Le avventure di Pinocchio: una fiaba per bambini o un romanzo che parla a tutti noi di rinascita?

Le avventure di Pinocchio: una fiaba per bambini o un romanzo che parla a tutti noi di rinascita?

ITALIA – Le avventure di Pinocchio. Una fiaba di grande successo, il secondo libro per traduzioni nel mondo e che oggi, in tempo di Coronavirus fase 2,  scopriamo di grande attualità: perché parla di una rinascita, desiderata e possibile, di una trasformazione annunciata ma che tarda a venire e che porta questo burattino, condannato a morire nel ventre del pesce-cane, a diventare più sereno e bello di prima, un ragazzo intelligente,  vispo e oltretutto benestante.

Ci sono libri che fanno sognare i lettori  in qualunque continente si trovino a vivere. Sono libri che trovano posto a buon diritto nella memoria collettiva di ogni popolo e che contribuiscono a farci sentire culturalmente in rete con altre nazioni. Uno di questi testi è Le avventure di Pinocchio, il secondo libro letterario per traduzioni al mondo, in grado addirittura di far sognare i piccoli e i grandi insieme e che ci racconta  del passaggio dalla magia spensierata della libertà infantile, fatta di  giochi e di divertimenti,  al mondo dei doveri e delle assunzioni di responsabilità tipiche  della vita adulta.

 Pinocchio, nato dalla penna di Collodi (al secolo Carlo Lorenzini),  presenta di fatti un percorso esistenziale, potremmo quasi dire un paradigma,  che da subito ha cominciato a stimolare la fantasia  dei contemporanei e la cui vitalità  è rimasta intatta nel tempo. Già nel 1911, dopo l’uscita nel 1883 del testo col titolo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, il romanzo  aveva un numero di cortometraggi pari a quelli della Divina Commedia; ci piace  ricordare il cartone animato del 1940 a lui dedicato dalla Walt Disney ,  lo sceneggiato televisivo di Luigi Comencini con Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto, il Pinocchio diretto e interpretato da Roberto Benigni ed ultimo, in ordine di tempo, il film di Matteo Garrone.

Il nome del burattino di legno più conosciuto al mondo ha ispirato anche l’astronomia con la designazione dell’asteroide “12927 Pinocchio”.

Immagine dal film Pinocchio di Matteo Garrone

Come si spiega questo perdurante successo?

Collodi ha scritto la storia di un burattino, un figlio che stenta a  diventare uomo, ma alla fine del suo percorso avventuroso ce la farà e si ritroverà completamente trasformato. La prima versione del testo (La storia di un burattino)si interrompeva  con l’impiccagione di Pinocchio alla Quercia grande, ma le proteste di migliaia di piccoli lettori costrinsero l’autore a  far resuscitare il protagonista per proseguire la narrazione dal  XV capitolo fino al XXXVI capitolo aggiungendo così alla struttura della fiaba quella del romanzo di formazione, per cui il protagonista giunge alla piena maturazione della sua identità di “ragazzino perbene”.

La molla potente de Le avventure di Pinocchio  è il fascino della tentazione:  Pinocchio  si lascia trascinare continuamente, deve andare a scuola, lo sa bene, ma  ama il gioco e rifiuta la fatica: c’è in lui una lotta costante tra il senso del dovere e il richiamo della trasgressione.

All’origine delle avventure troviamo un uomo, Geppetto, guidato dall’intuizione  di intagliare  dal legno un burattino, che da subito chiamerà figlio: questo disobbediente  burattino non ascolta però né Geppetto né il grillo definito parlante,  la voce della coscienza che Pinocchio vorrebbe eliminare, ma che si ripresenta più vivace che mai a farsi sentire nei momenti in cui occorre fare una scelta.

Pinocchio nelle sue avventure richiama simpatia, come quando Mangiafoco gli regalerà per il suo “povero babbo” cinque monete d’oro. E attira anche quella di noi lettori per la sua ingenuità. All’osteria del Gambero Rosso pagherà il conto salato per tutti, senza percepire la stranezza della partenza della Volpe e del Gatto; Lucignolo, in apparenza amico fidato, si rivelerà un cattivo consigliere  e il mitico Paese dei Balocchi  una trappola degradante che colpirà entrambi con la trasformazione in asini.

