ITALIA – Cosa sono le Sinapsi Compositive? Uno strumento utile per esaltare la creatività? Stiamo parlando di un mazzo di carte chiamato appunto Sinapsi Compositive, nato da un’idea di Roberto Zanon. E per conoscere tutti i dettagli di questo progetto ecco la chiacchierata a tu per tu con l’autore.
Occupandomi da diversi anni di moda, e del mondo della comunicazione che ruota intorno, sempre alla ricerca di iniziative e novità, mi sono imbattuta nelle Sinapsi Compositive. Per capire e conoscere a fondo il progetto ho deciso di incontrare il collega dell’Accademie di Belle Arti di Venezia.
Implementare le proprie attitudini creative negli ambiti della moda e del design in maniera originale e innovativa. E’ questo l’obiettivo di Isabella Bortolotto e di Roberto Zanon, creatori del mazzo di carte Sinapsi Compositive.
Essendo un docente di corsi e master di moda, non potevo che interessarmi ad un’iniziativa così diversa e interessante, e da qui la decisione di intervistare l’autore della proposta: Roberto Zanon.
Roberto è un architetto che insegna Design all’Accademia di Belle Arti a L’Aquila, Carrara, Torino ed ora a Venezia. È stato visiting professor presso alcune Università asiatiche (Bangalore, Pune, Hong Kong, Bangkok, Doha), europee (Lisbona, Porto, Madrid, Atene, Lione, Bucarest, Valencia, Varsavia) e in Sud America (Cali). Ha inoltre pubblicato numerosi libri e scrive di design per il mensile Hinge di Hong Kong e per la rivista online Archimagazine; ha un proprio studio di progettazione e da alcuni anni focalizza l’attenzione della sua ricerca sul vetro e sul gioiello contemporaneo. Da questa breve presentazione è nata la nostra chiacchierata:
Roberto cosa sono le Sinapsi Compositive?
Il mazzo di carte denominato Sinapsi Compositive è uno strumento di aiuto alla creatività del progettista nell’ambito del design e della moda concepito da Roberto Zanon.
Com’è nata l’idea?
L’idea è nata attorno al 2007 dopo la “scoperta” delle Oblique Strategies di Brian Eno e Peter Schmidt, carte nate per blocchi creativi nel campo della pittura e alla musica. Il desiderio era elaborare qualcosa di analogo, ma nell’ambito della progettazione degli artefatti e della moda, legando il risultato a delle carte che avessero un aspetto più tradizionale ed esoterico rispetto a quelle del musicista britannico.
A cosa ti sei ispirato?
Dopo lo studio e l’approfondimento dei Tarocchi e in particolare delle Sibille, sfruttando la struttura delle carte francesi, è stata elaborata una lista di oggetti, posizionati in una griglia, che ha coinvolto l’insegnamento di Bruno Munari e anche alcune suggestioni di Enzo Mari.
È un carteggio di simboli? Che ordine segue la struttura?
I quarantotto prodotti scelti rispondono a più logiche tra loro intrecciate e sono tutti portatori di una serie di spunti; ulteriori sei carte sono dedicate a dei temi “astratti” che assieme ai due “jolly” evocano suggerimenti particolari. I simboli sono la parte più enigmatica e arcana presente in ogni carta e rispondono alla posizione di questa nella griglia all’interno della quale si colloca per le sue caratteristiche predominati in rapporto ai seguenti fattori: funzione, regola, ornamento, arbitrio, texture, struttura, forma, modulo.
Il progetto è stato costruito in collaborazione con qualcuno?
Una volta individuata la struttura e dopo averla arricchita con delle citazioni legate ad ogni carta, Isabella Bortolotto, che si occupa di rappresentazione per la moda, con le sue illustrazioni ha dato un’impronta fashion a tutta l’iconografia.
Quando è stato pubblicato? Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo?
Nel 2009 le carte sono state pubblicate e allegate ad un testo elaborato come strumento didattico, dopo un paio di anni di lavoro e di studio.
Dopo cosa è successo?
Ho iniziato ad usare le carte all’interno della mia didattica nei corsi di Design all’Accademia di Belle Arti, prima a Torino e successivamente a Venezia. Poi, all’inizio del 2016, c’è stato il prezioso contributo di Giovanni Teano che ha realizzato un’app dedicata alle Sinapsi Compositive, disponibile sia per Android che per iOS. Questa si sta rivelando uno strumento molto efficace offrendo, sorprendentemente, una modalità di utilizzo che addirittura, dal mio punto di vista, migliora quella offerta delle carte fisiche.
Quando è proposta la consultazione delle carte?
