Giornata internazionale in ricordo delle vittime delle schiavitù

Giornata internazionale in ricordo delle vittime delle schiavitù

ACCADE OGGI – Giornata internazionale in ricordo delle vittime di schiavitù è oggi 25 marzo, rimanendo ancora oggi una tematica di vitale importanza.

La schiavitù rimane un ricordo ancora indelebile. Nasce grazie alle Nazioni Unite nel 2007 (con la risoluzione 62/122), e viene istituita per ricordare tutte le vittime di tale atrocità, soprattutto donne e bambini.

Storia

Una cosa che si conosce perfettamente è sicuramente il Codice di Hammurabi, che parla della schiavitù come di un qualcosa di consolidato e completamente normale.

Ogni privazione dei diritti umani veniva vista come una cosa giusta, i bambini messi a lavorare nelle miniere a raccogliere le risorse, in condizioni pietose.

Il tutto rimane ancorato al passato, ma in realtà il ricordo della schiavitù non è del tutto svanito in alcune realtà del mondo.

Schiavitù, atrocità passate, o ancora no?

In Mauritania la schiavitù è stata criminalizzata solo nel 2007, ma ancora oggi sono tanti i morti per mano di essa.

E non solo, basti pensare alla Repubblica Democratica del Congo, che da anni vive un genocidio senza precedenti.

Bambini costretti a lavorare per raccogliere litio e cobalto, due delle risorse più preziose al mondo. 

Un’atrocità che continua quindi ad esistere, anche con l’esistenza dei matrimoni forzati in alcuni paesi. Bambine vengono sin da piccole costrette a sposarsi, perdendo tutta la loro gioia d’infanzia.

Il ricordo che ancora oggi segna 

Sculture di Laurent Valere e monumento commemorativo per le vittime locali della tratta degli schiavi.

Sebbene sembri quindi un qualcosa che interessi il passato, come ben abbiamo visto, ancora persiste nell’attualità.

Angela Davis nel suo libro “Donne, razza e classe” parla delle atrocità della schiavitù sulle donne, focalizzandosi soprattutto sul potere dell’uomo bianco, lottando quindi non solo contro il razzismo ma anche contro il controllo che si voleva avere sul corpo delle donne.

Un qualcosa che ci porta a pensare che non c’è la necessità quindi di ricordare solo le vittime di tale atrocità, ma anche di ricordarsi di lottare contro ogni forma di discriminazione umana.

Martina Bassi De Masi

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