Intervista a Stefania Mannacio Colla della Compagnia Gianni e Cosetta Colla

Intervista a Stefania Mannacio Colla della Compagnia Gianni e Cosetta Colla

MILANO – Stefania Mannacio Colla, nipote di Gianni e Cosetta Colla, si racconta.

La Compagnia Gianni e Cosetta Colla si racconta attraverso le parole di Stefania, loro nipote. Marionettista e attrice; dal 1995 scrive le sceneggiature degli spettacoli del nuovo repertorio; dal 2010 ne cura le regie; nel 2018 è direttrice artistica.

Quando e dove nasce la tradizione della Compagnia?

I primi documenti sull’attività marionettistica della famiglia Colla sono datati all’inizio dell’Ottocento: le origini sono settentrionali (Piemonte-Emilia). Nel 1861 la famiglia si divide in due rami che hanno storie e vocazioni differenti. Il nostro ramo, giunto oggi con me alla sesta generazione – e forse alla settima, con mio figlio Luigi, appena laureato in cinema, che nella corrente stagione sta lavorando in compagnia in cerca di un’ispirazione…– dal secondo dopoguerra, è votato all’innovazione e alla ricerca, per la creazione di un teatro di marionette moderno rivolto all’infanzia.

Le avventure di Alice

Ci vuole piu’ fatica o più caparbieta’ o più passione (o quale altro mix) a portare avanti un mestiere come il vostro?

Questo mix è perfetto. Credo anche che ad ogni nostra generazione si possa assegnare una caratteristica “tipica”: mio nonno Gianni, artefice di quella “rivoluzione “ del teatro delle marionette a cui si ispira la nostra attività oggi, è stato mosso da uno spirito moderno, allergico ai dogmi della tradizione. Ha voluto gli attori insieme alle marionette e creato tantissime innovazioni in seno alla tradizione dei suoi antenati. Lo definirei un visionario.

Mia zia Cosetta (figlia di Gianni), quinta generazione, ha 86 anni e lavora ancora. È una “pasionaria”, per lei il teatro è la vita.

La Freccia Azzurra

Io sono cresciuta in teatro, ho “debuttato” a 4 anni ma fino ai 20 pensavo di fare altro. Finito il liceo, nel 1984, mi sono iscritta all’Università ma non mi sono mai laureata: ho sentito forte la responsabilità di continuare questo lavoro. In me c’è senso del dovere, unito alla fatica (sono una sgobbona ma non mi lamento mai…); anche la caparbietà mi appartiene e l’ho messa in atto soprattutto in alcuni passaggi critici quando, per ragioni assolutamente indipendenti dal successo del nostro lavoro – che è sempre stato fortunatamente ampio– , abbiamo rischiato di chiudere l’attività.

C’è uno spettacolo al quale siete particolarmente legati?

Siamo molto legati a “Pinocchio” che consideriamo il nostro spettacolo mito. “Pinocchio” è stato nel 1946 lo spettacolo con cui mio nonno Gianni ruppe col passato: un testo di letteratura moderna, rivolto all’infanzia, che avrebbe dato il via alla nostra piccola rivoluzione artistica, un nuovo teatro di marionette (e poi di attori e attrici) rivolto espressamente alle bambine e ai bambini. Per me, che sono una sentimentale, tutti i nostri spettacoli, le marionette e i personaggi che di essi fanno parte, sono delle bellissime avventure e io me li tengo stretti vicino al cuore, amandoli in misura uguale.

Pinocchio

Quali sono i progetti in essere e quali le visioni future?

Il nostro progetto è molto semplice: vogliamo mantenere a Milano la nostra “posizione” di teatro di eccellenza rivolto all’infanzia, cosa che siamo da oltre settant’anni. Nel contempo vogliamo proseguire quel processo di rinnovamento che mio nonno cominciò nel 1946 e che non si è mai interrotto. La nostra identità artistica è molto forte e vogliamo mantenerla tale. Milano è una città energica, stimolante ma a volte superficiale: la logica dell’evento non ci appartiene. E nemmeno quella di fare “tutto” e di essere ovunque. Siamo concentrati su quello che sappiamo fare per farlo sempre al meglio.

Canto di Natale

In quale scenario europeo si colloca il vostro tipo di teatro?

La nostra compagnia ha un profilo locale in quanto lavoriamo solo a Milano e i nostri spettacoli sono decisamente calibrati sul pubblico infantile italiano, soprattutto per quanto riguarda l’adattamento dei testi e l’uso della lingua. Siamo una compagnia di produzione, di teatro di figura ma anche di prosa giacché vi recitano attrici e attori professionisti. Lavorare “fissi” a Milano, essere in scena continuativamente solo qui, è una scelta che perfezioniamo di stagione in stagione; ci preme essere il teatro stabile per bambine e bambini; un punto di riferimento per le scuole e le famiglie, grazie alla storicità della compagnia, alla qualità delle produzioni, all’organizzazione generale. Pur non andando in tournèe, visto che Milano è una città internazionale, abbiamo molto pubblico straniero (soprattutto cittadini europei che vivono qui).

Quale accezione di contemporaneità può’ avere il microcosmo delle marionette?

Il microcosmo del teatro di marionette è senza dubbio contemporaneo proprio perché si rinnova attraverso l’ascolto e l’osservazione del proprio pubblico. Siamo costantemente sollecitati dalle bambine e dai bambini a continui cambiamenti; indotti ad essere “contemporanei” nell’accezione più stretta del termine; noi e loro dobbiamo “coincidere nel tempo” per quanto riguarda modalità espressive, tematiche, estetica. Se non tenessimo il passo avremmo già chiuso da tempo. Il nostro teatro vive infatti prevalentemente di “botteghino” (riceviamo anche contributi pubblici ma piuttosto esigui); abbiamo molti spettatori e nonostante alcune difficoltà passate, siamo sempre “sulla cresta dell’onda” ). Questo successo, secondo me, deriva proprio dal fatto che, sì, siamo bravi e facciamo cose belle, ma siamo in sintonia col nostro pubblico.

Strega Mago di Oz

E, infine, un suo punto di vista sull’intelligenza artificiale?

Secondo Bill Gates, grazie all’intelligenza artificiale, in futuro potremo lavorare 3 gg a settimana, il che non mi dispiacerebbe visto che durante la stagione lavoro 7 giorni su 7… Scherzi a parte, il progresso non mi spaventa, semmai mi incuriosisce. Senz’altro l’IA troverà delle applicazioni anche nel nostro settore e sarà divertente vedere quali. Il teatro però è materialità e sentimento: questo lo rende attrattivo e insostituibile. Oserei dire, immortale.

Alessandra MR D'Agostino
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2 Responses to "Intervista a Stefania Mannacio Colla della Compagnia Gianni e Cosetta Colla"

  1. Cristina Colla   9 Dicembre 2023 at 11:13

    Buongiorno, la compagnia oggetto dell’articolo non è la Compagnia Carlo Colla & figli, attiva da secoli a Milano al Piccolo Teatro, Teatro Gerolamo e nei teatri di tutto il mondo; bensi il Teatro Colla di Gianni e Cosetta Colla.

    Cordialmente
    Cristina Colla
    Presidente Fondazione Carlo Colla & Figli
    http://Www.fondazionecarlocolla.it
    http://Www.marionettecolla.org

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