Raffaello, ora e sempre. Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque…

Raffaello, ora e sempre. Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque…

ROMA  – La mostra Raffaello 1520 – 1483, vale il viaggio a Roma, perché dopo il lockdown l’arte è più bella. Finisce solo tra un mese ma, da quando ha riaperto il 19 giugno, sono stati prolungati gli orari di visita dalle 8.00 alle 23.00 durante la settimana, e fino all’una di notte nel fine settimana! 

La mostra di Raffaello a Roma è articolata secondo una idea originale, che propone un percorso che prende le mosse dal 6 aprile 1520, per ripercorrere a ritroso tutta l’avventura creativa del pittore eterno, dalla Capitale a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alle radici urbinati.

Un travolgente flash-back che parte da una spettacolare riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba del pittore al Pantheon (commissionata per l’occasione alla Factum Foundation for Didigital Technology in Conservation, leader mondiale dei rilievi digitali legati alla conservazione del patrimonio).

Mostra di Raffaello a Roma 2

“Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque, che fu il Venerdì Santo, di anni 37; l’anima del quale è da credere che, come di sue virtù ha abbellito il mondo, così abbia di se medesima adorno il cielo”.

Giorgio Vasari

La riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba di Raffaello al Pantheon. Foto MyWhere

Alla sua morte, inaspettata e prematura, grande fu “lo sgomento e la tristezza che quella scomparsa aveva generato nell’animo di tutti ma particolarmente in seno a quella comunità di umanisti che aveva al contempo ispirato e consentito negli anni romani l’esponenziale sviluppo del potenziale progettuale e delle ambizioni culturali di Raffaello” (dal saggio “La morte di Raffaello nelle parole dei contemporanei” di Matteo Lafranconi).

Mostra di Raffaello a Roma

Il famoso epitaffio “in latino umanistico che esalta la forza creatrice di Raffaello proprio attraverso la desolazione generata dal suo cessare” (dal saggio “La morte di Raffaello nelle parole dei contemporanei” di M. Lafranconi) ci accompagna in un percorso a ritroso, dichiarato sin dal titolo sul manifesto della mostra con l’inversione delle date, dalla morte verso la grazia e la “leggiadria” di un artista unico. ILLE. HIC. EST. RAPHAEL. TIMVIT. QVO. SOSPITE. VINCI RERVM MAGNA PARENS ET MORIENTE MORI.

“Qui sta quel Raffaello, mentre era vivo il quale, la Natura temette di essere vinta e, mentre moriva, di morire con lui”.
(dal saggio “La morte di Raffaello nelle parole dei contemporanei” di M. Lafranconi)

Mostra di Raffaello a Roma Foto MyWhere
Mostra Raffaello a Roma. Alcune Sale della mostra di Raffaello a Roma durante la nostra visita. Foto MyWhere

CELEBRARE RAFFAELLO PER IL CINQUECENTENARIO

A cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, avvenuta il 6 aprile del 1520 a Roma, questo evento mira a restituire, nel quadro dell’attualità europea, il valore universale dell’arte di Raffaello, rimasta per quattro secoli base indiscussa del canone artistico occidentale.

L’Italia rende omaggio al sommo artista del Rinascimento con una grande mostra alle Scuderie del Quirinale di 204 opere, di cui 120 dello stesso Raffaello tra dipinti e disegni.

Raffaello morì a Roma ed è a Roma che deve la sua fama universale. È particolarmente significativo che questo tributo nazionale abbia luogo nella città dove l’urbinate espresse a pieno il suo formidabile talento artistico, e dove la sua vita si spense improvvisamente a soli 37 anni di età.

Mostra di Raffaello a Roma Foto MyWhere

RAFFAELLO E ROMA

Nella città dei Papi, della Curia, dei committenti pontifici, degli umanisti, degli scienziati e dei letterati, molti dei quali furono suoi amici, Raffaello visse dal 1509 al 1520. Undici anni intensi e prolifici, durante i quali poté esprimere il suo talento in forme nuove e sperimentali che lo consacrarono al pari di Michelangelo il massimo artista del Rinascimento maturo. La mostra, che trae ispirazione dall’oggetto del quinto centenario della morte di Raffaello, presta particolare attenzione al fondamentale periodo romano, pur descrivendo per intero, in chiave monografica, tutta la vasta e articolata produzione creativa dell’urbinate: dalle arti plastiche a quelle decorative, dall’antiquaria all’architettura fino all’urbanistica – Raffaello divenne responsabile della Fabbrica di San Pietro nel 1514 – il percorso espositivo non si limita alla presentazione dei soli capolavori della pittura ma si estende all’intera attività progettuale dell’artista, con un’ampiezza mai tentata fino ad oggi nelle mostre a lui dedicate.

