Le ore e il tempo. L’arte di Luigi Fiorletta incontra il design automobilistico

Le ore e il tempo. L’arte di Luigi Fiorletta incontra il design automobilistico

FROSINONE – È stata inaugurata con una due giorni di grandi eventi ad Alatri, la seconda mostra personale di Luigi Fiorletta, Le ore e il tempo. Sabato 15, nel Chiostro di San Francesco, la presentazione con la partecipazione dell’Automobil club di Frosinone. Domenica 16, l’esibizione musicale del Maestro Danilo Rea e il raduno, in Piazza Santa Maria Maggiore, di dodici vetture d’epoca del MAC Valle del Liri. Pittura e tecnologia per ripercorrere le frontiere del tempo e della storia. Un viaggio consigliatissimo che vi attende fino al 15 marzo.

Quando l’arte veste il design, quando la pittura incontra la tecnica ridisegnando le frontiere del tempo e lo fa nei luoghi più ricchi di storia. È infatti negli austeri ambienti del Chiostro di San Francesco ad Alatri, che sarà visitabile fino al 15 marzo la mostra del Maestro Luigi Fiorletta, intitolata Le ore e il tempo. Si tratta della seconda esposizione personale del Maestro, apprezzatissimo ex Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone e organizzatore di grandi mostre in tutto lo Stivale. Le ore e il tempo riprende i temi della precedente mostra ospitata al Fondo Regionale di Arte Contemporanea a Baronissi. Presenta ventiquattro grandi tecniche miste su tavola, realizzate dall’artista in questi ultimi tre anni. Un’opera per ogni ora del giorno, per un ciclo dedicato al tempo che cadenza la vita dell’uomo, dall’arrivo della notte al Vespro. La mostra è progettata e realizzata dalla NewArt2000 eventi & comunicazione, in collaborazione con il Comune di Alatri – Assessorato alla Cultura, Intersezioni Arte Contemporanea e il Museo FRaC di Baronissi. Altro partner essenziale dell’iniziativa è l’Automobile Club di Frosinone, che ha preso parte alla due giorni di inaugurazione, sabato 15 e domenica 16 febbraio. Un doppio grande evento nel cuore del centro storico, culminato nella mattinata di domenica 16, con l’esibizione musicale del Maestro Danilo Rea e il raduno, in Piazza Santa Maria Maggiore, di 12 auto d’epoca concesse dal MAC Valle del Liri, circolo affiliato all’ACI storico. Le splendide vetture si sono posizionate, per l’occasione, intorno alla fontana Pia, assumendo la forma di un orologio, in accordo con il tema delle opere esposte dal Maestro Fiorletta.

Pittura e velocità dal Futurismo all’Art Carle ore e il tempo

Un incontro, quello fra arte e motori, per il quale nel pomeriggio di sabato 15 ha espresso soddisfazione anche il Presidente dell’Automobile Club di Frosinone, Maurizio Federico, nel primo momento di apertura della mostra davanti al Chiostro di San Francesco. Riteniamo che anche le auto storiche siano delle opere d’arte. Da una parte quadri e capacità pittoriche, dall’altra le auto. In modo particolare –ha aggiunto il Presidente Federico- le auto storiche segnano anche il trascorrere del tempo. Ogni auto rappresenta la propria epoca e le proprie caratteristiche, che rappresentano anche la nostra storia. Durante l’accoglienza del pubblico all’esterno, il Maestro Fiorletta ha anche presentato un particolare intervento di Art Car che traspone una sua opera sulla livrea di una fiammante Giulia Alfa Romeo, del Gruppo Eco Liri di Cassino. Come spiegato da Fiorletta, si tratta di una forma di commissione sempre più richiesta dai collezionisti, che sovente si rivolgono agli artisti per personalizzare la propria auto. Una pratica comunque non nuova, come sottolineato dal critico d’arte Sergio Gaddi, curatore della mostra insieme ai colleghi Massimo Bignardi, Docente di storia dell’arte contemporanea all’Università di Siena, e Marco Tonelli, Direttore del Museo Carandente, in Palazzo Collicola a Spoleto. Molti artisti – ha spiegato Gaddi – hanno realizzato le cosiddette Art Cars, da Andy Warhol a tanti altri. Del resto l’automobile e il mito della velocità, come puntualizzato dallo studioso, erano già stati oggetto di interesse da parte dei futuristi come Marinetti, Balla, che ne celebrarono la metafora di dominio e di potere. L’auto che si collega anche al tema del confine e dei limiti da superare. Ha concluso infatti Sergio Gaddi: L’idea della dinamica è qualcosa che nella ricerca di Fiorletta è molto puntuale e interessante, perché non è stato affrontato da moltissimi artisti. Lui riesce a farlo come una sorta di frontiera. Una frontiera rappresentata anche dalla dimensione del tempo indagata dalla ricerca di Luigi Fiorletta, di cui si è potuto avere un’idea più chiara entrando nel vivo dell’inaugurazione all’interno del Chiostro.

