FIRENZE – Dal 28 maggio al 29 agosto a Palazzo Strozzi, una grande mostra celebra l’arte moderna degli Stati Uniti dall’inizio della Guerra del Vietnam fino all’attentato alle Twin Towers dell’11 settembre 2001. Tanti i grandi artisti esposti, da Warhol a Mapplethorpe, alcuni per la prima volta in Italia.
80 opere storiche, 55 artisti iconici, e la storia degli Stati Uniti d’America in primo piano. A Palazzo Strozzi arriva American Art 1961-2001, una kermesse che ripercorre 40 anni di storia artistica a stelle e strisce, focalizzandosi su temi attualissimi come la diversità e i diritti civili.
Gli artisti sono semplicemente immortali: Andy Warhol, Mark Rothko, Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Bruce Nauman, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman, Matthew Barney, Kara Walker.
L’esposizione propone uno straordinario percorso attraverso importanti e iconiche opere che hanno segnato l’arte americana dall’inizio della Guerra del Vietnam fino all’attacco dell’11 settembre 2001.
A cura di Vincenzo de Bellis (Curator and Associate Director of Programs, Visual Arts, Walker Art Center) e Arturo Galansino (Direttore Generale, Fondazione Palazzo Strozzi), la mostra testimonia la poliedrica produzione artistica americana. Dalla Pop Art al Minimalismo, dalla Conceptual Art alla Pictures Generation, fino alle più recenti ricerche degli anni Novanta e Duemila: tra pittura, fotografia, video art, scultura e installazione, si propone una inedita rilettura di quarant’anni di storia affrontando tematiche come lo sviluppo della società dei consumi, la contaminazione tra le arti, il femminismo, le lotte per i diritti civili.
AMERICAN ART 1961-2001: GLI STATI UNITI RACCONTATI DALL’ARTE
In un percorso che propone le opere di 55 artisti, un’attenzione speciale è data ad alcune figure chiave di questi quarant’anni. Centrale è Andy Warhol, di cui sono presentate 12 opere tra cui la celebre Sixteen Jackies (1964), dedicata a Jackie Kennedy all’indomani della morte di JFK.
La grande stagione degli anni Sessanta è testimoniata da opere di maestri come Donald Judd, Bruce Nauman, John Baldessari: figure che diventano punti di riferimento per le successive generazioni di artisti.
Tra queste emergono la riflessione sulla figura della donna di Cindy Sherman, le appropriazioni dal mondo della pubblicità di Richard Prince e Barbara Kruger, la denuncia dello stigma dell’AIDS di Felix Gonzalez-Torres o le inquietanti narrazioni posthuman di Matthew Barney, di cui è presentata in maniera inedita per l’Italia l’installazione di Cremaster 2 (1999).
Un focus speciale è dedicato alle più recenti ricerche degli anni Novanta e Duemila, tra cui spiccano figure di riferimento per la comunità afroamericana quali Kerry James Marshall e Kara Walker, della quale è proposta un’ampia selezione di opere video e disegni.
INFO UTILI
Orario mostra:
Lunedì-venerdì 14.00-21.00
Sabato, domenica e festivi 10.00-21.00
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Photo by OKNO studio