mostra di Raffaello a Roma Foto Mywhere

Un’occasione irripetibile per vedere riunite nello stesso luogo opere celeberrime e amatissime in tutto il mondo come: la Madonna del Granduca e la Velata delle Gallerie degli Uffizi o la grande pala di Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna; opere mai tornate in Italia dal momento della loro esportazione per ragioni collezionistiche come la sublime Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, la Madonna della Rosa dal Prado o la Madonna Tempi dalla Alte Pinakothek di Monaco di Baviera; dipinti straordinari e iconici come il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre.

mostra di Raffaello a Roma Foto Mywhere

Per la prima volta, si potranno ammirare nello stesso luogo i ritratti dei due papi che consentirono a Raffaello di dimostrare il suo immenso potenziale artistico negli anni romani: quello di Giulio II dalla National Gallery di Londra e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi dagli Uffizi, presentato per la prima volta dopo un accuratissimo restauro, durato tre anni, a cura dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, intervento che ne ha restituito la nettezza luministica e cromatica originale e l’incredibile forza descrittiva dei dettagli.

 

Realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro. Il progetto ha beneficiato della collaborazione con la Galleria Borghese, il Parco Archeologico del Colosseo e i Musei Vaticani, istituzioni che si sono rese generosamente disponibili a costruire un importante coordinamento sinergico con Scuderie del Quirinale e Gallerie degli Uffizi relativamente alle celebrazioni dell’anno raffaellesco a Roma.

L’IDEALE FEMMINILE DI RAFFAELLO

Poesia e pittura, l’ideale femminile di Raffaello tra La Fornarina e La Velata, che, come scrive Giorgio Vasari,

“Fu Raffaello persona molto amorosa et affezionata alle donne e di continuo presto ai servigi loro”.

mostra Raffaello a Roma Foto Mywhere

Nella sala con La Velata e La Fornarina emerge l’amore di Raffaello per le donne, esplicito nell’arte così come nella vita, e la leggenda lo ricorda come amante di splendide donne. Ma di tutte quelle che posarono nelle vesti di Madonne e sante, la più famosa fu Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere (detta appunto la Fornarina), che fu ritratta anche in altri famosi dipinti come, probabilmente La Velata (dipinta a Roma tra il 1512 e il 1518) ma di cui gli storici non ne conoscono con certezza l’identità.

mostra Raffaello a Roma Foto Mywhere
Particolare de La Fornarina alla mostra di Raffaello a Roma. Foto Mywhere

Raffaello si ispira sempre ad una “bellezza ideale”. La Velata presenta la giovane donna mostrandola a mezza figura. Qui Raffaello idealizzò ulteriormente l’immagine della donna amata con il ricco abito dalle maniche rigonfie.

Mostra Raffaello a Roma. Le donne di Raffaello. Foto MyWhere

OLTRE DUECENTO OPERE PER CELEBRARE RAFFAELLO

La rassegna, di ampiezza mai tentata finora, presenta capolavori provenienti dalle collezioni dei più importanti musei e collezioni nazionali ed internazionali tra cui: Gallerie Nazionali di Arte Antica, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Galleria Borghese, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Fondazione Brescia Musei, e poi ancora Musei Vaticani, Louvre, National Gallery di Londra, Museo del Prado, Museo Nacional de Artes decorativas di Madrid, Patrimonio Nacional, National Gallery of Art di Washington, Metropolitan Museum di New York, Albertina di Vienna, British Museum, Royal Collection, Ashmolean Museum di Oxford, Musée des Beaux- Arts di Lille.

 

L’autorevole comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino ha affiancato e approfondito il lavoro del team curatoriale, consentendo un confronto decisivo con l’attualità della ricerca e stimolando un dialogo fruttuoso tra gli studiosi più accreditati del settore come Nicholas Penny (già direttore National Gallery di Londra), Barbara Jatta (direttore Musei Vaticani), Dominique Cordellier (Musée du Louvre), Achim Gnann (Albertina, Vienna), Alessandro Nova (Kunsthistorisches Institut, Firenze), Alessandro Viscogliosi (Sapienza, Università di Roma), Mario Scalini (Direttore regionale Musei dell’Emilia Romagna), Guido Cornini (responsabile scientifico per l’arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani). La proficua collaborazione tra tutti questi esperti ha consentito la scelta condivisa di un importantissimo numero di opere di mano di Raffaello: oltre 120, tra dipinti, disegni, arazzi e lettere, per una raccolta di creazioni dell’artista urbinate mai viste in così gran numero tutte insieme. Determinante, in termini di prestiti e di lavoro scientifico svolto, il contributo delle Gallerie degli Uffizi con 49 opere delle quali oltre 30 dello stesso Raffaello.

mostra Raffaello a Roma Foto Mywhere

Tra queste una menzione particolare merita il già citato Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi, tra le opere più celebri custodite a Firenze ora visibile al grande pubblico dopo un delicato intervento di restauro voluto proprio in occasione del prestito romano, e certamente l’opera più rappresentativa del massimo prestigio delle sue committenze.

mostra Raffaello a Roma foto Mywhere

Condurre gli scavi per riportare alla luce; studiare e conservare le vestigia urbane di Roma antica; sovrintendere il grandioso cantiere della basilica di San Pietro; perfezionare lo studio e il metodo della pittura, amata e richiesta dai più importanti committenti per la sua naturalezza e inarrivabile armonia. Tali, e molti altri, furono i compiti che Raffaello fu chiamato ad assolvere per tutto il periodo romano e fino alla sua improvvisa scomparsa.

