Si può ancora partecipare al Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico! Ecco le precedenti edizioni

Si può ancora partecipare al Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico! Ecco le precedenti edizioni

ITALIA – La scadenza per partecipare al 28esimo Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico è prorogata al 5 aprile 2022. I migliori racconti saranno pubblicati nella prossima antologia della collana Mondi IncantatiIl Bar Subito Dopo e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni è la diciannovesima uscita della collana Mondi Incantati, curata dall’associazione RiLL Riflessi di Luce Lunare e edita da Acheron Books. Ed io che sono un grande estimatore di questo concorso, li ho già ordinati e approfitterò della calma del weekend per leggerli. Ve li consiglio vivamente, anche come regalo originale!

Mondi Incantati è la serie di antologie che dal 2003 pubblicano i racconti fantastici premiati nei concorsi letterari annuali banditi da RiLL: il Trofeo RiLL e SFIDA. Inoltre, dal 2013 Mondi Incantati contiene una sezione speciale, che propone i racconti vincitori dei premi esteri (europei ed extra-europei) con cui il Trofeo RiLL è gemellato. Tutti i libri della collana sono realizzati senza alcun contributo da parte degli autori/ autrici. Quest’anno l’uscita della collana Mondi Incantati è Il Bar Subito Dopo e altri racconti.

Il Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico è un concorso letterario attivo dal 1994, che punta a scoprire e valorizzare nuovi autori/ autrici che scrivono storie fantasy, horror, di fantascienza e, in generale al di là del reale. Al premio partecipano più di 300 racconti all’anno, provenienti dall’Italia e dall’estero. Parliamo ora dei vincitori, tra il Bar subito dopo e gli altri racconti.

IL BAR SUBITO DOPO E ALTRI RACCONTI. TUTTI I VINCITORI

RACCONTI Trofeo RiLL MyWhere

La prima parte de Il Bar Subito Dopo e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni ospita i cinque migliori racconti del XXVII Trofeo RiLL, edizione svoltasi nel 2021 e che ha avuto la partecipazione record di 522 testi.

Il racconto vincitore, che dà il titolo al volume Il Bar Subito Dopo e altri racconti e ha ispirato la copertina dell’illustratrice Valeria De Caterini, è appunto Il Bar Subito Dopo, del modenese Nicola Catellani. Una storia che sembra basata sulla pura suspense, ma che si rivela inaspettatamente qualcosa di ben diverso. Al secondo posto un altro racconto di Nicola Catellani: Urne elettorali è una storia surreale e ironica, che immagina un’Italia fatta “necrocrazia”, in cui votano anche i morti.  È uno spunto assolutamente surreale e spiazzante… ed è impossibile non chiedere a Nicola Catellani come gli sia venuto in mente.

L’ispirazione per il racconto contenuto mi è nata a novembre 2020 leggendo il titolo di un articolo on line sulle elezioni americane dove, secondo una TV russa, ‘milioni di morti avevano votato per Biden’ (si trattava ovviamente di una fake news sui brogli elettorali, spiegata qui). Il titolo mi ha fatto scattare l’idea di un mondo in cui anche i morti avessero il diritto di voto. Ma non volevo scrivere un racconto horror sugli zombie, bensì di fantascienza del prossimo futuro, e così ho iniziato a sviluppare il tema quello che potrebbe succedere se prima di morire si potessero lasciare delle indicazioni di voto. Così è nato Urne elettorali, che non solo non è affatto horror, ma che è così verosimile che a qualche lettore non è sembrato nemmeno un racconto fantastico!!

Tunnel, di Elia Gonella, è un racconto che mischia Borges con le storie di genere post atomico, e che trascina i lettori in un viaggio nelle profondità della follia e nelle profondità di una città. Quindi, Elia, vorrei chiederti come hai pensato di accostare/ mischiare due ispirazioni così lontane, volendo anche una di letteratura alta e una di letteratura più popolare…

