Primo lockdown: 10 marzo 2020, la data storica

ITALIA- Primo lockdown è stato annunciato il 9 marzo, formalizzandosi il 10 marzo, per la prima volta in assoluto. Diventerà un momento epocale per la storia italiana.

Il 10 marzo 2024 è un giorno di pace e di serenità, un giorno che vede le persone sentirsi libere di camminare per il centro della città e stare vicino alle persone. Quattro anni fa, nello stesso giorno, non era così. Il primo lockdown infatti ricorre proprio in questa data, e sebbene sia un ricordo lontano per molte persone, per altri resta ancora una cicatrice non chiusa.

L’annuncio

La sera del 9 marzo 2020 Giuseppe Conte si ritrova nelle televisioni delle case italiane, dando l’annuncio meno atteso del momento: nessuna distinzione tra le zone, e per la prima volta la quarantena su tutto il territorio nazionale.

Un qualcosa che da lì a poche ore avrebbe cambiato non solo le sorti del nostro Paese ma avrebbe sancito quella che sarà un pezzo di carta inciso all’interno di un libro di storia futuro.

Il provvedimento firmato da Giuseppe Conte (l’allora Presidente del Consiglio) ha suscitato sgomento e paura all’inizio della quarantena, portando sicuramente a delle reazioni impulsive da parte di tanti italiani.

E sebbene in molti abbiano apprezzato le misure volte a proteggere l’essere umano stesso, comunque non è bastato questo per far cessare le polemiche.

Quarantena, come ha influenzato la mente umana

Stare a casa tutto il giorno ha portato a tante persone a cambiare radicalmente le loro abitudini. Chi usciva spesso si ritrovava a fare i conti con le videochiamate con gli amici, oppure a guardare programmi in televisione.

La situazione dal punto di vista mentale ha visto sicuramente un vero e proprio cambiamento; in tv i programmi parlavano solo della pandemia e rimanere a casa significava comunque leggere le notizie più rilevanti che conducevano chiaramente a quello.

Le persone iniziavano a sentirsi sempre più sole, sviluppando sentimenti di tristezza e di sgomento continuo. Le persone più vulnerabili della popolazione erano chiaramente gli anziani, che non vedendo i loro parenti si ritrovavano a vivere in uno stato di isolamento più imponente. Per non parlare degli anziani che vivevano da soli durante la pandemia e quindi avevano maggiori probabilità di sviluppare depressione e ansia rispetto agli altri.

Anche chi già aveva problemi di salute mentale esistenti ha sicuramente affrontato la quarantena con maggiore difficoltà dal punto di vista psicologico. Secondo l’OMS solo il primo anno di pandemia ha visto crescere del 25% ansia e depressione a livello globale, soprattutto a causa dell’isolamento. Anche il semplice fare amicizia secondo gli studi psicologici, era diventato difficile. Anche la rivista scientifica The Lancet ha parlato degli effetti post-quarantena, soffermandosi soprattutto sullo stress post-traumatico nella sua globalità.

Molte persone si ritrovavano a fare i conti con loro stesse, sviluppando stress e tensione a casa. Questa situazione, sebbene sia passata, ha visto effetti duraturi durante gli anni a seguire. Tante persone durante gli anni continuano a vivere effetti post-quarantena, sebbene in maniera limitata, non è stato facile per tanti ad uscire da quell’isolamento.

L’isolamento come forma di ritrovamento

Sebbene per molti ci siano stati più effetti negativi che il resto, dal punto di vista positivo ci sono state delle scoperte personali nell’essere umano. I social vedevano foto di persone mentre cucivano, cucinavano, disegnavano, molti altri avevano talenti nascosti riscoperti proprio alla loro sola compagnia. Molte persone si sono dedicate anche alla cucina creativa, sviluppando abilità culinarie uniche. Anche l’attività fisica ha visto un andamento importante di crescita. nonostante le palestre chiuse. Difatti sono in tante le persone a praticare yoga o allenamento a casa, aiutando almeno al benessere psicofisico.

Molti scoprivano di avere delle passioni mai analizzate, forse per la noia del rimanere in casa per troppo tempo e quindi costretti a sviluppare nuove conoscenze. E molti tuttora parlano della quarantena come un qualcosa di chiaramente drammatico, ma che allo stesso tempo ha avuto la necessità di esserci.

Il periodo di quarantena ha indubbiamente segnato la storia dell’Italia, apportando una data epica nel calendario.

Una data lontana

Il 10 marzo 2020 è una data lontana ormai, ma porta ancora tristezza nel cuore di molti. È giusto ricordarla forse con un sorriso se si pensa all’attualità delle cose. Una data che nonostante tutto verrà ancora ricordata in un giorno lontano. Pur essendo incisa nella nostra memoria con tensione, possiamo guardare al futuro con speranza e fiducia in un domani più luminoso e speranzoso.

Martina Bassi De Masi
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