La serie Tv – Tutto chiede salvezza

La serie Tv – Tutto chiede salvezza

ITALIA – Su Netflix, il 14 ottobre, è uscita la serie Tutto chiede salvezza e in pochi giorni ha raggiunto un fenomenale successo. Una serie tv per tutte le età che fa riflettere, ma anche sorridere.

La letteratura e il cinema sono legati da uno stretto rapporto e la prima ha ricoperto un ruolo importante per lo sviluppo e la creazione dell’identità del cinema sin dalla sua nascita, attraendo anche molti letterati.
Il cinema, l’ultimo nato nel mondo delle arti, e come definito da Riciotto Canudo, “la settima arte”, si offre come strumento alternativo di scrittura, come un cantore orale in grado di raccontare e di agire sulle emozioni della scrittura della luce. E se di emozioni voglio parlarvi non posso non esprimerle dopo aver guardato la serie su Netflix “Tutto chiede salvezza”.

Incuriosita già dal titolo…

Cosa mi ha spinto a sceglierla tra la miriade di serie che la suddetta piattaforma offre agli spettatori? Il titolo. Chiedere salvezza, parola che dà spazio ad una vasta gamma di interpretazioni. Incuriosita, naturalmente, sono andata a ricercare informazioni sulla serie e così sono venuta a conoscenza che si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Daniele Mencarelli, edito Mondadori e Premio Strega Giovani 2020.
Sono sempre stata attratta dal connubio romanzo e pellicola cinematografica, affascinata dall’idea che la scrittura di un libro possa diventare immagine, suoni e dialoghi tra persone viventi.
Ho spesso letto, dapprima il libro, e poi guardato il film invece, con “Tutto chiede salvezza” ho fatto il contrario e ammetto che mi è piaciuta molto questa cosa, perché sono stata guidata nella lettura dalla memoria visiva e ho inevitabilmente incontrato degli ostacoli che mi hanno condizionato; per esempio la visualizzazione fisica dei personaggi, perché memore di quella vista concretamente nel film, ma proprio questo aspetto ed altri mi hanno reso ancora più intrigante la lettura e mantenute alte la tensione e la curiosità, che ogni lettore dovrebbe avere quando legge un romanzo.

 

Tutto chiede salvezza
https://www.mymovies.it/film/2022/tutto-chiede-salvezza/

 

Se dovessi fare un confronto tra il libro e la serie e dire quale mi è piaciuto di più farei fatica, perché, pur essendoci un paio di tradimenti narrativi, entrambe le narrazioni sono interessanti.

Tutto chiede salvezza: una serie tv, una storia autobiografia

Vi descrivo la trama della serie che si svolge in sette episodi che corrispondono a sette giorni come i capitoli del libro e come la settimana che Daniele Mencarelli ha vissuto quando aveva vent’anni; perché l’autore, con il romanzo, ha scelto di raccontare nero su bianco la sua personale esperienza vissuta in giovane età. Un dono, lo definirei, perché scrivere di sé stessi è un atto generoso e coraggioso in quanto il giudizio altrui è sempre pronto a colpire e spesso lo fa malignamente. È per questo, a mio avviso, che l’autobiografia è sempre rischiosa, ma forse anche per questo motivo, particolarmente stimolante.
TRAMA – Daniele, dopo una notte passata a sniffare, a bere e a sballarsi, al rientro a casa, sotto gli effetti degli stupefacenti, sveglia i suoi genitori a causa di un suo fragoroso raptus di rabbia violenta e, fuori di sé, dà uno spintone al padre che cade e sbatte la testa.

Un amaro risveglio…

Dopo alcune ore, Daniele si risveglia in un letto di una stanza del reparto di psichiatria in un ospedale di Roma. Non si ricorderà da subito l’accaduto, ma lentamente riaffiorerà alla mente procurandogli un senso di colpa nei confronti dei genitori.
Daniele verrà a sapere che gli è stato impartito un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e che dovrà “scontare” una settimana rinchiuso in psichiatria. Da questa esperienza conoscerà altri cinque compagni di stanza travagliati pure loro. Ognuno con uno spaccato di vita che lo ha condotto alla “follia” e che chiede di essere salvato, non solo dalla scienza, ma anche e soprattutto dall’umanità.
Tratto dal film: Mario, uomo adulto e compagno di stanza esorta Daniele:
…una cosa devi tenerla a mente, curati, chiedi aiuto quando hai bisogno, ma non lasciare che nessuno ti racconti il mondo, tieni il tuo sguardo aperto, libero…

 

 

La narrazione alterna momenti di sorriso a momenti di cruda consapevolezza, perché i personaggi portano alla ribalta un tema molto importante e spesso trascurato, quello della malattia mentale, ma il regista Francesco Bruni riesce con grande abilità, a tenere lontana la pesantezza e la compassione restituendoci una visione della pazzia sotto una veste di “normalità”. Detto così può sembrare un paradosso, ma invece non lo è, se la ricerca della cosiddetta “normalità” la concentriamo nella sfera dei sentimenti delle persone, tralasciando la loro cartella clinica.

 

Tutto chiede salvezza

 

La regia affronta una cupa realtà con delle pennellate oniriche che ci fanno sorridere ed empatizzare con la malattia mentale.

 

 

In questa bellissima serie, tra i rapporti umani che si creeranno tra i pazienti, farà capolino anche l’amore.

In pochi giorni….  un successo!

“Tutto chiede salvezza”, divorata in due giorni, è uscita il 14 ottobre e dopo tre giorni era già la terza serie più vista su Netflix, dopo Dahmer e The Watcher.
Il suo successo deriva certamente dalla sceneggiatura a quattro mani di Daniele Mencarelli con Francesco Bruni, Francesco Cenni e Daniela Gambaro e dalla magnifica interpretazione degli attori.
Il regista Francesco Bruni ha decisamente diretto una serie con un cast di attori che hanno interpretato i ruoli in maniera eccellente. Alcuni più noti nel grande e piccolo schermo o in teatro, altri più giovani di carriera. Il protagonista Daniele è interpretato da un bravissimo Federico Cesari e i compagni di stanza da Andrea Pennacchi, Vincenzo Crea, Vincenzo Nemolato, Alessandro Pacioni, e Lorenzo Renzi, mentre Nina è interpretata da Fotinì Peluso.

Vi consiglio la visione di questa serie per la sceneggiatura e l’alto e ottimo livello di interpretazione degli attori.

Testo di Anita Orso

 

Autore MyWhere

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