Sono un grande fan dei racconti di Borges e de L’Eternauta e considero entrambi letteratura alta. Certo, Borges ed Oesterheld erano autori molto diversi, tanto che uno sosteneva lo stesso regime che avrebbe fatto scomparire l’altro. Entrambi però nelle loro storie arrivano a mettere in dubbio la natura della realtà e della linearità del tempo, cose che ho tentato di fare anch’io, nel mio piccolo. Senz’altro in Tunnel ci sono echi de Il giardino dei sentieri che si biforcano, come de L’altro, in cui Borges incontra un sé stesso più giovane, e del Manoscritto trovato in una tasca di Cortàzar. Ma il racconto ha natali più modesti: circa un anno fa sono sceso nella metropolitana di Milano per la prima volta dopo mesi – c’era stato di mezzo il lockdown – e ho ripensato a quando, da studente, usavo quel mezzo ogni giorno. Quel me stesso più giovane mi è sembrato uno sconosciuto, uno che forse non avrei riconosciuto nemmeno se me lo fossi ritrovato seduto di fronte sul mio stesso vagone. A proposito, l’unica volta che ho creduto d’incrociare un mio sosia – si dice che tutti ne abbiamo almeno uno, da qualche parte nel mondo – è stato proprio sulla metropolitana… Di qui l’idea di un personaggio che va alla ricerca di un sé stesso più giovane tra i tunnel, un viaggio impossibile, destinato a portarlo alla follia, all’allucinazione. Il protagonista s’immerge e si perde tra le gallerie, tra l’infinità di linee che si intersecano e si biforcano – non avrei mai potuto ambientare il racconto a Roma! – e finisce per identificarsi lui stesso con quel labirinto. Mi è sembrato inevitabile che alla disgregazione della sua salute mentale corrispondesse un degrado crescente nelle condizioni della metropolitana: di qui il finale apocalittico, con le gallerie usate come rifugi anti-atomici.

Segue, al quarto posto, Pollice Verde, di Cristina Amerio: un racconto leggero e spumeggiante, sostenuto da un gran ritmo e dall’abilità dell’autrice di giocare con gli stilemi delle storie alla Mission: Impossibile.

Cristina, visto che quel ginepro è Vasco, uno dei protagonisti (nessun errore: Vasco il ginepro è davvero uno dei due protagonisti del racconto!), vorrei chiederti di parlarci di questo incontro.

È andata proprio come spiegato nella biografia. Me ne stavo davanti al PC, col foglio di Word aperto, senza sapere esattamente cosa ne avrei ricavato, quando, all’improvviso, è apparso un albero. Ho capito subito che si trattava di un ginepro, primo perché aveva la chioma tutta arruffata e un’aria sgualcita, come se si fosse appena svegliato da un lungo sonno; secondo perché sorrideva, come solo i ginepri sanno fare. Calarlo all’interno di un racconto è stata una sfida alla Mission: Impossible, ma è bastato lasciargli fare il suo mestiere (l’esperto botanico) ed affiancarlo ad un’agguerrita, abilissima giardiniera e, alla fine, la storia è venuta da sé. Ovviamente poteva solo essere adrenalinica, come quando i comuni mortali si trovano davanti ad una pianta, coltivata con amore, ma che sta per tirare il calzino e allora si arrabattano per tentare un improbabile salvataggio, pur non avendo la più pallida idea del perché si sia ridotta così. Non so a voi, ma a me capita di frequente. Non vi nascondo che seguire i nostri due eroi in una tale, rocambolesca avventura non è stato per niente facile. Io, come forse avrete capito, non ho il pollice verde, direi che vira più su un malsano nero catrame, perciò ho dovuto sorbirmi un corso accelerato di fitologia per riuscire a districarmi tra Aracee, Moraceae e via dicendo. Per fortuna, il professore era Vasco (degno allievo di Linneo!).

Malarazza, di Luca Notarianni, è una distopia disturbante, che dà forma concreta all’orrore: l’esame di autocoscienza del protagonista sfocia in un’abiura cruenta e catartica, dura come un pugno nello stomaco. Quindi, con un po’ di ironia, vorrei chiedere a Luca: cosa ti è saltato in mente di mandarci Malarazza? Perché proprio questo racconto e proprio per il Trofeo RiLL? Non hai mai pensato di stare osando un po’ troppo?

Ho partecipato diverse volte al Trofeo RiLL, e in effetti conosco bene i racconti arrivati in finale in passato; aggiungo che tutti i miei lavori precedenti strizzavano molto di più l’occhio alla fantascienza, però sono stato premiato con Malarazza, che è più horror, più crudo. Credo che la differenza principale sia che in questo caso mi sono voluto divertire, non ho pensato a cosa potesse piacere ai lettori-selezionatori, ho lasciato andare la fantasia seguendo la mia passione, senza troppi ragionamenti o pensieri su quello che stavo scrivendo.
“Alla tua domanda scherzosa rispondo che mi è saltata in mente l’onestà. E, quando si scrive, l’onestà paga sempre. Ho creato una narrazione e l’ho lasciata andare, non ho provato a indirizzarla verso una strada predefinita, ho raccontato una storia nella quale ho riversato quello che avevo dentro e, quando si è trasformato in qualcosa di diverso, l’ho semplicemente rispettato. Mi sono divertito molto a scrivere Malarazza e credo che tutto questo sia arrivato a chi ha letto il mio racconto.

