Sofia: la città dell’est che stimola culturalmente i suoi turisti

Sofia: la città dell’est che stimola culturalmente i suoi turisti

SOFIA – Sofia, capitale della Bulgaria, nonchè la città più interessante dell’intera regione. I suoi mille anni conservano lo spirito di una città dalla tipica atmosfera “triste” dell’est, ma che con la sua cultura  riesce ad abbracciare e stimolare i turisti.

Sofia, capitale della Bulgaria è il principale centro amministrativo, industriale, culturale e dei trasporti di tutto il Paese. Molti pensano che sia solamente una città dell’est europeo, triste e povera. Eppure riconosco che abbiamo un’opinione di questa città davvero sbagliata. Basta viverla, anche per poco e scoprire una città diversa da quello che ci aspetta. Una città che ti può sorprendere e ti può colpire nel cuore e nella mente.

Vero, lo ammetto, decidere di visitare Sofia è stata una scelta dettata dal budget limitato e dal poco tempo a disposizione: 3 giorni, ponte dell’Immacolata e voglia di spendere poco. Cosa scelgo? I Balcani perchè no?  Poco tempo a disposizione per un tour nelle atmosfere balcaniche. E Sofia? Mi sembra un’ottima soluzione per staccare dalla vita frenetica e complicata di Roma. Cosa c’è da aspettarsi da questa città? A parte i monasteri, l’alfabeto cirillico e la speranza che nevichi, parto con poche aspettative.

Volo da Roma, all’alba. Arrivo a Sofia nella tarda mattinata. Prendo il taxi. Conosco un simpatico autista, che mi accompagnerà per tutto il mio viaggio. Pavel, ma in arte Paolo Rossi, quando capisce la mia nazionalità.

Per tutti i 20 minuti dall’aeroporto al mio appartamento, il mio caro amico tassista mi da le giuste informazioni sulla città. Dove andare a mangiare e un po’ di vita notturna. Tra le varie chiacchiere mi propone di andare stesso in giornata al monastero di Rila. Lo ringrazio, declino l’invito, perché adesso ho voglia solo di scoprire Sofia, con la promessa che l’avrei chiamato in caso avessi avuto bisogno della sua guida.

Un piccolo monolocale è stata la mia dimora a Sofia, in un quartiere residenziale che dista dal centro 20 minuti a piedi. Vicino alla fermata del tram 4 e 5.  Faccio il check in mi do una rinfrescata ed esco subito. Vogliosa di ammirare e conoscere questa piccola, ma intensa città.

Da subito capisco che si tratta di una città molto accogliente. I bulgari sono da subito disponibile ad aiutarmi a darmi delle piccole indicazioni, (lingua permettendo).  I Monti Vitosha proteggono la città e i suoi abitanti.  Da subito mi colpisce l’architettura e il loro passato che la rendono suggestiva. Cartina alla mano e via. La Cattedrale di Aleksandar Nevski è il primo monumento che vedo di Sofia. L’interno della chiesa è da rimanere senza fiato. Il gioco di ombra e luci riescono ad emozionarmi.

Ma da lì a pochi metri mi imbatto nel mercatino delle pulci, dove compro la matrioska e dove ammiro i vari banchetti. Vecchi cimeli di guerra, oggetti con simboli socialisti, icone sacre e antiche macchina fotografiche, insieme ad oggetti di artigianato moderno. Insomma era proprio quello che mi aspettavo da questa città. Una popolazione in cui riesci a notare il loro passato travagliato, fatto di  povertà e  dalla dittatura comunista.

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Ma d’altronde il passato di ogni ognuno di noi, ci rende sempre più interessante. Passata la parte della città per così dire istituzionale, dove mi accoglie anche un simpatico e allegro mercatino di Natale, mi addentro nel cuore della città.

Passo per la famosa Vitosha Boulevard, la statua di Sofia e il mercato delle donne, dove ammira la vera vita bulgara. In questo mercato si vendono per lo più frutta e sottaceti. Alla vista dei cetriolini la mia mente incomincia a fantasticare… eh si questo era quello che mi aspettavo. Oltre ai cetriolini, tipici dell’est, quello che colpisce la mia mente e la ulitsa (via) “General Yosif V. Gourko”.

