ROMA – Dopo il grande successo di Van Gogh Alive – The Experience, Palazzo degli Esami a Trastevere ospiterà fino al 5 gennaio 2019 Impressionisti francesi. Da Monet a Cézanne, la mostra multimediale creata da Grande Exhibitions e prodotta da Time4fun.
Finalmente inaugurata lo scorso 5 ottobre dopo lunga attesa, Impressionisti francesi vuole rendere omaggio al movimento artistico degli Impressionisti, forse uno dei più amati dal grande pubblico. L’operato di questo gruppo di artisti è connotato da freschezza e immediatezza della pittura, da cromie leggere e cangianti, da quella suggestiva capacità di cogliere l’attimo fugace e il momento irripetibile.
Monet, Degas, Pisarrò, Cézanne materializzano in pittura delle vere e proprie istantanee fotografiche della loro epoca restituendo in modo del tutto insolito scene della vita quotidiana o spaccati in cui la mutabilità della natura diventa la vera protagonista: viene meno l’interesse verso quella resa realista che fino a quel momento aveva caratterizzato la pittura del XIX secolo.
La grande rivoluzione fu quella di voler cogliere sì la realtà ma il reale di un preciso istante, non tanto focalizzandosi sul contenuto della scena quanto sulla resa degli elementi più effimeri: luce, colori, atmosfera, tutti aspetti immateriali da cogliere in un dato frangente poiché continuamente mutevoli e irripetibili.
Lo studio dei colori e della luce sarà una delle tematiche più care agli Impressionisti francesi; la loro capacità di rendere in pittura il carattere effimero delle cose e gli effetti luministici della luce restituendoli attraverso i colori sono alcuni degli elementi con cui conferiscono grande suggestione ed impatto emotivo alle loro atmosfere; motivo per il quale, probabilmente, riscuotono così tanto successo nel pubblico.
La mostra multimediale Impressionisti francesi, attraverso una selezione di loro capolavori, vuole ripercorrere le carriere artistiche di Monet, Degas, Pisarrò, Cézanne e tanti altri. Le immagini ad alta risoluzione proiettati sui maxi schermi che costruiscono il percorso, tramite la tecnologia SENSORY4, permettono di osservare le caratteristiche della pittura impressionista: distinguiamo le pennellate evanescenti di Degas, il colore sfumato di Monet, le campiture più definite e compatte di Manet fino al colore steso da Van Gogh, ben più carico sulla tela. Individuiamo Pisarrò con i suoi tratti più netti ma piccoli di colore puro, accostati uno all’altro che si fondono perfettamente ai nostri occhi solo ad una certa distanza.
La musica (Debussy, Čajkovskij, Ravel, Offenbach) che accompagna la successione delle immagini in entrambe le sale multimediali è molto suggestiva e contribuisce, insieme all’ambiente illuminato esclusivamente dalle proiezioni sugli schermi, a creare il coinvolgimento del pubblico. Privi di qualsiasi riferimento testuale, i più esperti o appassionati si divertiranno a riconoscere i capolavori dei grandi artisti impressionisti, gli altri ammireranno la loro incredibile abilità pittorica.
MyWhere aveva visitato la mostra VanGogh Alive, inaugurata ad ottobre 2016: essa registrò notevoli apprezzamenti da parte del pubblico, un successo tale da essere prorogata. Con oltre 13 mila visitatori già due anni fa questo tipo di evento multimediale ci poneva di fronte ad una riflessione: è questo quello che il “grande pubblico” (inteso come maggioranza di non addetti al settore/pubblico non esperto) vuole? E’ questo il modo migliore di impiegare la tecnologia nella valorizzazione e nella fruizione dell’arte?
Lungi dal considerare i soli numeri di ingresso come elemento discriminatorio nel giudizio in merito alla qualità di un “prodotto” culturale, tali numeri però non possono essere del tutto ignorati e mostrano un segnale della direzione verso cui, forse, è necessario muoversi, seppur con le dovute cautele.
Simili eventi registrano anche numerose critiche, non solo da parte dei più intransigenti, assolutamente contrari a questo tipo di esperienze in combinazione con l’arte ma anche da parte di coloro che vedono riduttivo e svilente l’uso che si fa in questi contesti della tecnologia.
Appare estremamente chiaro a tutti che l’oggi che viviamo non può essere più scisso da tutto ciò che è tecnologico. Ma la tecnologia, crediamo, in simili contesti debba essere riempita di contenuti di qualità che permettano di superare il semplice intrattenimento ludico verso cui, altrimenti, si andrebbe.
Ben venga allora l’integrazione della tecnologia se permette di rendere più attraente una narrazione, se diventa ausilio nella comprensione di concetti astratti, se consente di scoprire dettagli irraggiungibili all’occhio umano o se diventa uno strumento attraverso cui, divertendoci, impariamo. Ma tutto questo deve essere presente anche solo in minima parte.
Come ha sottolineato nella conferenza stampa di presentazione della mostra Impressionisti francesi, Giancarlo Bonomo (curatore dell’evento) gli appuntamenti multimediali che hanno avuto luogo presso Palazzo degli Esami e Guido Reni District, non vogliono (e non possono, aggiungerei) sostituire le tradizionali mostre d’arte o la visita ai musei; non devono essere concepiti come momenti in antitesi ma come occasioni complementari al tradizionale incontro con l’arte.
Di fatto una mostra multimediale così intesa, come si evince anche dalle parole del curatore, non permette di raggiungere la piena conoscenza di un artista o di un movimento artistico; sono occasioni pensate per coinvolgere il visitatore esclusivamente attraverso immagini e musiche, tant’è che i supporti testuali sono collocati all’inizio/fine del percorso espositivo.
Il grande successo di questa alternativa di divulgazione mostra la necessità di aggiornare le modalità di comunicazione e fruizione dell’arte, senza, ovviamente, privarle di un contenuto che sia ‘didattico’. Un’esperienza può essere di qualità pur se modulata attraverso multimedialità, nella ricerca della giusta proporzione tra tecnologia e contenuto, evitando che l’uno prevarichi sull’altro.
Il discorso è sicuramente molto vasto e meriterebbe una riflessione più approfondita con riferimenti e citazioni a tutte quelle esperienze di divulgazione/fruizione di contenuti culturali (nel campo dell’arte, dell’archeologia, della storia ecc.) che hanno visto con successo il contributo di strumentazioni tecnologiche di varia natura.
Pensate che le tecnologie possono contribuire alla divulgazione dell’arte? In quale modo?
Vi lasciamo con una gallery della mostra Impressionisti francesi. Da Monet a Cézanne.
Per maggiori informazioni consultate il sito web dell’evento.
Impressionisti francesi – La mostra multimediale
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