Da monello ribelle il burattino non ascolta i consigli previdenti e inevitabilmente si caccia in avventure attraenti ma pericolose, talora ai limiti della sopravvivenza: nonostante i suoi cedimenti  conserva però un cuore buono.

Le avventure di Pinocchio

In Pinocchio ogni tentazione provoca un cedimento dai suoi buoni propositi e comporta delle conseguenze negative, ma il burattino imparerà a sue spese che a dar retta ai cattivi compagni c’è da pentirsene:  soprattutto sarà la Fata dai capelli turchini che salverà quell’imprudente discolo avventuroso, lei che, con la sua materna ma ferma dolcezza,  lo perdona e gli fa nascere il desiderio di diventare un ragazzino compiuto.

Nel paese delle Api industriose Pinocchio  è ormai vicino alla meta, si comporterà bene e a scuola prenderà i voti più belli a fine anno:  allora la Fata gli promette che il giorno dopo sarebbe diventato un ragazzo vero e proprio e avrebbe smesso di essere un burattino. Ma prima che ciò accada Pinocchio, debole e fragile,  si perde di nuovo dietro ai cattivi compagni, incontrato Lucignolo si scorda della sua promessa e della sua festa e lo seguirà sul carro di un  omino tenero e untuoso….una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole…tutti i ragazzi , appena lo vedevano, ne restavano innamorati ma che di sé sinistramente dice: Tutti la notte dormono e io non dormo mai.

Nonostante le sue disavventure Pinocchio riuscirà ad uscire dall’ affondamento nella degradazione, il cui punto più basso sarà la metamorfosi in asino: piano piano  imparerà a badare a se stesso, a trarsi via dalle cattive compagnie, a sfuggire ai pericoli e quando riconoscerà lungo il cammino il Gatto e la Volpe è un burattino diverso e  per tre volte si rivolgerà ai vecchi compagni di strada dicendo: Addio, mascherine!

Alla fine il ravvedimento di Pinocchio gli darà nuove energie per portare il vecchio Geppetto fuori dal ventre del pesce-cane e per compiere atti di sacrificio utili a sostenerlo e accudirlo. Non solo: si disporrà ad aiutare con i  proventi dei suoi lavoretti la Fata turchina e la sua bontà verrà premiata. La fata in sogno lo perdonerà  e lo inviterà a vivere con giudizio per essere felice: la mattina dopo il vecchio burattino non c’è più e nasce un nuovo bambino,  il burattino si trasforma definitivamente in un ragazzo in carne ed ossa e Pinocchio risorge a nuova vita, diventa davvero il figlio che Geppetto aveva desiderato fin dall’inizio.

Questo burattino ci rappresenta: come ha osservato Benedetto Croce, il legno, in cui è  intagliato  Pinocchio, è l’ umanità,  senza distinzione tra piccoli e grandi: quanti amici apparentemente disinteressati, in realtà cinici approfittatori, abbiamo incontrato? Quanti paesi dei balocchi sono diventate paludi scivolose? Quante volte abbiamo sbagliato strada o il percorso si è rivelato differente delle nostre aspettative? Quanti falsi profeti come l’Omino che guida il carro verso il paese dove “dove le vacanze iniziano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre”  promettono felici guadagni senza fatica e percorrono le nostre strade?

pinocchio
Crediti foto Pixabay

Pinocchio ci parla oggi, questa storia – che è più di una fiaba e che  contiene un percorso di trasformazione e crescita e presenta passaggi  non solo magici ma anche di tipo noir (conigli neri, notti oscure, impiccagioni….) –  è molto attuale.

Tra capricci e pentimenti tutti i temi importanti dell’esistenza sono affrontati: i nostri legami affettivi, in particolare quello col padre, la presenza del male dentro il nostro cuore (non come semplice mancanza di conoscenza, ma come atto della volontà), ma anche del male oggettivato in determinati personaggi esterni, l’aiuto provvidenziale che salva dal soccombere, la riflessione interna al personaggio e la sua autocritica, il tema del destino, per cui Pinocchio e Lucignolo, amici di disavventure, avranno percorsi diversi e opposti.

