SESTO FIORENTINO – La grafica della Belle Époque è in mostra con la seconda parte della mostra Alfredo Müller, il trionfo della grafica nella Parigi della Belle Époque, fino al 27 novembre 2022
Il 16 ottobre scorso presso la Soffitta Studio delle Arti e il Centro Antonio Berti di Sesto Fiorentino è stata inaugurata la seconda parte della mostra Alfredo Müller – il trionfo della grafica nella Parigi della Belle Époque, dedicata alle litografie e acqueforti di questo raffinato incisore e pittore italo-svizzero emigrato in Francia, che ha dato un considerevole e originale contributo allo sviluppo della stampa artistica tra fine ‘800 e inizi ‘900.
Preceduta da una mostra introduttiva presso il Rifugio Gualdo, di cui vi avevo parlato qui, nella quale una varietà di opere grafiche (affiches pubblicitarie, locandine di spettacoli, copertine di riviste firmate da nomi illustri della Parigi fin de siècle) fa da presentazione alla cornice culturale in cui operò Müller, la rassegna in questione si concentra prevalentemente sulla produzione grafica di questo prolifico artista (solo questa parte grafica vanta ben oltre 300 opere originali!) che è rimasto nell’immaginario collettivo forse un po’ più in ombra rispetto a un Toulose Lautrec, un Chéret o un Mucha, e al quale invece questa mostra ha voluto dare il meritato risalto, con l’esposizione di un centinaio di lavori tra litografie e acqueforti.
Come avevo già riportato nel mio articolo di settembre su questo evento, i curatori della mostra e del bellissimo catalogo, Emanuele Bardazzi ed Hélène Koehl – pronipote e maggiore esperta di Müller – hanno organizzato il percorso in due sedi distinte, seguendo determinate fasi della carriera dell’artista e contribuendo con le loro proprie collezioni, oltre a una collezione privata romana: alla Soffitta Studio delle Arti è destinato il periodo di Montmartre (1895-1906), mentre al Centro Antonio Berti sono esposte le opere del soggiorno a Osny (1091-1903) e la serie dedicata alle figure di Dante e Beatrice nella Vita Nuova.
Situata al piano superiore di un circolo ricreativo, la Soffitta delle Arti è un luogo semplice ma accogliente, le cui pareti rosso pompeiano fanno da ottimo sfondo alla stampa artistica della Bella Époque, sia per le opere a monocromo che per quelle più colorate.
La produzione mülleriana qui è suddivisa per tematiche che vanno dalla musica, alla lettura, al teatro, al mondo infantile e femminile. Quest’ultimo, in particolare, è reso sempre con toni lirici e misurati, ben lontano dal linguaggio caricaturale di Lautrec, dalla sensualità delle “muse” di Mucha, o dall’allegra civetteria delle donnine di Chéret.
Che si tratti di affetti familiari quali la compagna Marguerite e la sua amica del cuore Stéphanie, oppure di attrici e ballerine, l’universo femminile di Müller si caratterizza per la sobrietà cromatica e raffinatezza formale (Place Blanche, 1899; Portrait de Mlle Cléo de Mérode, 1900; Manifesto per Suzanne Desprès, 1925 ) non priva di costanti accenni alla cultura e le arti (La jeune femme au tanagra, 1897; La Bibliothèque, 1897; La Sonate, 1903; Les musiciens, 1899; La Liseuse, 1899).
Anche il mondo infantile è trattato con grande semplicità e spontaneità, come per esempio nel bellissimo Les Lampions (1897) o Trois Femmes (1899); qui la modella ricorrente è Colette, figlia dell’amico e vicino di casa Steinlen, come ricorrente è anche la figura del gatto (La Sieste, 1897; Le Dejeneur du Chat, 1902; Le Chats, 1902,), “mutuata” dalla passione di Steinlen per questi animali che rappresentavano lo spirito libero di Montmarte.
