Orange is the new black

Immaginate una wasp biondissima e fidanzata a un promettente scrittore. Amici sagaci, casetta con giardino e cene mondane a Manhattan. Ora immaginatela dire addio a tutto ciò e ritrovarsi in prigione, tra umiliazioni, lotte di potere, guardie prepotenti e compagne di cella che la vogliono come “sposa”. È quello che accade a Piper, protagonista di Orange is the new black, serie prodotta e trasmessa dal sito di entertainment Netflix, tra le migliori dell’anno appena passato.
Orange 2Appassionarsi alle vicende di Piper & co è questione di un attimo: nel loro mondo destabilizzante  le regole sono riscritte e ogni donna si tiene a galla come può. Cosa cattura lo sguardo e crea binge watching? Intanto i personaggi, magnificamente disegnati e interpretati: dalla suora ribelle alla transessuale che ama ancora la moglie, dalla ragazza fuggita di casa all’atleta finita a rubacchiare per voglia d’avventura, dietro ogni numero di matricola c’è un inciampo nel passato, una storia di degrado, uno stupido errore, un amore folle. Ladra, assassina,  tossica o truffatrice, ognuna ha la sua versione  – tragica, umana, romanzesca – da raccontare.
E c’è molto altro. La ricerca della felicità, quella cosa molto americana e molto umana a cui nessuno rinuncia, nemmeno in carcere, dove una gratificazione diventa per forza zen e arriva da un raggio di sole, uno spicchio di torta, una recita dietro le sbarre. Le dinamiche di gruppo, che portano le etnie diverse a fare branco tra loro – latinas di qua, afroamericane di là, bianche in un altro angolo, ma le anziane tutte insieme a prescindere dalla razza – e la cuoca a diventare così potente da permettersi di affamare chi non le mostra rispetto. Il sesso, che divampa tra gay ed eterosessuali, perché quel che importa è aggrapparsi a un contatto o raggiungere l’oblio. La follia, come quella che prende una ex drogata che si scopre fanatica religiosa e si circonda di altrettanto pazze seguaci.
orange 3Ci sono anche l’amore e l’amicizia. E in questo confine sottile (SPOILER ALERT) si ritroverà la stessa Piper, che in cella incontra proprio la causa della sua detenzione: Alex, quella fanciulla per cui aveva perso la testa anni prima, l’affascinante jet setter spacciatrice che l’aveva prima travolta nella sua vita di lusso e aerei, poi coinvolta nel crimine. E se il viso e le maniere di Piper vi sembrano troppo leziosi, eleganti, “da telefilm” per essere credibili in una storia così, date un’occhiata alla foto di copertina della vera Piper, che di cognome fa Kerman, autrice del memoir da cui è stato tratto il serial: bionda, bella, upper class, insospettabile. È tutto vero, siore e siori. Ma è anche splendida fiction.

Marina Nasi
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