NAPOLI – Svelati i corpi delle Tre Grazie, così Canova e l’antico apre al pubblico. Immaginate l’emozione dell’apertura della cassa? Ho visto la mostra in anteprima per voi grazie alla conferenza stampa che si è tenuta nella Sala del Toro Farnese del MANN, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e vi racconto del profondo legame tra il grande artista e la città.
Si intitola Canova e l’antico, la mostra allestita nelle sale espositive del MANN e dedicata ad Antonio Canova. Ma avrebbe potuto chiamarsi anche Canova e Napoli, per quel legame profondissimo che il Maestro dei marmi ebbe con la mia terra, della quale scrisse: “Per tutto sono situazioni di Paradiso”, in riferimento alla rete di grazia ideale e concreta sul cui basamento Napoli si regge.
“Il Canova ha avuto il coraggio di non copiare i greci e di inventare una bellezza, come avevano fatto i greci: che dolore per i pedanti! Per questo continueranno ad insultarlo cinquant’anni dopo la sua morte, ed anche per questo la sua gloria crescerà sempre più in fretta. Quel grande che a vent’anni non conosceva ancora l’ortografia, ha creato cento statue, trenta delle quali sono capolavori!”. Con queste parole, Stendhal esprimeva il suo pensiero su Canova. Citarle equivale a carpire, fin da subito, la grandezza di un talento creativo senza eguali.
La rassegna Canova e l’antico (da qui al 30 giugno 2019) è stata realizzata grazie agli eccezionali prestiti concessi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal grande Museo sulla Neva che, diretto da Michail Piotrovskij, vanta un’area interamente dedicata ad Antonio Canova. La galleria dell’Ermitage di San Pietroburgo costituisce, non a caso, il più importante complesso di marmi canoviani al mondo e, di questi marmi, “presta” un nucleo di sei al MANN: la testa del Genio della morte (1798 – 1805); la Danzatrice con le mani sui fianchi (1811 – 1812); L’Ebe (1800-1805); L’Amorino alato (1797); il gruppo marmoreo di Amore e Psiche Stanti (1800 – 1805); Le Tre Grazie (1812 – 1817), ma anche la statua, alta quasi tre metri, raffigurante La Pace, proveniente da Kiev, e l’Apollo che si incorona del Getty Museum di Los Angeles. Accanto a questi, ricongiunti nel Salone della Meridiana, la Maddalena penitente da Genova, il Paride del Museo Civico di Asolo, la Stele Mellerio, e alcuni raffinati gessi, come il Teseo vincitore del Minotauro e l’Endimione dormiente della Gypsotheca-Museo Antonio Canova di Possagno; o ancora l’Amorino Campbell e il Perseo Trionfante, ambedue da collezioni private, e le 34 tempere su carta a fondo nero, conservate nella casa natale dell’artista, esposte tutte insieme dopo un delicato lavoro di restauro.
“Se la scoperta di Ercolano e Pompei sono alla base della nascita del Neoclassicismo, la figura i Canova ne è, forse, la massima espressione artistica. Riflettere poi sul fatto che “il moderno Fidia” trasse ispirazione dal patrimonio antico di Napoli, anche in termini di statuaria, e ricevette numerose commesse tanto da consentirci, oggi, di poter proporre un “itinerario canoviano”, fornisce la risposta al perché di una mostra di Canova all’Archeologico di Napoli, curata magistralmente da Giuseppe Pavanello. Cardine dell’esposizione è il nucleo di sculture proveniente dall’Ermitage, museo con il quale il MANN è legato da un protocollo quadriennale propiziato dalla lungimiranza di Maurizio Cecconi con l’ausilio di Villaggio Globale International. Per questo mi sento in dovere di ringraziare il professor Michail Piotrovskij, Direttore del Museo Statale Ermitage, e il curatore del dipartimento canoviano dottor Sergej Androsov. Fondamentali prestiti sono stati forniti anche dalla Gipsoteca di Possagno, dal Museo di Bassano del Grappa, dal Museo Nazionale di Kiev e dell’Accademia di Napoli che concorrono a creare uno straordinario percorso artistico incardinato sul tema che parte dalla fase creativa (dal bozzetto al disegno, dal modello alla copia in gesso) fino all’opera definitiva” ha dichiarato il direttore del MANN Paolo Giulierini, il quale, naturalmente, non ha mancato di porgere i suoi ringraziamenti anche agli enti istituzionali che hanno contribuito alla realizzazione di questo maestoso progetto: il Comune di Napoli e la Regione Campania, nella persona di Vincenzo De Luca, presente alla conferenza stampa.