Qui si  capisce la vera anima balcanica della città. Le bancarelle dei libri in bulgaro, con caratteri cirillici, le bancarelle di frutta gestite da donne simpatiche e anziane, dove l’unica lingua che conoscono è un bulgaro antico. Vi assicuro affrontare una discussione con loro è stata per me davvero un’esperienza unica.

Certo in tutto questo si vede un’atmosfera triste, quella che ti aspetti dall’est, ma più prosegue la mia camminata e più avverto una città che si affaccia all’occidente, con i suoi locali culturalmente vivi.

Non ti aspetti che da una città come Sofia emerge tanta cultura. L’associazione Free Sofia tour , un organizzazione non- profit, gestita da giovani ragazzi, organizzano tour per far vedere la città da un punto di vista completamente diverso in modo da stimolare il turista. Dal tour classico, a quello culturale.

Due appuntamenti al giorno e con un’offerta libera, i ragazzi di Free Sofia tour accompagnano, e mi hanno accompagnato, per due ore per le strade di Sofia, raccontando aneddoti e storia della loro città. Rimango talmente entusiasta, che decido di fare anche il Graffiti Tour .

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Tour tra le stradine della città, dove vige la street art, impegnata e non. Un tour creativo che ti fa scoprire posti che mai avresti immaginato: come l’Art Hostel. Un hostel pieno di murales, dove il nostro accompagnatore, nonchè writer, ci racconta come la street art è una realtà davvero importante per la capitale bulgara.

In un solo un giorno e mezzo mi sento padrona di Sofia e quindi decido di fare delle gite fuori porta. Il monastero di Rila, Patrimonio dell’Unesco e Plodvid. Scopro con gran piacere che in città e  in questi giorni, ci sono due miei cari amici, conosciuti quando ho fatto il volo dell’angelo. Ci incontriamo la sera per assaporare un’ottima zuppa bulgara e ci mettiamo d’accordo per andare insieme a Rila. Mantengo la promessa: chiamo il mio amico tassista Pavel, e gli do appuntamento per il giorno dopo: destinazione Rila.

Due ore di macchina è il tempo che ci mettiamo per arrivare al Monastero. Due ore davvero interessanti, tra canzoni italiane (Morricone) e racconti sulla Bulgaria. Allontanandoci dalla città, scopriamo una regione molto diversa, molto più triste e molto più povera. Ma anche molto più suggestiva che ci portano per le vie ortodosse.

Rila, è uno dei monasteri più importanti. Centro di vita spirituale e culturale per il popolo bulgaro.

Ciò che ricorderò di questa trasferta è il dono che il nostro autista ci ha fatto. Un ottimo yogurt bulgaro; talmente denso che non cade quando lo capovolgi.
Ritorniamo nel tardo pomeriggio nella capitale con un’unica aspettativa. Nevicherà, parola del nostro amico.

Infatti nel rientrare a casa la sera, incomincio a sentire delle goccioline e in cinque minuti la neve imbianca le strade della città.
Al mio risveglio ritrovo una città bianca e completamente diversa. Mi sento bambina a vedere tutto questo bianco. D’altronde io sono di Napoli, sono abituata al mare.

I miei amici ripartono per l’Italia e io decido di dedicare una mezza giornata alla città antica di Plodvid. Il centro in stile rinascimento bulgaro, da al turista ciò che Sofia non ha. Viottoli, belvedere e il teatro romano. Situata a sud e a due ore da Sofia, Plodvid è adatta per riscoprire il sapore antico della Bulgaria. Ma questo sapore antico si mescola con  la modernità occidentale con i numerosi bar situati nella città moderna. Uno fra tutti il “Central Perk”. Bar ispirato dal famoso locale della sit com americana Friends (non vi dico il mio entusiasm0. Ci potrei vivere).

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Ritorno a Sofia, con la voglia di godermi ancora per poche ore la città e la sua neve. Stento a ritirami a casa, perché ho voglia di giocare con la neve, fare le palle di neve. Insomma ritornare bambina.

Il mio viaggio nella capitale bulgara termina, così come era iniziata. Con Pavel che mi accompagna all’aeroporto, scrivendomi una dedica sulla mia guida con l’auspicio di ritornare a Sofia e di chiamarlo.

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Insomma non mi sono sentita una turista. Sofia e le persone che ho conosciuto mi hanno fatto sentire una di loro.

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Annamaria Gargani

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