Che significato ha l’uso della foglia d’oro per Simafra?

Che significato ha l’uso della foglia d’oro per Simafra?

ITALIA – Intervista a uno dei più apprezzati artisti fiorentini contemporanei. Riccardo Prosperi, in arte Simafra, e il significato della foglia d’oro nella sua arte. Così, dopo avervi parlato della nobile tecnica della doratura, e cosa accomuna vari artisti nei secoli, vediamo oggi la sua contemporaneità.

Espressiva, energica, poetica, coinvolgente: questa è l’arte di Simafra. Sculture e quadri dall’accento poetico che attingono a tecniche e materie composite. Oro, ferro, ma anche elementi poveri come il cemento, il catrame o la stoppa; una forte sperimentazione per trasmettere al meglio e con profondità il proprio io. I temi che privilegia provengono dal mondo naturale, quasi ovunque si colgono accese cromature altalenanti tra toni euforici e altri più nostalgici.

foglia d'oro Simafra
Palme in oro, Tecnica mista su tela, 130×190 cm, 2016 Collezione privata – Firenze

Lo scultore e pittore, che vanta un trascorso formativo presso una rinomata bottega fiorentina di restauro, appena ventenne partecipa ai primi concorsi e mostre collettive in Italia, Germania e Francia. Nel 2012 fonda a Firenze La Bottega Moderna, spazio culturale indipendente e suo atelier.

A mio modestissimo giudizio anche il video di presentazione del suo atelier è pura poesia…

La prima personale è del 2015 presso la galleria parigina Virginie Barrou Planquart. Dall’anno successivo inizia una stabile e fortunata collaborazione con la Maddox Gallery di Londra e la galleria Russo di Roma. Nel frattempo non frena le esposizioni che continuano a correre intorno al globo: da New York a Zurigo, da Montecarlo a Beirut, da Los Angeles a Berlino.

Il portfolio artistico prende sempre più quota tanto da essere inserito, nel 2018, tra gli artisti emergenti più ragguardevoli e su cui vale la pena investire. Alcune sue opere sono ospitate presso collezioni del jet set mondiale, qualche nome: il Ministro delle Finanze libanese, Diego della Valle, il Principe del Qatar nonché la famosa attrice Cameron Diaz.

Ma è arrivato il momento di farci raccontare qualcosa di più direttamente da lui:

Ciao Riccardo, è un piacere intervistarti nuovamente (siamo recidivi in effetti!), qual è stato fino ad ora il tuo momento oro e quale quello di ferro?

Il piacere è tutto mio… dunque l’oro mi ha accompagnato per 5/6 anni, intorno ai 30 anni è stato fondamentale. Mi serviva per impreziosire quello che dipingevo, è sempre stato un elemento che mi ha interessato e per cui ho svolto varie ricerche, anche piuttosto approfondite. Ad esempio per capire da dove deriva il suo valore nel mondo. È prezioso non solo per la difficoltà nel reperirlo ma anche perché fin dai tempi antichi era assimilato alle divinità, l’oro era riconducibile al potente dio del sole.

oro in fiore
Oro in fiore, Tecnica mista su tela, 60×60 cm, 2016 Maddox Gallery – Londra

Mi è piaciuto utilizzarlo perché comunque creava una stretta comunione con la natura, rendeva più ricca l’opera e regalava più volume a livello materico. L’ultimo lavoro dove l’ho impiegato è stato per una serie di sculture che avevano a tema la madre terra; le ho esposte al giardino Corsini in occasione di Artigianato e Palazzo a Firenze nel 2019. La madre terra principale, quella più grande, era una scultura tutta d’oro di 4 metri di diametro. L’enormità voleva comunicare l’importanza di madre natura. L’ho rappresentata però rovinata, con alcuni blob, ovvero schiume, come se stesse marcendo dall’interno. Viviamo in questo mondo così bello, dorato appunto, e lo sciupiamo, non lo rispettiamo abbastanza. L’elemento ferro per me è altrettanto interessante così come l’oro. Mi è capitato spesso di fare saldature col ferro applicandole a varie opere. La sua lavorazione ha un grande potenziale, un rimando ad un mondo arcaico, passato, che mi ispira in ugual misura.

riccardo prosperi
Solco oro, Tecnica mista su tela, 80×80 cm, 2015 Maddox Gallery – Londra

C’è un quadro o una scultura che hai sempre voluto fare e ancora non sei riuscito a realizzare?

