Premio Strega 2020, Il Colibrì di Sandro Veronesi è il libro dell’anno

Premio Strega 2020, Il Colibrì di Sandro Veronesi è il libro dell’anno

ROMA- Sandro Veronesi si aggiudica il Premio Strega superando Carofiglio, secondo in classifica. Al terzo posto si conferma Valeria Parrella. Una serata diversa dal solito, senza pubblico fisico, senza poter ammirare dal vivo le bellezze del Museo Etrusco di Villa Giulia, ma una cosa è certa: questa sarà una notte che entrerà nella storia del Premio Strega.

Ore 00:20 circa- Sandro Veronesi, come da tradizione, stringe tra le mani la bottiglia del liquore Strega, ne beve un sorso e ringrazia: è lui il vincitore del Premio Strega 2020. Ma torniamo un attimo indietro, di circa un’ora, e ripercorriamo i punti salienti della serata.

Ore 23:10- Giorgio Zanchini, nel loggiato del Museo Etrusco di Villa Giulia, esordisce spiegando come  in un periodo difficile come questo, in cui le parole “distanziamento sociale” e “pandemia” sono ormai entrate nel nostro vocabolario quotidiano, gli strumenti che abbiamo per ridurre le distanze sono i libri e la televisione.  Il messaggio è chiaro: nonostante il Covid il Premio Strega non si ferma. Lo confermerà nel corso dello scrutinio anche la scrittrice Melania Mazzucco, per la quale annunciare la dozzina di scrittori finalisti da uno schermo, a marzo, è stato uno shock, ma  anche una dimostrazione di forza, per dire: “Noi siamo qui”.

Immagini dalla cerimonia dello scorso anno. Foto MyWhere

Corrado Augias spiega le origini del Premio, che nasce nel ’47 , nel dopoguerra, come segno di vitalità, un barlume di ripresa che ha visto nelle varie edizioni dodici donne vincitrici. Inoltre, aggiunge, vincere lo Strega è una garanzia di essere letti.

Intanto al Ninfeo è cominciato lo spoglio e Zanchini si avvicina alla giuria, presieduta dal vincitore dell’edizione dell’anno scorso, Antonio Scurati, che trionfò con il suo M- Il Figlio del Secolo. Scurati fornisce i risultati della prima fase dello spoglio: Jonathan Bazzi e Carofiglio sono alla pari con 15 voti, Gian Arturo Ferrari ne ha collezionati 9, Mencarelli ne ha ricevuti 11 e Valeria Parrella 13. Infine, in testa alla classifica, c’è Sandro Veronesi con 30 voti.  Una sorpresa?No, piuttosto una conferma: ce lo aspettavamo. Ma continuiamo il nostro racconto.

PILLOLE DI LIBRI: A PROPOSITO DI…

La Misura del Tempo di Gianrico Carofiglio (Einaudi)

Ogni autore parla delle proprie opere in brevi video, cui seguono le interviste di Zanchini. Posso dire che questo è stato il momento che ho preferito, quello in cui  il lettore ha la possibilità di confrontarsi, seppure indirettamente, con l’autore, cercando di capire se è riuscito a comprendere appieno quelle pagine e se gli ha conferito la giusta interpretazione.

Il primo ad iniziare è Carofiglio che ci illustra il suo libro La misura del tempo, in cui si intrecciano due storie: una al presente, un dramma processuale, e una storia di formazione che segna il passaggio dalla giovinezza all’età adulta. In questi due piani temporali si trova la chiave di lettura del romanzo. Il protagonista, l’avvocato Guerrieri, ha nostalgia dello stupore. La vita infatti accelera con l’età e col tempo smettiamo di stupirci.

“Perché?” chiede Zanchini

“Quando siamo molto giovani molto di quello che ci stupisce ci è capitato per la prima volta” risponde Carofiglio.

Zanchini  prosegue con le domande:

Le è capitato spesso di fronteggiare errori giudiziari?”

“Sapere che si cammina al fianco dell’errore è uno degli antidoti all’errore”.

“A lei è capitato di pensare ad un imputato come colpevole e innocente allo stesso tempo?”

“Sì. Aiuta a ricercare con più efficacia la verità”.

