Quante volte sono stato in Romania? Ormai ho perso il conto.
La prima visita risale a giugno dello scorso anno. Inizialmente si è trattato di viaggi brevi e radi che di volta in volta si sono trasformati in soggiorni settimanali di due volte al mese.
La Romania è un paese difficile. Solo oggi, dopo svariate visite in varie città – e molte ore di macchina vista la quasi totale assenza di autostrade – riesco a raccogliere i miei pensieri in questa breve testimonianza.
I primi viaggi sono serviti a modulare gli stereotipi (a dir la verità molto pochi e semplicistici) che avevo di questo paese e della sua cultura. Nello specifico sono serviti a modulare una certa indifferenza vista l’assoluta mancanza di riferimenti concreti tali da farmi pensare di far visita a questa terra nel breve termine. Ed invece la vita segue strane vie… Ci sono ora e vi sono stato il maggior numero di volte rispetto a tutti gli altri paesi visitati durante la mia vita.
Romania uguale zingari. Uguale prostituzione. Uguale povertà. Uguale tristezza. Uguale comunismo. Uguale dittatura. Uguale cielo e case grigie. Uguale Dracula e Transilvania.
E’ vero. Non sono stereotipi.
Ricordo il mio stupore (e la mia ignoranza!) nel sentirli parlare: il rumeno è simile all’italiano! Mi fossi documentato il minimo forse non mi sarei stupito per così poco…
I paragoni coi paesi dell’ovest affollavano ed affollano ancora oggi la mia mente, anche se sto cercando di epurare i miei pensieri da quella verità assoluta che in Italia vada tutto meglio. Fosse vero poi!
Quante volte mi è capitato di notare delle somiglianze tra l’Italia e la Romania: e non credete ne sia stato contento. Purtroppo sto parlando di riferimenti negativi: corruzione, mangerie, mancato rispetto dell’ambiente, razzismo. Gli italiani simili ai rumeni? Ebbene sì, signori miei. Provare per credere.
Ed allora ho ragionato sul perché amo tanto il mio paese, nonostante debba ammettere che tante volte ne sia rimasto schifato. Ho riflettuto sull’unicità della nostra terra e su quali fossero le caratteristiche che la rendono tale. Ed ho ridotto il tutto ad un’unica caratteristica: l’amore e la passione per il dettaglio.
In Italia, nonostante in questo momento sia messo a serio repentaglio da un’importazione massiccia di beni di scarsa qualità, il dettaglio la fa da padrone.
La cucina, la moda, design e l’arte si basano sul dettaglio e sulla cura del particolare per raggiungere la perfezione ed elevare il prodotto ad una qualità superiore.
A noi italiani piacciono le cose belle e fatte bene. E la storia testimonia questa nostra perenne inclinazione: monumenti, quadri, opere d’arte e molte altre cose che rappresentano quanto “l’arte del fare bene” rispecchia i nostri sentimenti più puri, la nostra italianità.
Probabilmente molti di voi penseranno che non è necessario fare avanti e indietro dalla Romania per arrivare a questa conclusione, ma quando si dice che “viaggiare apre la mente” mi piace pensare che questa ne sia la dimostrazione.
E così continuo a fare al spola, mi arricchisco e spero che qualcuno leggendo possa trarne qualche spunto positivo.
La Romania è un paese lacerato da una dittatura che lo ha paralizzato per quarant’anni.
Un’interruzione che ancora oggi è contrassegnata da una macro-divisione della società tra coloro che vivono il nostro tempo in una realtà urbanizzata di base occidentale e altri che vivono in piccole realtà rurali dove lo sviluppo tecnologico risale a più di quarant’anni fa. Due ciclisti su di un tandem in totale disaccordo sulla velocità della pedalata. Quello che sta davanti che vorrebbe pedalare più velocemente per combattere la corruzione, rispettare l’ambiente, migliorare il proprio tenore di vita e cambiare la propria immagine all’estero. Purtroppo quello che sta dietro non ha alcuna fretta e mantiene il ritmo di una pedalata che permette ai soliti pochi di continuare ad arraffare come se il comunismo non fosse mai caduto.
Ora sono in auto e viaggio su una dei pochi tratti di autostrade che si sono costruiti: segno di un “progresso” che stenta ad arrivare e che mostra i primi sporadici risultati. Domani ultimo appuntamento e poi volo in Italia.
A questo punto devo precisare. Gli stereotipi sulla Romania sono veri, ma dipendono da preconcetti generalizzati di una visione di massima. Per scoprire veramente questo paese bisogna partire dalle piccole cose, dal dettaglio. Ed io, da buon italiano, so esattamente come farlo.
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