Ci sono delle opere, in special modo delle installazioni, di carattere molto grande che mi piacerebbe creare in fondazioni o in musei. In effetti ho in testa più progetti, devo però trovare il modo, il tempo e lo spazio. Ora sto lavorando a un ciclo pittorico che ha fatto emergere la parte più riflessiva di me, mi sono voluto dare del tempo quasi a resettare un po’ il mio percorso passato. Si tratta di ambientazioni che ricordano sogni onirici, dove c’è un richiamo alla figurazione. Questi quadri possiedono un linguaggio più filosofico che estetico, anche se il secondo ovviamente non verrà a mancare.

Quale uso fai dell’oro nella tua arte e perché? Qual è la tecnica con l’oro che prediligi: in pittura o scultura?

riccardo prosperi
Oro in giungla, Tecnica mista su tela, 180×120 cm, 2016 Maddox Gallery – Londra

Il mio background di decoratore è stato di grande utilità, ho usato spesso la foglia d’oro, sia zecchino che di altre leghe. Sia nelle sculture ma soprattutto nei quadri. Il mio momento oro mi ha accompagnato fino all’anno scorso, ma confesso che per il momento non ho più intenzione di usarlo. Adesso dipingo senza l’aggiunta di elementi esterni, mi sento attualmente più legato alla pittura ‘ortodossa’.

simafra
Caos oro, Tecnica mista su tela, 200×200 cm Galleria Russo – Roma

Una curiosità: se non fossi diventato un artista quale sarebbe stato il tuo lavoro?

Bella domanda! (sorride ndr) Per tanto tempo me lo sono chiesto. Non è stato facile accettare di voler diventare un artista. A livello sociale e a livello professionale, anche oggi, non viene capito bene, viene visto come qualcosa che non permette di assicurare un futuro solido. Anche io da piccolo ho cercato di negare questa mia aspirazione, perché non credevo possibile e non vedevo nemmeno percorsi percorribili. Mi sarebbe piaciuto fare l’attore di teatro, è un lavoro che rientra sempre nel mondo dell’arte. Nel teatro c’è una mimica, un parlato, un suono, una parte visuale e avrei usato quei canali per esprimere le mie emozioni. Altrimenti mi sarebbe piaciuto fare lo chef. Anche la cucina ha sempre a che fare con il gusto, la creatività e le emozioni. Gli ingredienti, come i colori, vengono accostati, mescolati e alla fine magicamente creano un sapore. In generale non ho mai pensato di fare un lavoro classico, ordinario, sapevo che comunque sarebbe stato nell’ambito artistico.

simafra
Oro sordo, Tecnica mista su tela, 120×90 cm, 2014 Galleria Virginie Barrou Planquart

Concedici una seconda piccola curiosità: il nome d’arte Simafra da dove deriva?

(sorride ndr) È un acronimo, ogni singola lettera è l’iniziale di una parola. L’idea nasce quando avevo 22 anni perché avevo un omonimo, Riccardo Prosperi, come me studiava pittura e sentivo l’esigenza di diversificarmi, di non essere scambiato (anche se lo ammiro, tra l’altro abbiamo fatto una mostra insieme). Poi anche perché volevo un nome legato esclusivamente al mio io artistico.  Una sorta di ribellione, di rivendicazione verso quel mondo di regole sociali che non mi hanno aiutato granché. Ho dovuto guadagnarmi tutto con le mie sole forze. Quindi, per gioco, un giorno ho scritto una serie di parole, qualità associate a questa identità artistica, a questo personaggio che doveva e volevo far nascere. Ho scritto anche parole legate a qualità che non volevo mi appartenessero. Alla fine cancellandone alcune ne sono rimaste un tot, quelle che ritenevo più importanti. Ho provato a incastrarle, a sistemarle come un puzzle, e alla fine è uscito Simafra. Inizialmente firmavo i quadri Riccardo Prosperi tra parentesi Simafra, adesso solo Simafra. C’è una collaborazione, una sorta di sdoppiamento tra i due, il Riccardo Prosperi è quello inserito nella società che ti sta rispondendo adesso, Simafra è quello che dipinge e crea.

cascata oro simafra
La cascata d’oro, Tecnica mista su tela, 225×170 cm, 2018 Tecnica mista su tela, 225×170 cm, 2018

Un artista dalla doppia anima a cui noi auguriamo un’inesauribile e insaziabile ispirazione!

 

Ulteriori info sull’artista

In homepage: Natura in oro, Tecnica mista su tela, 160×140 cm, 2015 Maddox Gallery – Londra

Arianna Tinagli

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