Il percorso espositivo di Canova e l’antico prevede la presentazione di oltre 110 opere del grande artista: 12 marmi, grandi modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini in gesso e terracotta, disegni, dipinti, monocromi e tempere affiancati alle raccolte del MANN. Contemporaneamente, a partire dal 5 aprile 2019, si terrà, a San Pietroburgo, l’esposizione Pompei. Uomini, dei ed eroi, con la presentazione di importanti reperti provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dal Parco Archeologico di Pompei.
“Chi conosce la terra, dove il cielo d’indicibile azzurro si colora? Dove tranquillo il mar con l’onda sfiora rovine del passato? Dove il gran Torquato cantò superbo […], Ove dipinse Raffaello, dove nei nostri giorni lo scalpello di Canova dava vita al marmo ubbidiente”. Con i versi di Puskin, Michail Piotrovskij – direttore generale dell’Ermitage – introduce il suo pensiero sullo scultore. “Grazie ai filantropi e collezionisti russi, entusiasti estimatori del talento di Antonio Canova, l’Ermitage possiede la più grande collezione al mondo di statue di marmo del famoso maestro italiano ed è alla luce della forte collaborazione che lega il nostro Museo al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e al suo direttore Paolo Giulierini che abbiamo voluto promuovere insieme al MANN la mostra Canova e l’antico, importante occasione di conoscenza e studio, partecipando all’evento con il prestito di un nucleo di opere davvero unico” aggiunge Piotrovskij.
Si tratta di un evento unico davvero, eccezionale nel suo genere. Le opere esposte hanno affrontato un lungo viaggio per approdare, in ultimo, nelle sale espositive del complesso museale napoletano. La cosa più sorprendente, a mio avviso, sta nei bozzetti, nei disegni preparatori, i quali lasciano intendere l’importanza dell’idea che sottende la realizzazione concreta dei gruppi statuari. Nulla nasce nella realtà se non è prima stato partorito nel pensiero, concepito idealmente, con amore, con dedizione, e poi creato per mezzo dei marmi, dei bronzi, che trovano forma attraverso il lavoro delle mani.
Nico alla scoperta di Canova e Topolino Canova e la scintilla poetica sono i progetti editoriali nati a scopo educativo, con l’obiettivo di raccontare Antonio Canova ai bambini. Il primo – di Blasco Pisapia e Valentina Moscon, edito da Electa – segue in successione il volume pubblicato in occasione della riapertura della sezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Napoli; il secondo – realizzato, anche questo, da Blasco Pisapia e pubblicato da Panini – narra il viaggio di Topolino Canova nel capoluogo partenopeo, insieme al suo amico e collega Pippin Hamilton. Per gli adulti, invece, Electa realizza il catalogo delle opere del Maestro, a cura di Giuseppe Pavanello, illustrando il rapporto che lo scultore italiano ebbe col mondo classico, al punto da essere definito “l’ultimo degli antichi e il primo dei moderni”.
Tra le novità di sicuro interesse, il pubblico potrà vivere la suggestione di due installazioni ideate e prodotte da Cose Belle d’Italia Media Entertainment e ospitate in due architetture scenotecniche del diametro di 6 metri. Sarà un viaggio dal macro al micro, dalla magnificenza della grandiosità alla delicatezza del dettaglio, dalla farfalla di Amore e Psiche al gigante Ercole che scaglia Lica, con la voce narrante di Adriano Giannini e le musiche del compositore e violoncellista Giovanni Sollima.
INFORMAZIONI UTILI
Date: 28 marzo – 30 giugno 2019
Orari: aperto tutti i giorni (tranne il martedì). Ore 9.00 – 19.30
Biglietti: intero 15,00 euro; ridotto 7,50 euro; gratuito per i minori di 18 anni; gratuito per tutti la prima domenica del mese.
Per ulteriori agevolazioni e riduzioni, visita la pagina agevolazioni del sito Mibac.
Testo di Antonia Storace
- Laura Falqui, Il tocco dell’invisibile. La grafite di Edward Burne-Jones – 7 Aprile 2024
- Identitalia: una Mostra sul Made in Italy da visitare che fa riflettere – 18 Febbraio 2024
- La centralità del Design nell’Economia della Complessità – 29 Giugno 2023