Interlagos, a 80 anni, dice addio alla Formula 1

Interlagos, a 80 anni, dice addio alla Formula 1

MONDO – Nella vita della Formula 1 sono molti i circuiti che sono entrati nella storia. Uno di questi è sicuramente quello d’Interlagos, in Brasile. Nel 2020 compie 80 anni, ma il suo futuro è segnato.

Il circuito d’Interlagos, in Brasile, ha compiuto a maggio 80 anni. Fu inaugurato il 12 maggio 1940. Nel corso degli anni, ci ha regalato grandi emozioni, tra gioie e dolore. Soprattutto ci ha regalato spettacolo. Ma l’edizione del 2019, vinta da Max Verstappen, è stata probabilmente l’ultima.

Liberty media, società che dal 2016 ha preso in mano le redini della categoria regina, ha annunciato di fatto che le future gare si terranno a Rio De Janeiro.

Ripercorriamone la storia fatta di vittorie, sfide, sorpassi e anche brucianti sconfitte.

La storia

 

Conosciuto come Interlagos, adesso il nome ufficiale è Autódromo José Carlos Pace (pilota brasiliano deceduto nel 1977). Nel 1973 ospitò il primo Gran Premio del Brasile, con il successo di Emerson Fittipaldi, beniamino di casa, a bordo della Lotus. Fino al 1980 Interlagos ospitò tutte le edizioni della tappa brasiliana nel mondiale ad eccezione del 1978, anno in cui si corse sul circuito di Jacarepaguà (dedicato a Nelson Piquet); dopo una “pausa” dal 1981 al 1989, Interlagos tornò dal 1990 fino al 2019.

Gioie e dolori

Questo circuito, nell’arco di tutta la sua storia, ha regalato agli appassionati gare pazzesche ed emozionanti.

Tra le impresi più grandi, quella di Ayrton Senna nel 1991 merita una menzione speciale. Fu la sua prima vittoria sul circuito di casa ottenuta con uno sforzo sovraumano a causa del cambio bloccato in sesta marcia. A fine gara, Ayrton uscì stanco e spossato dalla sua McLaren e sul podio a stento riuscì a sollevare il trofeo.

Ayrton Senna – 1991

Da ricordare poi, tra le più recenti (si fa per dire), è quelle del 2003. La prima vittoria del nostro Giancarlo Fisichella su Jordan. La gara fu incredibile e resa imprevedibile da una pioggia torrenziale che costrinse la direzione gara a interrompere l’evento alla 54° tornata. La vittoria fu inizialmente data, per errore, a Kimi Räikkönen (superò Fisichella poco prima dello stop definitivo) ma la settimana successiva la direzione gara rettificò il verdetto.

Dall’anno successivo, la gara fu spostata alla fine del calendario per evitare il periodo di piogge. Da allora fu spesso e volentieri decisivo per l’assegnazione del titolo. Nel 2005 e nel 2006 fu Fernando Alonso a salire sul podio e a laurearsi campione del mondo con la Renault. La gara del 2006 fu anche l’ultima di Michael Schumacher alla guida della Ferrari.

Nel 2007, invece, l’ultima gioia della scuderia di Maranello grazie a Kimi Räikkönen che riuscì a vincere per una sola lunghezza sul giovanissimo Lewis Hamilton e su Fernando Alonso.

Il podio del Gp del Brasile 2008 – F. Massa, J. Todt, K. Raikkonen e F. Alonso

L’anno successivo, i tifosi del cavallino rampante e Felipe Massa si arresero a Hamilton all’ultimo giro. L’immagine di Massa sul podio che si batte la mano sul cuore rimarrà indelebile nelle menti dei tifosi.

Nel 2009 fu la volta di Jenson Button e Brawn GP che qui conquistò il suo primo e unico titolo mondiale. Nel 2012 è invece Sebastian Vettel su Red Bull a vincere la lotta iridata contro Alonso su Ferrari al termine di una gara vinta da Jenson Button, l’ultima per la storica scuderia inglese della McLaren.

F. Massa – 2008

Dal 2021 (o 2022) sarà probabilmente il nuovo circuito di Rio a decidere le sorti del campionato mondiale di Formula 1. Avremo ancora un tale spettacolo o saremo costretti a subire l’ennesimo circuito cittadino?

Intanto diciamo addio definitivamente a un luogo che ci ha fatto vivere emozioni memorabili.

Francesco Frosini
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