Carofiglio aggiunge che i giuristi devono nutrirsi di buoni libri e buoni film, e noi siamo d’accordo con lui.

Febbre, di Jonathan Bazzi (Fandango)

Febbre (Fandango) illustra la paura  del protagonista, paura che gli altri scoprano che appartiene ad una famiglia di umili origini. Bazzi afferma di essere stato contento di aver fatto ritorno a Rozzano, città in cui è ambientata una parte del suo libro.

Seduto sulla poltrona, di fronte a Zanchini, Jonathan chiarisce il significato di “Rozzangeles”, fusione del nome della sua città con Los Angeles: “E un modo di dire che ha attecchito per il contrasto tra quel luogo, quelle caratteristiche (di Rozzano) e Rozzangeles, che ha la forma di Los Angeles.”

Zanchini chiede all’autore perché torni a Rozzano, e se senta la città ancora sua.

Bazzi risponde: “Il mio sguardo è catturato dalle cose con cui sono cresciuto e il mio modo di scrivere ha un debito con quel posto.”

GLI EVENTI CHE HANNO SEGNATO IL VENTUNESIMO SECOLO

Sandro Veronesi
Immagini dalla cerimonia dello scorso anno. Foto MyWhere

Nel corso della serata Augias ha ricordato Andrea Camilleri, che  ha incontrato personalmente più di una volta.
Il giornalista e Zanchini, inoltre, hanno ripercorso rapidamente alcuni episodi che hanno segnato il nostro secolo, dall’attentato terroristico nel 2001 a New York al “Mee too”, le contestazioni femminili e la condizione della donna nel mondo. Argomento che non poteva mancare nella ricostruzione di questo ventennio, dal 2000 al 2020, è stata proprio la pandemia da Covid19. Il romanzo Spillover del 2014 sembra scritto appositamente per questo periodo, ed è stato significativo il commento di Augias riguardo il prossimo futuro: Stiamo combinando il disastro. La mia opinione è che non cambierà nulla perché gli interessi sono troppo forti.

Ragazzo italiano di Gian Arturo Ferrari (Feltrinelli)

Ferrari ha conosciuto Piazza Duomo all’età di 5 anni e quello che l’ha più impressionato del Duomo non è stata la facciata, bensì il retro, che, visto con gli occhi di un bambino, sembrava un’astronave.  La Milano in cui arriva Ninni, il piccolo protagonista di Ragazzo italiano (Feltrinelli) , è una città bombardata, che ancora deve riprendersi. Il bambino non ha talenti particolari e trova nei libri la sua vocazione. Perché? Perché i libri sono la vocazione di Ferrari, come lui stesso ammette. Ferrari è stato editor e direttore generale della divisione Libri Mondadori, quindi possiamo dire che i libri non sono solo la sua passione: sono la sua vita. Perché un uomo che ha sempre letto e scelto libri partecipa ad un torneo come questo?

Era quello che cercavo, vedere lo Strega da un altro punto di vista.

Ferrari odia i termini miracolo e boom economico: per lui dopo la guerra non c’è stato niente del genere.

INTANTO AL NINFEO…

23:42 Il terzo blocco delle votazioni vede Veronesi in testa con 102  voti, secondo Carofiglio con 67, terza la Parrella con 39 voti, Ferrari con 34, Mencarelli con 33 voti ed ultimo Bazzi con 25. Ancora una volta è confermato l’esito che tutti conosciamo, ma ci aspetta più di mezz’ora prima dell’annuncio tanto atteso.

Il colibrì di Sandro Veronesi (La Nave di Teseo)

Sandro Veronesi
La copertina de Il Colibrì, il libro di Sandro Veronesi vincitore del Premio Strega

Una delle ragioni dell’essere del romanzo è per dire di non mollare, ma di riversare su nuovi oggetti l’energia concentrata su quello che è stato perduto.

Così Sandro Veronesi si esprime per motivare l’esistenza del suo libro, Il colibrì (La nave di Teseo). La metafora del colibrì, afferma Veronesi, è tipica di chi è nato in quegli anni di boom economico.

Una delle frasi che colpisce di Veronesi, nel corso della sua intervista con Zanchini, è la seguente: “Questo è un premio che va ai libri. Lasciamo perdere l’autore”. E allora parliamo di cosa significhi Il colibrì per il protagonista, Marco Carrera, ma anche per chi s’immerge nella lettura di questo romanzo.