Le ore e il tempo – presentazione esterno

Le ore e il tempo: nel Chiostro di San Francescole ore e il tempo

Prima della presentazione vera e propria della mostra, abbiamo avuto la possibilità di fare una breve visita degli ambienti espositivi. Quello che appare immediatamente evidente, dinanzi alle opere che compongono il ciclo de Le ore e il tempo, è il ragionare, da parte dell’artista, su pochi principi pittorici in cui predominano le linee rettilinee. La discriminante fondamentale, nell’indagine emotiva ed esistenziale della scansione temporale, appare data dalla luce e dall’uso del colore, che tende a diventare sempre più iridescente man mano che ci si avvicina alle composizioni più recenti. Nella prima opera del ciclo narrativo, infatti, la tela è completamente bianca e la sola differenza tra i piani è data dall’aggetto, che varia dai tre ai sei millimetri. Speculari sono ad esempio le due opere le dodici e le ventiquattro, dove le linee vettoriali disegnano un quadro simile, differenziato dall’uso del colore. Da un fondo azzurro, come il cielo di una giornata tersa, in le dodici, sembrano emergere elementi geometrici color oro, come la luna, rosati, come le sfumature della luce solare, e neri, come la notte. Un sapiente uso dell’aggetto e della gestione dei sottoquadri domina tutto l’impianto della mostra, che apre la sua ricerca all’altrove.

L’inaugurazionele ore e il tempo

Ulteriori elementi chiarificatori, fatta salva l’immediatezza comunicativa dell’arte di Luigi Fiorletta anche per l’occhio meno critico, sono emersi nel momento della presentazione svoltasi nella sala principale del Chiostro. In un clima di sincera amicizia e di calore umano, prima che di rigore professionale, il Maestro Fiorletta ha ufficialmente aperto la mostra, esprimendo soddisfazione per aver potuto realizzare la sua prima personale nella città natale, dove ha già curato ben quattro edizioni della Biennale d’Arte, dedicate a grandi personalità, fra cui Joan Miró, con l’opera grafica. Prima dei tre curatori e del Presidente dell’Automobil club di Frosinone, Maurizio Federico, che ha ribadito la sinergia tra viabilità, arte e territorio, la parola è andata all’amministrazione locale, rappresentata dal consigliere delegato alla cultura del Comune di Alatri, Carlo Fantini. Vorrei ringraziare pubblicamente Luigi Fiorletta – ha dichiarato il consigliere – per averci permesso di ospitare per un tempo considerevole questa mostra, che mette la nostra città al centro di un’iniziativa artistica e culturale che per noi assume anche aspetti di natura turistica e ricettiva, in quello che per noi è un luogo-simbolo della cultura e dell’arte di Alatri. Dobbiamo in effetti aggiungere che l’ex-convento di San Francesco custodisce un’opera molto particolare, carica di simbologia esoterica, che seppur in modo differente da Fiorletta, riguarda anch’essa il cammino dell’uomo e il suo senso di ricerca. Si tratta di un affresco di autore ignoto e risalente al XIII-XIV secolo, raffigurante un Cristo Pantocratore al centro di un labirinto, costituito da undici spire e dodici cerchi, di circa 140 centimetri di diametro. Fantini non ha inoltre mancato di porgere ai presenti i saluti del Sindaco Giuseppe Morini, assente per impegni inderogabili. Particolarmente denso l’intervento del Professor Bignardi, soffermatosi in primis sul concetto di decoro, comunemente inteso in accezione riduttiva. Quello dell’opera d’arte trasposta sull’automobile non sarebbe, in altre parole, da intendere come espediente per arredare o peggio addobbare qualcosa, ma come modo in cui la pittura stessa entra in impatto con lo spazio, la realtà e la vita. Un’ulteriore riflessione, da parte di Bignardi, è stata spesa sull’elemento della similitudine, utilizzato da Fiorletta per condurre la sua ricerca sul tempo, andando al di là della meccanica ripetizione di uno schema pittorico. Due persone si possono somigliare ma non sono simili – ha spiegato Bignardi. Così 2 quadri – ha proseguito – che appartengono a percezioni e stai diversi. Il lavoro che fa l’artista non è quello di correggere quello che c’è stato prima, ma di andare oltre, tendere quel tanto in più in avanti, come nella vita, fatta di istanti, giorni, ore che si accavallano. Sul medesimo concetto, arricchito da ulteriori suggestioni, si è inserito l’intervento di Sergio Gaddi, che rintracciava nell’opera di Fiorletta la capacità di fare proprio e di sviluppare un concetto proprio grazie al limite tra somiglianza e differenze che emerge dal suo linguaggio. Similmente, come faceva notare il critico, lo scultore Antonio Canova nel Settecento non realizzò delle copie dei modelli classici, ma ne carpì lo spirito producendo ricerca artistica e non parodistica imitazione. Nella sua immediata capacità di comunicare, l’arte di Fiorletta assumerebbe anche i caratteri di universalità e di originalità. Il primo fra i due si ricollegava a sua volta, nelle parole di Gaddi, con il tempo, la frontiera e il compito dell’artista, che è soprattutto quello di intuire in maniera visionaria ciò che è oltre l’evidenza contingente per poi comunicarla in modo convincente. Tutti elementi ben presenti nella mostra Le ore e il tempo, decriptabile allo stesso modo in cui si potrebbero smontare, secondo Marco Tonelli, gli ingranaggi di un orologio. Queste opere – ha chiosato Tonelli in un passaggio del suo intervento – sono la riproduzione di un tempo col cui meccanismo tutti noi dobbiamo fare i conti. In chiusura della presentazione è stato invitato a intervenire anche il Sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, legato a Fiorletta da amicizia personale. Ottaviani ha sottolineato l’importanza del sostegno alle iniziative culturali da parte delle Istituzioni, cogliendo l’occasione per esprimere un plauso sul buon operato di Fiorletta in veste di Direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone, ruolo che ha ricoperto per un lungo periodo, sino al 2018. Un lavoro attento e scrupoloso, quello del Professore e artista di Alatri, che ha lasciato in eredità alla nuova direzione un’Istituzione universitaria cosmopolita e all’avanguardia, che raccoglie studenti brillanti dai cinque continenti. Ben diversa, secondo Ottaviani, era la situazione dell’Accademia alcuni anni fa, quando priva di una sede fissa, rischiava di scomparire. Il Sindaco di Frosinone ha infine fatto cenno alle recenti suggestioni divenute virali, circa la recente notizia che avrebbe riguardato il lancio di sassi ai danni di alcuni studenti di origini cinesi. Presunte aggressioni a sfondo razzista che sarebbero state originate, secondo fonti poi rivelate infondate, da un clima di psicosi nato a seguito dell’emergenza Coronavirus.

