Slow Fashion: sostenibilità e produzione artigianale

Slow Fashion: sostenibilità e produzione artigianale

ITALIA – La moda rallenta e anticipa il cambiamento. E così ne trasforma anche gli obiettivi e i valori. Il futuro ci vuole più attenti, consapevoli ed eticamente responsabili. E’ un concept, quello dello slow fashion, che abbandona la strada della produzione massificata per dare spazio alla lentezza e all’unicità del “su misura”. Chi lo dice che il passato è out?

Il made in Italy non è mai stato così patriottico. Dopo gli echi della crisi morale ed economica vissuta negli ultimi mesi è tempo di ripartire e il settore fashion lo fa RALLENTANDO. Si passa quindi allo Slow Fashion. Perché la moda, per ritornare ad essere apprezzata, ha bisogno di evolversi rispolverando i “vecchi usi” e diventare così più sostenibile, eterna e preziosa. Del resto Anna Wintour in una recente intervista si è pronunciata: “chi se non l’Italia ci mostrerà la via per questa drastica ma necessaria inversione di rotta?” E proprio l’Italia, patria dell’eccellenza artigiana, motore propulsore dell’innovazione del design, ha l’importante compito spianare la strada per un’idea di globalità che nasce e si sviluppa da produzioni di stampo locale.

Slow fashion
Slow fashion firmato Chorustyle HyperFocal

Sì allo Slow Fashion quindi, ma rallentare per evolvere in che modo? Innanzitutto ponendo l’accento sull’accurata scelta e selezione dei materiali: naturali, rispettosi dell’ambiente, ecofriendly (obbligatoriamente Green Touch). E, in secondo luogo, prediligendo l’artigianalità: produzioni evergreen realizzate da laboratori sartoriali, piccole botteghe, atelier di nicchia in netta contrapposizione alle grandi catene di distribuzione del fast fashion che negli ultimi anni hanno conquistato il mercato globale con i loro capi low cost, in un’ottica di inquinamento globale e sfruttamento della manodopera a basso costo. La chiave di svolta è incentrata sul sostegno delle piccole realtà artigianali del nostro paese, orgoglio nazionalistico, tesorieri di antiche tradizioni manifatturiere. E così anche i colossi dell’haute couture nazionale iniziano a sposare un’idea di “moda ethical” attingendo nuovamente dal passato e dedicando maggiore cura e attenzione nella produzione delle loro collezioni.

Slow fashion
Bracciale Pig’oh per HOMI Fashion&Jewels che lancia NewCraftEra, progetto a misura d’uomo per sostenere la nuova era dell’artigianalità.

Ma nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per agire rispettando e mettendo in pratica l’idea di Slow Fashion?

Certo che si! E lo si può fare iniziando ad acquistare poco ma meglio. Evitando sedute di shopping compulsivo, prediligendo il made in Italy e leggendo con attenzione le etichette. In questo modo si rientra non soltanto in una “way to buy” consapevole e attenta agli sprechi ma non si corre nemmeno il rischio di trovare quel capo negli armadi di migliaia e migliaia di persone. Ditkat: Indossare l’unicità e non sentirsi sempre l’ultimo ingranaggio di una consumistica catena di montaggio su larga scala.

Altra valida alternativa riguarda l’ upcycling, ossia il riciclo dei capi vendendoli, riparandoli e o sottoponendoli ad opere di “restyling”. Ultimo consiglio ha a che fare con il riscoprire l’importanza del vintage! L’acquisto di second-hand spopola nello star-system da anni e sono tante le vip che lo praticano. Le tendenze spariscono e poi ritornano e con occhio allenato si può benissimo scovare un capo must di stagione tra le creazioni del passato.

slow fashion

In home page orecchini Ghilardi per HOMI Fashion&Jewels dal 19 al 22 Settembre 2020, in Fiera Milano (Rho), dove micro, piccole e medie aziende lanciano il progetto NewCraftEra a sostegno delle imprese della filiera fashion&lifestyle italiana, con particolare riguardo alle realtà artigianali e a un nuovo concetto di lusso.

Testo di Francesca Anzani Ciliberti

Autore MyWhere

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