Questo burattino che risorge dalle sue debolezze e crisi, che affronta la paura della morte e l’ostilità dei presunti amici è davvero un moderno combattente, un eroe della rinascita che oggi può ancora far risuonare i nostri cuori di adulti  con le loro fragilità e timori. Pinocchio è un simbolo positivo che ci lancia un forte messaggio: da tutto si può ripartire per nuove scelte e percorsi. I fallimenti si possono superare, le paure e i momenti di crisi sono temporanei se resta la volontà di desiderare un futuro diverso e più appagante e di metterci all’opera per costruirlo.

La lettura di Pinocchio è consigliata ai piccoli ma anche soprattutto ai grandi, perché, in particolare nei momenti di crisi, tutti noi abbiamo l’esigenza e la possibilità di trovare nuove energie e di rinascere.

 

Crediti foto in homepage: Pixabay

Teresa Paladin
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8 Responses to "Le avventure di Pinocchio: una fiaba per bambini o un romanzo che parla a tutti noi di rinascita?"

  1. Marco   24 Maggio 2020 at 14:47

    Concordo nella presentazione che e’ una parte fondamentale dello spaccato della vita odierna anche italiana tuttavia non sono d’accordo nel definire Pinocchio un bambino perbene “benestante”

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    • Marco   24 Maggio 2020 at 15:03

      Il fatto che siano stati dati dei soldi come lascito probabilmente dalla data non fa si che il burattino ragazzo debba essere considerato un borghese

      Rispondi
  2. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   24 Maggio 2020 at 14:57

    Caro lettore, è Collodi che alla fine della fiaba/romanzo ci presenta nell’ultima pagina del romanzo un Pinocchio che si ridesta la mattina in bella camerina ammobiliata (invece che in una capanna di paglia), semplice ma elegante, con un bel vestito nuovo, gli stivali in pelle e un portamonete d’avorio con 40 zecchini d’oro, “tutti nuovi di zecca”.
    Ma la parte interessante è quella che segue: anche Geppetto è tornato arzillo e di buon umore, diremmo più giovane, grazie alla “bontà” acquisita dal suo figliolo.
    La trasformazione di Pinocchio ridà vitalità anche a lui!

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  3. Franca tedeschi   26 Maggio 2020 at 09:23

    Bello questo commento.la storia di Pinocchio poi affascina,perché non è solo un racconto per bambini ,ma una percorso di vita vissuta,anche spirituale. Non sarà mai un libro lasciato in fondo ad un cassetto.

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  4. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   26 Maggio 2020 at 12:52

    Ringrazio per gli apprezzamenti. E’ proprio vero: è un percorso di vita vissuta ed anche spirituale. Condivido.

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  5. Angeli australi   28 Maggio 2020 at 11:47

    Di Pinocchio mi ha sempre affascinato il fatto della dualita burattino/bambino, o anche bambino con il bisogno di una liberta incondizionata che scaturisce dal gioco e il legame affettivo che porta a vivere nel senso di colpa il rapporto con I genitori. Da un dualismo cosi moderno, attuale, se ne esce solo considerando le due dimensioni di uguale importanza. L’una non puo fare a meno dell’altra. Per il lieto fine scontato. Da morale piccoli borghese, bisogna an he considerare il fatto che la storia di questo burattino Collodi la pubblicava a puntate su di un giornale.

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  6. Teresa Paladin
    Teresa Paladin   28 Maggio 2020 at 14:07

    E’ una dualità profonda quella indicata (burattino/bambino), due poli compresenti destinati nel romanzo di Collodi a un percorso di formazione. Il tema del senso di colpa credo che sia una presenza costante nei momenti di ripensamento del “monello” Pinocchio: trovo affascinante questa precisazione, in qualche modo presente nell’infanzia e che forse tutti noi, rileggendolo, possiamo ricordare.Ringrazio per le osservazioni, acute e attualizzate.

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  7. Marco   28 Maggio 2020 at 21:29

    Penso comunque che la recensione sia molto professionale e fatta analiticamente e molto esaustiva

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