Save Art inaugura TourismA 2022 con il Vero e il Falso nell’arte

Save Art inaugura TourismA 2022 con il Vero e il Falso nell’arte

FIRENZE – L‘annuale ciclo di conferenze sull’archeologia di TourismA 2022 si è concluso lo scorso fine settimana al Palazzo dei Congressi di Firenze. Ad inaugurarlo, come di consueto,l’evento SaveArt con un’interessante edizione sul vero e il falso nell’arte.

Save Art inaugura TourismA 2022. Al Salone dell’archeologia erano presenti tra gli invitati molti nomi già noti al pubblico come Franco Cardini, Andrea Carandino, Luigi Murru, Paolo Giulierini, Paolo Matthiae, Pupi Avati (tanto per fare qualche citazione), che hanno valorizzato con i loro interventi il ricchissimo palinsesto e attirato numerosi visitatori.

L’ormai consolidato successo di TourismA, infatti, è diventato un richiamo sia per gli esperti che per i semplici curiosi del mondo antico, che qui viene approcciato in modo più divulgativo che meramente tecnico, grazie non solo alla competenza e capacità comunicativa dei vari studiosi, ma anche alla simpatia e al garbo di Piero Pruneti – direttore di Archeologia viva – che ha accompagnato tutti gli interventi.

Se il mondo antico sorprende sempre di più per la sua relazione con la contemporaneità,

questo rapporto tra passato e presente è stata la cornice entro la quale si sono sviluppate le tematiche di Save Art, convegno d’apertura di TourismA, che quest’anno si è proposto con un titolo davvero intrigante: “Save Art 2022 – Copie, restauri, Nft, falsi, realtà ambigue e mondi alternativi”.

Promosso e organizzato da Giunti Scuola e Giunti TVP in collaborazione con le riviste Arte Dossier e Archeologia Viva, il convegno è stato presentato da Claudio Pescio – direttore di ArteDossier, subentrato a Philippe D’Averio, al quale questa serie di conferenze è stata dedicata, compreso uno spazio speciale dopo gli interventi degli esperti.

La complessità dell’argomento, che obbliga a considerare molte variabili, alla fine ha lasciato forse più domande che risposte, come è emerso nel corso degli incontri. Dopo la parte introduttiva presentata da Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, gli interventi sono iniziati con la Responsabile dei restauri dell’Opificio delle Pietre dure, Sandra Rossi, che ha fatto un esaustivo excursus sul concetto generale di restauro, premettendo aspetti importanti, come quello che ogni opera è un caso a sé e l’obiettivo “non è tanto quello di riportarla agli antichi splendori, quanto ricostruirne una sorta di diario” per capirne la storia. Altra premessa è la questione delle fonti che non necessariamente sono attendibili anche quando sono importanti; un altro aspetto poi è il diverso valore che il restauro ha avuto attraverso i secoli, con differenze sostanziali tra i criteri e i procedimenti di oggi e quelli, per esempio, del Rinascimento quando, ai fini del nascente collezionismo, lo scopo primario era quello di integrare le opere frammentarie, conferendo loro il miglior aspetto possibile.

Nell’intervento successivo si è entrati nel vivo della questione “vero/falso” con la semiologa e storica dell’arte Chiara Casarin, che ha curato il saggio Teoria dell’autenticità.

Secondo la studiosa non si tratta di due termini contrari, ma di poli opposti di una tensione nella quale interviene l’elemento del “giudizio” che determina, nelle varie sfumature tra questi poli, la peculiare attribuzione di un’opera (originale o apocrifo, fac-simile o contraffazione, etc). Il concetto di “autenticità”, quindi, non andrebbe mai da considerare come assoluto ma suscettibile di cambiamenti, come può succedere, ad esempio, nella questione della riattribuzione di un’opera, ricondotta prima ad un artista e poi ad un altro.

In merito all’acceso dibattito sulla possibilità di originalizzare un’opera invece che falsificarla, la Casarin ha citato il noto caso della tela Le Nozze di Caana del Veronese, trafugato da Napoleone nel 1797 e oggi ancora al Louvre, per il quale è stato fatto un facsimile con tecniche sofisticatissime, scansionando l’originale in 3D nei minimi dettagli, fino alla riproduzione della resa materica. La tela sarebbe, quindi, secondo una dibattuta visione, non un “falso” ma una ricollocazione dell’opera in versione “digitale” nella sua originaria sede.

E di mondo digitale, possibilità della rete e chi più ne ha più ne metta, ne ha parlato Mauro Zanchi, direttore del Museo BACO (Base Arte Contemporanea Odierna) di Bergamo, riportando una carrellata di esempi sugli incredibili approdi delle intelligenze artificiali e gli algoritmi di ultima generazione che creano volti di persone mai nate e vissute realmente, città, architetture e interni di ambienti mai costruiti, scenari ipotizzati di mondi diversi e tanto altro, fino agli ologrammi 3D di eventi, come tour e concerti di celebrità non più in vita!

La chiusura del convegno sul “vero/falso” è stata affidata a Laura Lombardi, docente di Fenomenologia delle Arti contemporanee e Storia dell’Arte all’Accademia di Brera e autrice di “Falsi e falsari. Una storia infinita”. E gli esempi di falsificazioni infatti non sono mancate nella storia: dall’abilissimo falsario del ‘400 Claudio Ioni, alla nota truffa del Cupido dormiente commissionato al giovane Michelangelo per il cardinale Riario, al ritratto di Leone X di Raffaello “doppiato” da Andrea del Sarto per volere di Ottaviano de’ Medici, alle vicende rocambolesche di Han von Meegeren, il falsario olandese che vendette i “inediti” Vermeer ai nazisti.

Ovviamente non poteva non essere citato il caso delle “teste” di Modigliani, che coinvolse (in modo, ahimé, poco edificante) negli anni ’80 non pochi esperti e storici dell’arte!

Insomma, tematiche intriganti e complesse allo stesso tempo, che, come avevo premesso all’inizio, probabilmente hanno lasciato più interrogativi che risposte. E anche se forse molti argomenti trattati o citati erano noti alla maggior parte del pubblico, composto quella mattina da vari docenti di storia dell’arte (e non solo), gli aspetti legati alle nuove tecnologie per molti rimangono ancora mondi da esplorare e sicuramente costituiscono un approccio più immediato per gli studenti in contesti didattici su questi temi.

Vediamo cosa ci riserverà Save Art al prossimo appuntamento…quando? A marzo ’23!

Giuliana D'Urso

Leave a Reply

Your email address will not be published.