Fernando Alonso, 42 anni di un campione

Fernando Alonso, 42 anni di un campione

ACCADE OGGI – Fernando Alonso, due volte campione del mondo di Formula 1, compie oggi 42 anni.

Fernando Alonso Díaz, campione del mondo con la Renault per due anni di fila (2005/2006) compie oggi 42. Un pilota che ha sempre diviso la tifoseria ma che, a suo modo, ha segnato un’epoca, entrando di diritto nella storia del motorsport.

Beh, nel weekend in cui si corre in Belgio, andiamo a ripercorrere i passi del pilota asturiano!

I primi chilometri di Fernando

Fernando nasce a Oviedo, capoluogo delle Asturie regione nord-occidentale della Spagna il 29 luglio 1981.

Il padre, José Luis, è un meccanico presso una fabbrica di esplosivi e corre nei kart nel tempo libero. E da chi prende la passione per i motori? Ovviamente proprio da lui.

Nando scalpita e la famiglia asseconda l’interesse del giovane pilota in erba ma il più grande scoglio è la questione economica. Ma per trovare sponsor basta fare una sola cosa: vincere. E Fernando dal 1990, con il suo kart, vince innumerevoli gare che attirano altrettanti sponsor. Le prime di una lunga serie.

Ringraziamo Adrian Campos

Nell’anno 1998, un ex-driver di casa Minardi, da l’opportunità a Fernando di provare l’ebbrezza di entrare nell’abitacolo di una monoposto di Formula Uno. Il risultato è sorprendente.

Fernando, a soli diciassette anni, eguaglia il più esperto e forse futuro collega Marc Gené.

Il nome del talent scout che il mondo deve ringraziare è Adrián Campos. Lui spedisce direttamente il giovane a farsi le ossa nei campionati monomarca. Con una Nissan e già al primo campionato ottiene la vittoria. La scuderia faentina, che anche lei si fregia di esserne la scopritrice, lo impiega come test-driver.

Siamo ora nel 1999 e il novello campione approda alla Formula 3000. Pur non brillando nella prima parte di stagione, riesce a terminare quarto in classifica.

L’esordio in Formula 1

L’attesa per vedersi spalancare le porte del motorsport che conta dura poco. Passano due anni, siamo nel 2001.

La Minardi decide di far esordire l’asturiano alla partenza della stagione nel corso del Gran Premio d’Australia (con lui esordirà in Sauber anche Kimi Raikkonen). La prima stagione è deludente, non tanto per demeriti di Alonso quanto perché la il team Minardi Racing non è all’altezza della concorrenza. Fernando si distingue comunque per il suo comportamento e soprattutto per il suo stile di guida suscitando le attenzioni di alcuni top team.

Insomma, la stoffa del campione c’è e si vede. E così, Flavio Briatore, team principal di Renault decide di ingaggiarlo come test-driver.E al termine della campionato il manager cuneese lo promuove come seconda guida al posto dell’inglese Jenson Button affiancandolo all’italiano Jarno Trulli.

Il 2003 è una stagione altalenante. Ma segnata da due “prime volte”. Il 23 marzo Alonso ottiene la pole position al GP della Malesia, mentre in Ungheria vince la sua prima gara. Fernando chiude la stagione al sesto posto conquistando un totale di quattro podi.

Il 2004 è un anno piatto e i risultati non arrivano e, come se non bastasse, i rapporti con la scuderia e il compagno sono molto tesi. Tanto che Jarno decide di lasciare. A fine campionato, è comunque quarto.

Campione del Mondo di F1

Ma l’anno successivo arriva la svolta. La monoposto è veloce e affidabile, tanto che Fernando arriva terzo, mentre Giancarlo Fisichella, nuovo compagno di squadra, vince.

Dal GP successivo, l’asturiano piazza una tripletta. Tre vittorie di fila. Ma sono solo le prima di una lunga serie. Arrivano, infatti, i trionfi in Germania, Francia e nel Gran Premio d’Europa che si corre in sul circuito del Nürburgring in Germania.

Gli alfieri della McLaren di Pablo Montoya e del finlandese Kimi Räikkönen non riesco nella rimonta e il 25 settembre, con due gare d’anticipo, Alonso è campione del mondo.  In Cina, ultima gara del mondiale, la Renault trionfa anche per la prima volta nel campionato costruttori.

L’acclamato Principe delle Asturie, nel 2006 se la deve vedere con la Ferrari di Michael Schumacher e Felipe Massa.

Si tratta di un mondiale dove la guerra di nervi con il regolamento gioca un ruolo fondamentale, tanto da portare Briatore a farsi sentire, accusando la federazione di voler “favorire” Maranello. Ma,  il 22 ottobre 2006 a Interlagos in Brasile, Fernando Alonso è comunque in vantaggio su Schumacher di dieci lunghezze. Amministra il vantaggio e complice una gara sfortunata del tedesco, vince il suo secondo titolo mondiale salendo sul secondo gradino del podio. Anche il titolo costruttori resta alla scuderia francese.

Anni duri

Nel 2007 il pilota asturiano passa alla McLaren. Suo compagno di squadra è il debuttante Lewis Hamilton. I due, insieme ai ferraristi, combatteranno fino all’ultima curva dell’ultimo GP per la vittoria del mondiale. Ma la stagione è segnata da uno scandalo in cui la McLaren viene accusata (e punita) di aver copiato e spiato illegalmente proprio gli avversari della Ferrari. La squadra viene squalificata, mentre i piloti non subiscono penalizzazioni. Alla fine, sarà il ferrarista Raikkonen a portarsi a casa il titolo per una manciata di punti sui due alfieri della scuderia di Woking.

I problemi in McLaren, però, arrivano subito. Perché Alonso mal digerisce il compagno, giovane arrembante e di futuro certo. E alla fine dell’anno è divorzio e torna in Renault.

Tuttavia, la stagione 2008 è in salita, la monoposto non va. Vince solo a Singapore grazie al famoso crash gate di Nelson Piquet Jr. Alla fine dell’anno il mondiale va a Lewis Hamilton che diventa il più giovane campione del mondo.

Anche il 2009 è un anno duro per Alonso, soprattutto a causa della Brawn Gp, che sfrutta le zone d’ombra del nuovo regolamento per realizzare una vettura velocissima. Fernando ottiene al massimo un terzo posto.

Per la stagione mondiale del 2010 Fernando Alonso firma per guidare una Ferrari. Resta alla guida della rossa di Maranello fino al 2014. In questi anni arriva per ben tre volte al 2° posto del mondiale F1 (2010, 2012, 2013).  Nel 2015 torna alla McLaren ma la nuova avventura si rivela solo un fallimento.

Così, dopo tre anni di calvario, decide di prendersi un periodo di pausa dalla Formula 1. E nel 2018 partecipa alla WEC (la serie endurance a ruote coperte) e vince la celebre anche 24 Ore di Le Mans con la Toyota.

Il ritorno

Alonso decide di tornare nel circus nel 2021 a seguito della proposta di Alpine (l’ex Renault) e va a podio nel GP del Qatar. E dopo un altro anno nella scuderia francese, nel 2023 firma per difendere i colori dell’Aston Martin.

Fernando Alonso è sempre stato un pilota, un personaggio, che ha sempre diviso il tifo. Tra chi lo adora, chi non lo sopporta. Ma è innegabile la qualità innata del pilota di Oviedo e di quanto abbia contribuito alla storia di questo sport.

L’asturiano punta ancora al terzo titolo mondiale. Ci riuscirà con la macchina giusta?

Francesco Frosini

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