SFIDA, PER I VETERANI

TROFEO RILL

Una sezione del libro Il Bar Subito Dopo e altri racconti è riservata a SFIDA, il concorso che RiLL propone agli autori/ autrici arrivati/e una o più volte in finale al Trofeo RiLL. Il concorso prende il nome dalla SFIDA che RiLL lancia con ogni edizione. Scrivere una storia che rispetti uno (o più) vincoli, che cambiano ogni anno. La SFIDA 2021 consisteva nello scrivere un racconto fantastico che contenesse la frase “per favore, non leggermi nel pensiero”.

Quattro i testi premiati: Il liuto e l’arpa, di Giorgio Smojver, un fantasy liberamente ispirato a due ballate medievali danesi e che ha per protagonista Astolfo di Anglia, cavaliere di Carlo Magno e personaggio di celebri poemi rinascimentali (fra cui l’Orlando Furioso). L’amore è una rockstar vecchio stile, di Marco Cesari, una storia di fantascienza che immagina un futuro in cui la telepatia è diffusissima, e ne racconta gli effetti sulla vita delle persone. L’impostore, di Saverio Catellani, è una storia narrata con gli occhi e le emozioni del bambino protagonista. Lega sorprendentemente il dono della telepatia al dramma della Shoah. Regola 37D, di Francesca Cappelli, un racconto fantasy che parla di telepati e Tornei di Magia Emotiva, ma che è anche una riflessione sulla forza (e la violenza) delle parole che usiamo.

IL TROFEO RiLL ALL’ESTERO

trofeo rill

Infine, Il Bar Subito Dopo e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni propone al pubblico italiano i racconti vincitori di alcuni premi letterari esteri con cui il Trofeo RiLL è gemellato:

  • L’incidente Furnerius, di J. A. Menéndez (vincitore del Premio Visiones, organizzato in Spagna da Pórtico – Asociación Española de Fantasía, Ciencia Ficción y Terror. Traduzione: Serena Valentini). Una storia di fantascienza ambientata sulla Luna, che mischia il tema della lotta per la sopravvivenza con quello dei viaggi nel tempo. Quindi la domanda che vogliamo fare a J. A. Menendez riguarda questa sua scelta, nel senso: perché la hai presa e perché la consideri importante?

    Avevo in mente due obiettivi quando ho deciso di non specificare mai il sesso/genere di Pat. Il primo era di tipo narrativo: L’incidente Furnerius parla di viaggi nel tempo, ma anche di un primo contatto (con gli alieni, NdR), nel quale Pat rappresenta l’umanità tutta: maschi, femmine, persone non binarie etc. Penso che rimuovere il sesso/genere di Pat dal racconto porti ogni lettore a sentire una maggiore connessione con Pat e le sue decisioni, e i suoi errori. Di Pat impariamo a conoscere le virtù (resilienza, curiosità ecc.) e i difetti (il gusto per la violenza e le soluzioni distruttive, il disinteresse per le conseguenze di lungo periodo delle sue azioni), che sono anche quelle dell’umanità. Chi legge la storia può assumere che Pat sia un maschio, o una femmina, o qualsiasi altra cosa, nulla nel testo contraddice questa idea. In secondo luogo, si trattava per me di una sfida di scrittura. Mi sono sempre divertito con i racconti dello scrittore spagnolo Enrique Jardiel Poncela (romanziere e commediografo spagnolo della prima metà del XX secolo, NdR) nei quali non venivano volutamente usate alcune lettere. Ma non le lettere W o X, no: l’esperimento consisteva nel non usare la lettera A oppure la E, cioè due delle più diffuse in Spagnolo. La prima volta che lessi una di queste sue storie non mi accorsi della cosa. Poi, quando me la fecero notare, rimasi sbalordito. E quella sensazione mi fece capire che chi scrive può scegliere la via più facile, ma può sempre scegliere di fare invece qualcosa di speciale. Quindi, quando ho iniziato a scrivere L’incidente Furnerius, mi sono chiesto: se il personaggio principale del racconto rappresenta tutta l’umanità, potrei scrivere questa storia con un essere umano come protagonista ma senza chiarirne il sesso/genere? Ho dovuto giocare un po’ con le parole e la costruzione delle frasi, ma alla fine ci sono riuscito, anche senza ricorrere alle forme gender neutral che stanno sempre più emergendo. Magari qualche lettore noterà questo aspetto del racconto… e sarò io che gli avrò fatto provare la sensazione di cui parlavo prima.

  • Il Bar Subito Dopo e altri racconti propone poi in gemellaggio Creature Ultraterrene, di Belinda Lewis (vincitore della NOVA Short-Story Competition, bandita dall’associazione SFFSA – Science Fiction and Fantasy South Africa. Traduzione: Francesca Garello). Un racconto di fantascienza che parla di esplorazioni spaziali, e insieme della solitudine delle persone (e del suo peso). Belinda, quindi vorremmo chiederti quale era il messaggio che volevi mandare ai lettori/lettrici quando lo hai scritto.