La tecnica usata prevalentemente da Müller è l’acquaforte a colori, che alla fine dell’Ottocento conobbe un vero e proprio revival, venendo ad affiancare il trionfo della litografia a colori che dilagava e rivoluzionava il mondo della comunicazione, grazie anche alla scoperta e diffusione delle stampe giapponesi.
Ad acquaforte in bistro sono stati eseguiti invece i ritratti di Beethoven – per la cui musica Müller aveva una passione – Bach, Wagner e Gluck – commissionati all’artista dalla casa editrice tedesca Insel-Verlag per un portfolio.
Alla litografia a colori è prevalentemente dedicata l’ultima sezione di questa sede, con diverse opere provenienti dalla collezione Bardazzi, opere di grandissimo valore come copertine di famose riviste illustrate e affiches dell’epoca, firmate da nomi illustri della grafica da Lautrec a Bonnard, da Steinlen a Toorop, da Mucha a Berthon e molti altri. Presenti anche due xilografie di Vallotton e acquetinte a colori di Robbe, Delâtre e Jourdain, artisti particolarmente vicini a Müller.
A poca distanza dalla Soffitta delle Arti si trova il Centro Espositivo Antonio Berti, dove è allestita una serie di opere che Müller realizzò durante il suo soggiorno a Osny (1901-1903) e riguardano soprattutto temi di paesaggio. Dei lavori qui presenti vanno menzionati in particolar modo due cicli, che per la prima volta vengono esposti al completo: si tratta di 6 grandi litografie a colori, dette Frises, concepite come pannelli decorativi per arredo domestico, che furono commissionate da Edmond Sagot, il mercante d’arte a cui l’artista si era rivolto dopo la rottura dei rapporti con Amboise Vollard.
Se ognuno di essi incarna una propria bellezza, non si può tuttavia non rimanere incantati dai colori e dal fascino de Le Paons e Les Cygnes, che infatti furono quelli più richiesti nelle ristampe.
L’altro gruppo di opere che richiede una doverosa attenzione è la Vie hereuse de Dante Alighieri, serie di 6 acqueforti ispirate all’opera dantesca la Vita Nuova, commissionate e pubblicate da Vollard nel 1898 in una tiratura di soli 12 esemplari.
Le immagini, intrise di grande lirismo e toni malinconici, evocano le atmosfere dei pittori decadenti-simbolisti, grazie anche alla scelta cromatica che intervalla toni scuri e fumosi a leggere lumeggiature. Degno di nota è il ritratto di Beatrice (Béatrice au laurier), che anche se si discosta un po’ dalla versione angelicata della letteratura, resta comunque un’ immagine di elevata raffinatezza e immensa dolcezza.
Una mostra complessa e prestigiosa, e non in ultimo…anche coraggiosa! Eh sì, perché, come si sa, il campo della grafica, almeno per il grande pubblico, attira generalmente meno della pittura o della scultura; il periodo in questione, però, con tutti i fermenti culturali, sociali e sopratutto artistici che nella Parigi di fine ‘800 erano in ballo, non poteva non essere uno spunto di grande interesse.
Non rimane infine che spendere qualche parola anche per il catalogo, un altro vero capolavoro, nel quale oltre la bella introduzione di Francesco Mariani e le tavole dei lavori in esposizione, è riportata con dovizia l’opera grafica di Alfred Müller, corredata da approfondimenti sul periodo d’oro della stampa artistica parigina, ad opera di Emanuele Bardazzi ed Hélène Koehl, con un importante contributo anche della direttrice del Museo A. Soffici di Poggio a Caiano, Giulia Ballerini.
Il Centro Berti e la Soffitta delle Arti nonché il Rifugio Gualdo si possono considerare dei veri e propri scrigni da andare a scoprire. Questi “scrigni” saranno aperti fino al 27 novembre, però non vi crogiolate troppo con i tempi…
Info:
URP COMUNE DI SESTO FIORENTINO tel. 055-4496235 / 357
durata: 16 settembre- 27 novembre 2022
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