MONDO – Black Mirror è tornata. La serie tv cult dell’ultimo decennio. Dopo quattro anni di assenza, è uscita con la sua sesta stagione e sei nuovi episodi, disponibili su Netflix. Tra le tante serie di successo è forse quella che più è riuscita a colpire profondamente lo spettatore. Tutto on le sue storie ferocemente attuali e spiazzanti, diventate oggetto di studio anche al di fuori dell’universo televisivo.
Black Mirror, sesta stagione, finalmente ci siamo. “E’ stata concepita come una serie più paranoica, strana e, si spera, unica” ha annunciato il suo geniale creatore, Charlie Brooker, presentando i nuovi episodi. Nata nel 2012 per la tv inglese, è stata poi acquistata da Netflix diventando un grande successo di pubblico e critica.
Brooker ha concepito Black Mirror per riflettere sull’attualità e sulla politica e il titolo si riferisce allo schermo nero del cellulare, del computer o di un qualunque dispositivo quando è spento o non lo si sta usando. “Qualsiasi TV, LCD2, iPhone, iPad, se lo si fissa sembra uno specchio nero, e c’è qualcosa di freddo e orribile in questo. Era un titolo così appropriato per lo spettacolo”, racconta l’autore in un’intervista. La serie racconta il lato oscuro del progresso, le conseguenze della dipendenza della società moderna verso quello schermo, immagina cosa c’è nel futuro che abbiamo di fronte, in cui le macchine si sostituiscono all’uomo, dove i sentimenti sono guidati da un’app sul cellulare. Potremo davvero essere felici in un simile universo iper-tecnologico? Di che cosa abbiamo davvero bisogno? E cosa ci fa più paura?
La nuova stagione
Brooker ha iniziato a scrivere Black Mirror, la sesta stagione, durante la pandemia e gli episodi, concepiti come film autonomi con attori e attrici diversi, hanno come filo conduttore comune il progresso della tecnologia, talmente presente nel nostro quotidiano da renderci tutti dipendenti.
Sono storie che sembrano ancora più terrificanti e angoscianti delle serie precedenti. Vogliono costringerci a riflettere sulla società dei consumi, sulla politica e sulla famiglia, sulla televisione, su cosa siamo diventati. Temi quanto mai attuali se si scorrono le cronache recenti che dimostrano in modo sconvolgente le insidie della rete e ci spingono a interrogarci profondamente sull’intrattenimento stesso. Non a caso, nel primo episodio della nuova serie, una donna normale scopre che la sua vita è stata trasformata a sua insaputa in uno show televisivo diffuso su internet e a molti è sembrato di vedere addirittura una critica alla stessa Netflix e a quello che l’intrattenimento rischia di diventare o forse già è diventato.
Infatti in questi nuovi episodi, rispetto alle serie precedenti, l’occhio della telecamera sembra rivolto verso la serie stessa e sui suoi contenuti, attraverso cui Brooker non ci dice più chi saremo, ma ci mostra chi siamo adesso, nel momento stesso in cui accendiamo gli schermi. L’autore si è recentemente espresso così su questa sesta stagione: “Ho intenzione di stravolgere alcuni dei miei presupposti fondamentali su cosa aspettarmi. Di conseguenza, questa volta, accanto ad alcuni dei tropi più familiari di Black Mirror, abbiamo anche alcuni nuovi elementi, tra cui alcuni che in precedenza avevo giurato che lo show non avrebbe mai affrontato. Le storie sono ancora tutte in pieno stile Black Mirror, ma con alcune variazioni pazzesche e una maggiore varietà rispetto al passato”. Un obiettivo che da questo punto di vista ci sembra pienamente centrato.
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