo camminando per le vie di Agay, quando sentii un signore brizzolato, con un tatuaggio sul viso stile Mike Tyson richiamare la mia attenzione. Andai verso di lui e volle sapere assolutamente tutto del mio viaggio, ne rimase estasiato. Disse che camminare per il mondo era uno dei suoi sogni. Mi invitò a bere delle birre e poi mi regalò 50 euro per la mia avventura. In seguito, preso dall’entusiasmo mi invitò a casa sua per la notte e mi organizzò la serata. Prima un’uscita in barca per la Costa Azzurra e poi una serata in un luna park dove mi fece conoscere proprio tutti i suoi amici e mi rese protagonista di una serata folle. Dopo varie peripezie rientrammo a casa alle 4 del mattino, ubriachi, a bordo della sua auto senza patente. Fu curioso, perché in 45 giorni di Francia fu l’unica notte che ebbi l’opportunità di dormire su un letto vero. Dormire si fa per dire visto che dopo 4 ore ero di nuovo in strada. Infine la mattina per salutarmi estrasse un serpente boa dalla teca e lo appoggiò sul mio collo per farmi delle foto, diceva che i miei follower sarebbero impazziti. Un’avventura davvero incredibile. Una persona strana ma con un cuore enorme. 

PATOGIRAMONDO

IL VIAGGIO COME SCOPERTA DI SE’

Viaggiare insegna molte cose come tu stesso hai scritto, quale ricordo importante dei tuoi viaggi nel mondo continui a conservare nel tuo cuore? E quale difficoltà invece sei felice di aver superato?

Il viaggio mi ha insegnato il potere che può avere un sorriso. Mi ha fatto capire che un piccolo gesto come quello può avere effetti sorprendenti sulle persone. Un sorriso può rompere la barriera che separa le persone che non si conoscono. Molte volte abbiamo paura dello sconosciuto, ci rifugiamo in noi stessi per paura di vivere certe esperienze. Il viaggio mi ha insegnato ad aprirmi al mondo proprio grazie a quel sorriso che cerco sempre di portare con me. Sono convinto che l’attitudine sia fondamentale nella vita, e un bel sorriso può essere la cura di molti mali.

Parlando di difficoltà invece, ne ho superate molte nel corso della vita. Senza dubbio la più grande riguarda l’importanza di essere sé stessi. Non riuscivo a capire come mai in viaggio riuscivo ad essere quello che ero veramente, mentre a casa mia mettevo una maschera e diventavo quello che gli altri si aspettavano che fossi. Era tutto molto strano e mi sembrava di essere due persone differenti. Il viaggio ha contribuito a farmi capire chi era Matteo e a sconfiggere quella dualità con cui mi sentivo costretto a convivere. Viaggiare per me è stato uno strumento fondamentale per conoscermi e analizzarmi nel profondo. 

PATOGIRAMONDO

La tua storia è davvero curiosa e ispirante: quali consigli daresti a chi desidera intraprendere un viaggio alla scoperta del mondo?

Il consiglio che mi sento di dare a chi si sta avvicinando al mondo dei viaggi è: “prendi e vai. Segui i tuoi sogni e ascolta il tuo cuore” Credo che dare consigli pratici sia sempre difficile perché ognuno vive l’esperienza del viaggio a modo suo ed è bello che ognuno provi a viverla senza essere influenzato dal mondo esterno. È sempre molto soggettivo e tutti abbiamo esigenze e sogni diversi. Di conseguenza sono convinto che bisogna provare da soli e sbagliare il più possibile per capire da che parte andare. Non sarà mai un fallimento, ma sempre un gran insegnamento. Il viaggio è uno dei più grandi maestri che si possano trovare lungo il cammino della vita.

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Eliana Santin

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