Ho sempre creduto che il valore e la bellezza delle storie, e anzi di tutte le Arti, sia che sono in grado di dire qualcosa che semplicemente non può essere comunicato in nessun altro modo. Perciò generalmente quando scrivo cerco di suscitare un sentimento, una sensazione, più che veicolare un messaggio specifico. Creature Ultraterrene è un omaggio al racconto A Saucer of Loneliness di Theodore Sturgeon, del 1953, in cui una donna viene visitata da un minuscolo disco volante, che contiene soltanto una poesia sulla solitudine – un messaggio in una bottiglia gettato nel mare della galassia. Sono sempre stata profondamente toccata dall’idea di fondo: che i desideri, le aspirazioni siano un’emozione così potente e abbastanza universale da trascendere sia lo spazio che le specie. Quindi penso che il mio intento quando ho scritto il racconto fosse più vicino alla prima chiave di lettura: la solitudine è un peso così grande che faremmo cose estreme per sentirci parte di qualcosa. Ma in realtà il significato, la sensazione che volevo veramente trasmettere è riassunta al meglio dall’ultima riga della bellissima storia di Sturgeon: Tra le tante cose che significava, c’era che anche alla solitudine c’è una fine, per coloro che sono abbastanza soli, abbastanza a lungo.

  • Il Bar Subito Dopo e altri racconti propone in gemellaggio La migliore medicina, di Pauline Yates (vincitore della Horror Short-Story Competition, curata dall’AHWA – Australasian Horror Writers Association. Traduzione: Daniele Pagliuca). Una storia dell’orrore che investiga il rapporto fra un marito malato di mente e la moglie che deve accudirlo. È abbastanza naturale chiedere all’autrice come le sia venuta l’idea di questo particolare mix. Inoltre, Pauline, visto che l’Australia è (quasi) agli antipodi dell’Italia, ci piacerebbe che ci parlassi un po’ dei fattori di ispirazione “locali” per il tuo racconto (leggendolo, noi abbiamo pensato a film come il classico “Non aprite quella porta”, che però è statunitense, e all’australiano Wolf Creek).

Per me, l’orrore è più di un maniaco che brandisce una motosega. Le mie storie sono spesso horror psicologici, parlano delle sofferenze profonde dei personaggi. Racconto la battaglia interiore dei personaggi contro i loro demoni personali, che derivano da circostanze al di fuori del loro controllo o da scelte che hanno fatto precedentemente. Ne La migliore medicina, questi demoni appaiono sotto forma di senso di colpa, risentimento, depressione e disperazione. A seconda dei casi, i miei personaggi possono trovare un modo per elevarsi al di sopra di questi demoni e vincere la loro battaglia, oppure soccombere. Per sottolineare proprio questo aspetto psicologico, nel racconto l’ho combinato con lo spargimento di sangue che deriva dalla totale disperazione; volevo così far vedere come questi demoni personali possano manifestarsi in una forma fisica, facendo uscire il mostro interiore dai suoi confini psicologici. Riguardo agli elementi australiani del racconto, la posizione isolata della casa in cui è ambientata la storia è qualcosa che si riscontra facilmente, in Australia. Lontano dalle città l’entroterra australiano è vasto, remoto e spesso inaccessibile. Non è insolito che le persone risiedano a un’ora di macchina o più dal loro vicino più prossimo. E, seppure la privacy e l’isolamento siano allettanti per molti, va anche ricordato che, se qualcosa va per il verso sbagliato, nessuno ti sentirà urlare.

RACCONTI Trofeo RiLL MyWhere

 

IL BAR SUBITO DOPO AL LUCCA COMICS

Il Bar Subito Dopo e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni è uscito a ottobre 2021 ed è stato presentato a cura di RiLL nell’ambito del festival internazionale Lucca Comics & Games.

Il Il Bar Subito Dopo e altri racconti è disponibile su Amazon e presso RiLL.

Il XXVIII Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico è in corso. I migliori racconti saranno pubblicati nella prossima antologia della collana Mondi Incantati. La cerimonia di premiazione del 28esimo Trofeo RiLL avrà luogo nel novembre 2022, durante il festival internazionale Lucca Comics & Games

Inoltre, il racconto primo classificato sarà tradotto e pubblicato in Spagna (su Visiones, l’antologia annuale di Pórtico) e in Sudafrica (su PROBE, il magazine associativo della SFFSA).

L'Editore

Leave a Reply

Your email address will not be published.