Le ore e il tempo – visita della mostra

Luigi Fiorletta: qualche parola in compagnia del Maestro

Al termine della presentazione, ci siamo spostati nella sala adibita al rinfresco insieme ai relatori e al folto pubblico convenuto. Un piacevole momento di socialità, di cui abbiamo approfittato per fare qualche domanda all’artista e docente Luigi Fiorletta.

1) Maestro, oggi si è parlato molto di arte, automobile, design e frontiere da superare nella riflessione sul tempo della vita umana. Può dirci di più sulle emozioni che prova oggi all’inaugurazione della sua seconda mostra personale?

Sono felicissimo che questa mostra abbia luogo nella mia città natale, dove ho sempre organizzato esposizioni sia di giovani che di grandi artisti. Essendo sempre stato impegnato nella cura di mostre dedicate ad altri, sino ad ora non mi era stato possibile dedicarmi a una mia personale qui ad Alatri quando mio padre era ancora in vita. Questa mostra è quindi un piccolo omaggio anche a lui. Devo ringraziare anche mia figlia e mia moglie che mi sono state vicine in quest’avventura. Presento al pubblico questo lavoro, svolto nell’arco di due anni e mezzo, che si concentra sulle ventiquattro ore del giorno. La ricerca avviene sia da un punto di vista strutturale-geometrico che di ricerca della superficie volumetrica. Se vi guardate intorno percepirete tre dimensioni differenti nelle opere, con otto schemi cromatici. Moltiplicando i due fattori otteniamo appunto ventiquattro, che sono le ore con cui più comunemente scandiamo il tempo.

2) La tipologia di linea che prevale nelle composizioni è di tipo rettilineo, vettoriale, potremmo dire. Considerando il fatto che la mostra propone un accostamento con l’automobile, caratterizzata da forme curve e aerodinamiche, si ottiene un contrasto molto forte. Si tratta di un elemento motivato?

Ho scelto l’automobile perché nelle curve non aveva rigidità. In contrapposizione ho posto in accostamento alla macchina la mia opera che corrisponde alle ore 9:00. Le mie opere hanno dei piani aggettanti di tre mm su tre superfici differenti, quindi su ognuna di esse c’è un intervento sia plastico che cromatico.

3) La mostra Le ore e il tempo viene inaugurata oggi in un luogo particolare. Un chiostro dedicato a San Francesco. Il tema del rapporto dell’uomo con il tempo è molto presente nel Cristianesimo, che ne riscrive completamente il senso, rispetto al mondo in cui saremmo portati ad intenderlo. Anche queste diverse prospettive possono trovare un punto d’incontro figurato, come le linee convergenti nelle sue opere?

Non è un caso. La mia precedente mostra è stata organizzata nel Chiostro di San Francesco a Baronissi, al Museo d’Arte Contemporanea Frac. Ho scelto proprio due sedi con lo stesso nome. Lo spazio si sposa bene con il ciclo delle mie opere, del tempo e più in generale della vita.

Stefano Maria Pantano

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