Il colibrì è il simbolo di quelli che non mollano mai, di quelli che, anche se trascinati via, mantengono la posizione, e possiamo dire che la perseveranza è una delle qualità che ognuno di noi in questi mesi ha dovuto imparare a sviluppare, ciascuno a modo suo.

Secondo Veronesi la libido si libera quando si perde qualcosa: il protagonista, Carrera, ha subìto dei lutti, e quando si affrontano situazioni del genere destinare le proprie energie a qualcos’altro costituisce un nuovo inizio.

Zanchini sottolinea un particolare che fa impressione, per citare le sue parole, ovvero la presenza di un capitolo intitolato “Mascherina”, che può sembrare premonitore, ma Veronesi chiarisce: ovviamente quelle di cui parlava non sono le mascherine che tutti noi usiamo ogni giorno, ma si tratta delle mascherine create per i passeggeri degli aeroplani.

Almarina di Valeria Parrella (Einaudi)

Sandro Veronesi

Uno dei momenti più dolci e ironici della serata è stata l’intervista a Valeria Parrella, unica finalista donna del Premio Strega.

Elisabetta ed Almarina, le due protagoniste di Almarina (Einaudi), hanno un problema identitario che per la Parrella si risolve quando si riesce a stabilire un rapporto con “l’altro”, con un’altra persona. Il carcere minorile è un posto da cui i ragazzi non escono mai. Il problema che si presenta quindi è questo, come dice la stessa autrice: “Fino a che punto si può uscire da sé per incontrare qualcuno, e allo stesso tempo rimanere col proprio nucleo originario, intatto?”

Tra Almarina ed Elisabetta ciò che scatta inizialmente è la resistenza reciproca, una resistenza di cui la Parrella ha avuto bisogno per raccontare lo scioglimento da quell’incontro.

Elisabetta viene da un lutto precedente e da un paese faticoso, l’Italia, che non è un paese che ama i suoi cittadini. Piuttosto il contrario.

Elisabetta ed Almarina riusciranno a ritrovare l’identità nel loro incontro.

Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli (Mondadori)

Sandro Veronesi

Daniele Mencarelli racconta il suo romanzo, Tutto chiede salvezza (Mondadori) dal Ponte di Ariccia, teatro, triste a dirsi, di diversi episodi di suicidio, tra cui quello di un ragazzo che era stato ricoverato in un reparto psichiatrico. Mencarelli tenta, con il suo libro, di offrire una possibilità, una sponda di dialogo a chi sente di avere il “seme” della malattia. L’autore ha sempre fatto fatica a consegnare  ciò che ama alla morte, e questa difficoltà si avverte anche nel suo protagonista, Daniele, obbligato ad un TSO per una settimana nel reparto psichiatrico di un ospedale. Per lui però l’incubo iniziale si trasformerà in una grandissima opportunità. Il ragazzo si ritrova insieme ad altre cinque persone, accomunate  dall’esposizione alle “intemperie”. Sì, perché, come afferma lo stesso Mencarelli, mentre gli altri sanno proteggersi, i pazienti di quel reparto sono vulnerabili. Il libro affronta anche un altro tema, quello del rischio con cui il personale sanitario si confronta ogni giorno: perdere l’umanità.

Mencarelli è stato vincitore del Premio Strega Giovani di quest’anno e alla domanda di Zanchini sul motivo per cui sia riuscito a parlare ai giovani, risponde così: “Secondo me i ragazzi tra i 16 e i 18 anni sono quelli che hanno scavallato il ‘900. Vogliono sentir parlare dell’argomento senza taboo.”

LA CONSEGNA DEL PREMIO

Dopo l’ultima intervista si avvicina il momento tanto desiderato: l’annuncio del vincitore.

All’ultima conta si aggiudica il Premio Strega, con 200 voti, Sandro Veronesi. Ed è qui che si profila l’immagine che vi abbiamo descritto all’inizio: quella di uno scrittore che, come aggiunge Zanchini, ha vinto anche stavolta in condizioni estreme.

INFO

Crediti foto in homepage: Musacchio, Ianniello & Pasqualini

Rossella Belardi

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