Raffaello 1520 – 1483

IL GIOVANE RAFFAELLO

Il momento in cui Raffaello decise di lasciare le proprie terre d’origine e prendere residenza a Firenze è rappresentato da due opere fondamentali: la Dama col Liocorno, dipinta a caldo appena vista la Gioconda, in corso di esecuzione nella bottega fiorentina di Leonardo, e il cosiddetto Sogno del cavaliere, che probabilmente precede di pochissimo la partenza.

Il Giovane Raffaello

Negli anni precedenti Raffaello, figlio d’arte (il padre di Giovanni Santi era un affermato pittore) formatosi nel fecondissimo ambiente urbinate, aveva lavorato a Città di Castello, a Perugia (la Pala Oddi) e a Siena, collaborando con Pinturicchio all’invenzione delle storie della vita di Enea Silvio Piccolomini per la Libreria annessa al Duomo. Se l’Idolino degli Uffizi pone il problema dell’influenza di Perugino sul giovanissimo Raffaello (che per Vasari si sostanziava in un vero e proprio apprendistato nella bottega dell’affermato maestro), il disegno di Oxford con il volto di un fanciullo e lo studio della mano sinistra poggiata sul foglio apre un improvviso spiraglio sui primi passi artistici del genio adolescente.

L’autoritratto degli Uffizi, replicato più tardi senza sostanziali varianti all’interno della Scuola di Atene, chiude simbolicamente la mostra. Il volto giovanile del pittore, non toccato dal tempo, si è trasformato, col crescere del mito di Raffaello, nell’immagine canonica dell’artista dotato dalla natura di grazia e amabilità quasi sovrannaturali: l’intelletto armonico e classico, apparentemente senza contrasti, capace di dominare per secoli la pittura moderna.

mostra Raffaello a Roma foto Mywhere
Mostra Raffaello a Roma: nell’ultima sala Il Giovane Raffaello. Qui al centro la Dama con il liocorno del 1505.

 

Scuderie del Quirinale biglietti e info

Raffaello 1520 – 1483

Tutte le foto sono MyWhere©

Fabiola Cinque

7 Responses to "Raffaello, ora e sempre. Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque…"

  1. giuliana d'urso   4 Agosto 2020 at 22:04

    Interessante questo percorso a ritroso su una delle figure sicuramente più grandi di tutta la storia dell’arte. La bella impostazione di questo articolo, le informazioni contenute e le splendide foto saranno un ottimo “sostituto” della visita. Grazie!

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  2. Steve Moss
    Steve Moss   4 Agosto 2020 at 23:44

    Non so se può essere un’idea giusta il percorso a ritroso, però mi ha molto colpito il titolo, la frase del Vasari, “Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque…”

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  3. Jane Burden   4 Agosto 2020 at 23:47

    Se mi è concesso, ho molto invidiato Fabiola nel selfie tra La Velata e La Fornarina. L’amore di Raffaello per le donne è noto, ma trovarsi in una sala al cospetto delle sue amanti più illustri dev’esser stato emozionante!

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  4. Teresa Paladin   21 Agosto 2020 at 14:04

    Commuove la storia del piccolo Raffaello che, morta la madre quando lui aveva solo 11 anni, nell’Italia del Rinascimento trova la sua vita nell’arte pittorica . A dimostrare che seguire la propria passione è sempre la scelta migliore. Molto bella, Fabiola, la scelta dei quadri inseriti nell’articolo.

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   21 Agosto 2020 at 20:48

      Grazie Teresa, in realtà ho provato le tue stesse sensazioni visitando la mostra. Commovente scoprire l’uomo, più che l’artista. Per questo ho scelto la frase cone titolo dell’articolo che racchiude la tristezza di una vita così breve, e così fragile – Finì il corso della sua vita il giorno medesimo che nacque – commovente.

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  5. Teresa Paladin   21 Agosto 2020 at 15:23

    E anche interessante la scelta del percorso a ritroso e i commenti, che aiutano ad apprezzare l’opera di Raffaello.

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    • Fabiola Cinque
      Fabiola Cinque   21 Agosto 2020 at 22:43

      Come dici anche nel precedente commento, la scelta dei quadri inseriti nell’articolo segue un iter emozionale più che cronologico. Una mostra troppo importante (e troppo sfortunata) che chiuderà già i battenti la prossima settimana dopo solo un paio di mesi che hanno accolto i pochi che hanno avuto la fortuna di ammirarla dal vivo.

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