Un giorno senza tecnologia. Ecco la soluzione migliore per fare un break dallo smartworking

Un giorno senza tecnologia. Ecco la soluzione migliore per fare un break dallo smartworking

ITALIA – Cosa faccio se spengo ogni collegamento e passo un giorno senza tecnologia? In un periodo di smartworking sfrenato, perché non provare, almeno per un giorno a spegnere telefoni e computer? E’ provato che in Italia, secondo le statistiche, chi ha potuto lavorare da casa ha lavorato e prodotto più del doppio rispetto al pre-emergenza!

Finiamo di lavorare. Dopo aver passato ore e ore sul divano davanti allo schermo del computer possiamo finalmente concederci un aperitivo con gli amici. Come? In videochiamata ovviamente! Finisce la videochiamata, e proseguo con il mio aperitivo. Poi sarà ora di fare una bella chiacchierata con la nostra famiglia. Come? Ancora una videochiamata, ma questa volta comune su Whatsapp!

È arrivata l’ora di cena. Che facciamo, ordiniamo un sushi con un’app del telefono? Oppure ci siamo ricordati di scaricare la lista della spesa sul cellulare e allora guardiamo un bel videotutorial di cucina. Ma perché non fare un po’ di movimento mentre la pizza fatta in casa è in forno? Ottima idea, perché non farlo guardando il blog del nostro allenatore?

Dopo cena un bel film su Netflix è quello che ci vuole, accendiamo di nuovo il computer ed ecco qua! E una volta a letto, perché non guardare un po’ cosa hanno combinato i nostri amici? E allora di nuovo il telefono per Facebook, Instagram, Twitter, Tiktok

un giorno senza tecnologia
Un giorno senza tecnologia porta a: Più tempo libero. Neanche ce ne accorgiamo, ma stare al pc o al telefono ci porta via del tempo. Un tempo rubato che non tornerà più. Foto di Daria Shevtsova da Pexels

Ecco, uno degli effetti della quarantena di cui si parla poco è questo: l’acutizzarsi della dipendenza dalla tecnologia. Che sia per leggere le ultime notizie, per guardare una serie in streaming o per imparare a fare il pane fatto in casa, la costante è questa: non ci stacchiamo mai dagli schermi. E come potremmo? Se vogliamo mantenerci attivi, continuare a lavorare e avere una “vita sociale” è l’unica scelta che abbiamo. Solo che, a lungo andare il nostro corpo ne risente.  Soprattutto la sera, la retroilluminazione di schermi di tablet, pc e smartphonegioca rappresenta un brutto scherzo alla retina dell’occhio, e induce il nostro cervello a credere che sia ancora giorno e quindi a produrre meno melatonina, fondamentale per dormire bene.

E allora, concediamoci uno stop da tutta questa tecnologia che, per carità, è fondamentale in questo periodo ma sta anche danneggiando il nostro benessere psico-fisico. E quindi sciopero! Sciopero di smartphone, cellulare, tablet, kindle e qualsiasi altra diavoleria tecnologica! Vedrete come il giorno dopo vi sentirete ricaricati, pronti a lavorare, a cucinare, ad allenarvi. E poi se saltate un aperitivo su zoom i vostri amici capiranno, ne siamo sicuri!

GLI ITALIANI HANNO SCOPERTO CHE LO SMARTWORKING E’ UN INFERNO

un giorno senza tecnologia
Un giorno senza tecnologia porta a meno ansia:
Anche voi non ne potete più del messaggio di lavoro che arriva nel nostro giorno di pausa? Anche voi, una volta arrivato il messaggio, correte al pc o al cellulare per risolvere il problema? La soluzione, l’avete già capita. Spegnete tutto!
Foto di Andrew Neel da Pexels

“Beato te che lavori a casa, non sai quanto ti invidio!”. “Ma di che ti lamenti? Te ne stai tutto il giorno sul divano al computer, è la vita perfetta”. Smartworkers, quante volte avete sentito queste accuse… Poi, purtroppo, è arrivato il Covid-19. La pandemia ha costretto milioni di italiani a rimanere a casa e in molti casi anche a espletare i loro compiti lavorativi “comodamente” sul proprio divano. In molti si sono resi conto che la vita da smartworker è semplicemente infernale. Il motivo? Ce ne fosse solo uno! Gli italiani hanno dovuto affrontare un numero infinito di call e video conferenze, il tutto senza orari fissi e senza dimenticare i doveri di casa e la convivenza 24 su 24 con la famiglia.

SMARTWORKING AL TEMPO DEL COVID: SI LAVORA DI PIU’ E SI PRODUCE DI PIU’ MA LA QUALITA’ DELLA VITA NE RISENTE

La svolta smartworking avvenuta in Italia e non solo sembra comunque aver portato ad alcuni benefici produttivi, anche se non mancano le lamentele per una qualità della vita che ne ha sorprendentemente risentito. Secondo i risultati riportati da una ricerca sociologica condotta da OnePool per conto di Citrix System, fornitore statunitense di sistemi di business continuity, il 70.8% di coloro che in questo periodo hanno effettuato lo smartworking in Italia ha dichiarato che la mole di lavoro è nettamente aumentata. Anche la produttività come detto, è progredita. La maggior parte degli intervistati considera lo smartworking un adattamento e preferirebbe tornare alla normalità.

I motivi? Vari, si va dall’isolamento dai colleghi alla mancanza di interazioni faccia a faccia, fino ad arrivare alla difficoltà di riuscire a separare il lavoro dalla vita personale.

L'Editore

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