L’uso delle carte è proposto durante un ipotetico blocco creativo. In fase di progettazione di un oggetto o di una collezione di abiti si estraggono una o più carte attivando una concatenazione di stimoli che, auto interpretata, innesterà forza e vigore al progetto in corso d’opera. Grazie agli oggetti, ai disegni, alle citazioni e all’insieme di simboli presenti in ogni carta, nasceranno dei magnetismi che potranno orientare favorevolmente il progetto. Il disegno che accompagna ogni carta e la rappresentazione correlata agli oggetti contribuiscono, attivando associazioni percettive e formali, ad arricchire l’intricato reticolo di significati e riferimenti, rendendo la “lettura” ogni volta diversa o comunque sempre aperta a nuove interpretazioni.
Poi ci sono le citazioni …
Ad ogni oggetto è proposta una citazione di autori che gravitano attorno al mondo del progetto. L’associazione tra citazione e oggetto è talvolta diretta, altre volte evocativa e in qualche caso labile; comunque riesce ad essere un ponte per ulteriori e personali stimoli interpretativi.
In sintesi, quindi, cosa si intende attivare con la consultazione di queste carte?
Le Sinapsi Compositive desiderano essere un contributo alla creatività nella realizzazione dei progetti, verificando e dimostrando come il contesto culturale, che appartiene ad ognuno di noi, può essere sollecitato, durante un’azione progettuale, dall’arbitrarietà casuale di una serie di stimoli organizzati e definiti.
Le Sinapsi Compositive o qualcosa di simile esiste già? Dove?
Sì, ci sono vari esempi di carte dedicate alla creatività. Oltre alle già citate “Oblique Strategies” di Brian Eno e Peter Schmidt del 1975, ci sono le carte “Distant Early Warning” progettate da Marshall McLuhan del 1969. Poi il gioco di carte sull’abitare “Living” progettato da Enzo Mari e Paolo Gallerani nel 1976 e nel 2009 la pubblicazione di “Play 40”, un altro gioco di carte ideato da Isao Hosoe per stimolare nuovi progetti. Da ricordare poi le “Carte creative” del 1986 di Nicola Piepoli e Hubert Jaoui e il più recente mazzo di carte “Intuiti” di Matteo di Pascale. Tra le altre “carte” – però con finalità più giocose – che possono essere citate, ci sono le “House of Cards” progettate da Charles Eames e Ray Eames nel 1952 e le articolate sperimentazioni di Bruno Munari durante tutta la sua carriera.
E in cosa si differenzia il tuo progetto?
Rispetto a tutti gli esempi citati, le Sinapsi Compositive si caratterizzano per una specifica, attenta ed inedita focalizzazione nell’ambito della progettazione degli artefatti e della moda, creando un preciso parallelo con le carte divinatorie tradizionali.
È ultimato o ancora in fase di verifica?
Pur essendo il progetto completato, proprio come un mazzo di carte dei Tarocchi o delle Sibille, rimane uno strumento aperto a nuove e future interpretazioni. Recentemente ho avuto un’ulteriore e gradita verifica con Elisabetta Rossi, tarologa specializzata nella lettura psicologica dei Tarocchi Mitologici, con la quale abbiamo organizzato alcuni workshop di interpretazione delle carte in vista dei progetti degli studenti. Durante queste sessioni Elisabetta, profonda conoscitrice del valore dei simboli legati agli oggetti e alle situazioni, ha riscontrato come siano appropriate le associazioni che le carte suggeriscono e attivano.
Quali sono gli obiettivi futuri?
Prossimamente è in programma presso il Naba di Milano uno specifico workshop di progettazione che utilizzerà le Sinapsi Compositive. Per la prima volta ci sarà una lettura di queste carte anche con studenti internazionali, aprendo la strada alla app in Inglese che, proprio fra pochi giorni, verrà rilasciata.
Quale è l’approccio che hanno gli studenti o i colleghi verso questa tecnica?
Ho verificato che – anche di fronte ad iniziali momenti di scetticismo da parte degli studenti – l’impiego di questo strumento è molto potente per arrivare a delle soluzioni inaspettate. L’aspetto interessante è che le suggestioni che arrivano dalle carte in realtà sono solo un pretesto-stimolo per vedere le cose da una prospettiva non convenzionale.
Per il momento solo qualcuno dei miei amici e colleghi utilizza le carte, oltre, ovviamente, a Isabella Bortolotto che le ha adottate nell’ambito dei suoi corsi di moda. Però in questo periodo sto cercando di promuovere la conoscenza e l’impiego delle Sinapsi Compositive, oltre che all’Accademia di Belle Arti, anche in altre scuole, in alcuni corsi di progettazione degli artefatti.
Allora ci aspettiamo che i nostri lettori siano incuriositi, e magari anche i miei studenti del Master di moda. Quindi mi auguro di rivederci presto per avere altre tue testimonianze, nelle pagine di MyWhere o dal vivo allo IED Roma.
Grazie Roberto e a presto!