Colori e romanzi: tutte le nuances della letteratura

Colori e romanzi: tutte le nuances della letteratura

MONDO – I generi dei romanzi che si affacciano nel nostro panorama letterario sono numerosi e vari. Alcuni di questi sono conosciuti grazie a precise nuances di colori. Quali sono? E a cosa è dovuta questa peculiarità che si è imposta con il passare degli anni?

Colori e romanzi. Nella nostra quotidianità, entrando in una libreria o parlando semplicemente con amici, siamo soliti far riferimento ad alcuni specifici generi della letteratura con dei colori. Avete mai detto, o sentito dire, “sto leggendo un poliziesco“? Magari sì, ma molto probabilmente farete riferimento a quel libro con il termine giallo, parola che da decenni è entrata di diritto nel gergo letterario. Partendo da qui, esploriamo il mondo dei colori nei romanzi.

IL GIALLO

L’uso del termine giallo per indicare il genere poliziesco, è di derivazione italiana.  Infatti ne dobbiamo la diffusione, a partire dal 1929, alla famosa collana Il Giallo Mondadori, che pubblicava le opere con la copertina, appunto, di colore giallo. Il nome con il quale debuttò nelle edicole fu I libri gialli, modificato solo nel 1946 con quello che adesso conosciamo. I primi autori a essere pubblicati su questa nuova collana, furono l’americano Van Dine, padre dell’investigatore Philo Vance, l’inglese Edgar Wallace, all’epoca considerato un maestro, la connazionale Anne Katherine Green e Robert – Luis Stevenson.

Il primo italiano a essere pubblicato fu Alessandro Varaldo, con il suo “Il sette bello”. Gli autori italiani, tuttavia, hanno inizialmente fatto molta fatica a imporsi, sovrastati e oscurati dalla moltitudine di libri e film statunitensi. Tant’è che preferivano scrivere sotto pseudonimo. L’inizio della (ri)nascita italiana è da datare nel 1957, grazie a Carlo Emilio Gadda quando pubblica “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, e nel 1961 grazie a Leonardo Sciascia con il “Giorno della civetta”. Da allora il genere ha preso sempre più vigore, fino a essere uno dei più ricercati in assoluto. 

Molti sono gli autori che si sono dedicati a questo genere e che hanno raggiunto fama mondiale, da Agatha Christie, madre di Hercule Poirot e miss Marple, al già citato Edgar Wallace fino a Georges Simenon.

IL NOIR

Nella storia tra colori e romanzi, altro filone del genere poliziesco è il noir. L’accezione roman noir era, in Francia, utilizzata per riferirsi al romanzo gotico del XVIII e XIX secolo. Ma, dal XX secolo, finisce per caratterizzare una variante dell’hard-boiled, rappresentazione realistica del crimine, ricca di violenza e sesso, che trova le proprie radici nei romanzi di Dashiell Hammett, alla fine degli anni Venti, e in Raymond Chandler nei tardi anni Trenta (famosissimo è il detective Philip Marlowe). Il termine fu utilizzato per la prima volta nel 1946 dal critico cinematografico italo-francese Nino Frank, riferendosi ai film di genere hard-boiled, i cui romanzi erano pubblicati allora in Francia dall’editore Gallimard nella Série noire, i cui volumi avevano la copertina nera.

Colori e romanzi

Il noir si distingue dal giallo per la marcata componente sociologica e per un’ambientazione che finisce per essere protagonista. Rappresenta, infatti, l’altra faccia della storia di un crimine, quella del criminale o di un qualsiasi altro personaggio che non sia un detective. Il noir è, per sua natura, privo del classico lieto fine. Infatti il caso, nonostante venga risolto, solleva problemi e aspetti poco edificanti e molto spesso il colpevole non viene assicurato alla giustizia.

Tra i sottogeneri del noir, si possono annoverare il noir metropolitano, dove la città e la metropoli sono i veri protagonisti della storia, al pari della violenza e della criminalità, e quello mediterraneo che indica opere letterarie ambientate in luoghi affaccianti sul Mar Mediterraneo.

IL NERO

Come anticipato all’inizio del paragrafo sul romanzo noir, il termine romanzo nero era riferito a un altro genere: il gotico. Al centro di questi romanzi vi è l’unione fra storie d’amore e di terrore, generato da conflitti interiori e il soprannaturale. La letteratura gotica ha inizio, convenzionalmente, con la pubblicazione de “Il castello di Otranto” di Horace Walpole del 1764. Dopo la pubblicazione, nel 1777, del “Il vecchio barone inglese” di Clara Reeve, il genere comincia a evolversi e a essere conosciuto come romanzo nero, grazie alle tipiche ambientazioni cupe senza il tema del soprannaturale.

Colori e romanzi

La maggior esponente del nero e terrifico è Ann Redcliffe, con “I misteri di Udolpho”. Con grande maestria narrativa, nelle sue storie è in grado di distinguere le reazioni che si provano di fronte al terrore, che dilatano l’animo e rendono le facoltà estremamente ricettive, e all’orrore, che invece fa contrarre e raggelare i sensi.

Numerosi sono gli autori che questo genere può annoverare tra le sue ricche fila. Da Edgar Allan Poe, passando per Bram Stoker, fino ad arrivare a Lovecraft.

IL ROSA

Nel matrimonio che porta a unire colori e romanzi, uno su tutti spicca in particolare: il romanzo rosa. Questo genere narra di storie d’amore che devono districarsi tra avventure e intrighi, fino a concludersi con il più classico dei lieto fine, in stile quasi fiabesco. La struttura è semplice e di facile lettura, ed è proprio questa una delle cause che ha finito per far inserire questi romanzi tra la letteratura di consumo, portandolo a esser sottovalutato perché considerato, secondo un luogo comune, una lettura sdolcinata ed esageratamente romantica, riservata esclusivamente alle donne.

In Italia, il successo del genere fu assicurato dalla Biblioteca delle signorine, pubblicata a partire dal 1912 dall’editore Salani. Successivamente titoli della collana vennero chiamati I romanzi della rosa, dal logo d’oro a forma di fiore che capeggiava sulla tela rosa acceso delle copertine. E da qui… romanzi rosa. Una delle collane più famose, che immagino tutti o quasi conoscono, è quella degli Harmony, che ebbe luce grazie a Laura Donnini, direttrice di Harlequin Mondadori, negli anni 80.

Questi non furono gli unici colori legati ai romanzi. La Mondadori infatti, negli anni trenta, portò sugli scaffali delle librerie altre collane che s’identificavano con un determinato colore. Nacque così la serie dei “Libri azzurri” nel 1930, seguita, sull’onda di quanto accadeva in Francia, dai “Libri neri” di Simenon e dai “Libri verdi” dedicata ai drammi e segreti della storia.

Se fossero uscite nel XXI secolo, si potrebbe parlare di neuromarketing e di come il colore possa essere usato per indirizzare, inconsciamente, il comportamento e le scelte delle persone. E alla Mondadori (per quanto concerne l’Italia) furono in grado di sfruttare una semplice associazione tra colori e romanzi, indirizzando i lettori nella scelta e nell’acquisto mirato di titoli che corrispondessero ai loro gusti.

Molte collane non sono più sul mercato, ma altre ebbero decisamente più fortuna. E ancora oggi, dalle edicole ai supermercati, si trovano Harmony o i classici polizieschi dalla copertina… gialla!

Francesco Frosini

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