FORLIMPOPOLI – La cucina romagnola nomina il suo ambasciatore. Di chi si tratta? Della ricetta n.71, Le tagliatelle all’uso di Romagna del vate Artusi, di cui nel 2020 ricorre il 200enario dalla nascita. La tagliatella verrà diffusa in ogni continente e gli abitanti di ogni luogo potranno farla propria recandosi magari a Forlimpopoli o in Romagna per conoscere i luoghi da dove proviene. Ecco a voi la sua ricetta.
L’Italia unita si concretizza nel 1861. 30 anni dopo, nel 1891, nasce l’Unione Gastronomica delle Regioni Italiane. Chi è l’artefice? Pellegrino Artusi di Forlimpopoli (10 km da Forlì) che scrive e pubblica a sue spese la prima edizione del volume La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene (seguiranno altre 100 edizioni), ovvero “un manuale pratico per le famiglie composto da 790 ricette regionali”.
Ebbene, nel 2020, si festeggia il 200enario dalla nascita del vate Artusi. A Forlimpopoli, per l’occasione, hanno organizzato dall’1 al 9 agosto, un’edizione speciale de La Festa Artusiana.
I festeggiamenti, com’è prassi, si sono tenuti a Casa Artusi dal 4 al 6 agosto. È stata un’edizione particolare, speciale, con una grande novità, una novità che avrà ripercussioni in tutto il mondo. Quale? La tagliatella, quella interpretata dall’Artusi nella ricetta n. 71, Le tagliatelle all’ uso di Romagna, è stata nominata ambasciatore della Romagna nel mondo.
È stata un’iniziativa ricca di significato per la Romagna. La tagliatella “in versione Artusi” verrà diffusa in ogni continente e gli abitanti di ogni luogo potranno farla propria recandosi magari a Forlimpopoli o in Romagna per conoscere i luoghi da dove proviene.
L’evento ha destato grande curiosità. A seguirlo blogger e influencer internazionali provenienti da molti paesi del mondo, dal Regno Unito agli States, dal Canada a Israele, dall’Australia alla Corea del Sud, fino ad arrivare alla Polonia, tutti collegati da remoto via zoom per assistere alle lezioni virtuali di cucina dedicate alla ricetta 71.
Nei prossimi anni, l’evento coinvolgerà addirittura altri stati. Vista nell’ottica del marketing non può che essere un’iniziativa vincente: la Tagliatella dell’Artusi si diffonderà all’estero, come è già accaduto per gli spaghetti alla bolognese, già noti in tutto il mondo.
TAGLIATELLA ALL’ARTUSI: TUTTO SULLA RICETTA 71
Analizziamo alcune parti salienti della ricetta n. 71. Per quanto concerne gli ingredienti e la preparazione sono i medesimi degli spaghetti alla rustica, ric.n. 104, e, per quanto concerne la sfoglia, l’Artusi rimanda il lettore alla lettura della ricetta n. 69: Tagliatelle al prosciutto o alla salsiccia. Qui l’Artusi afferma che anche questo condimento può essere utilizzato per gli “spaghetti alla salsiccia”.
Artusi enuncia un postulato gastronomico incontrovertibile, già adottato per le tagliatelle alla bolognese e per gli spaghetti alla bolognese: infatti entrambi piatti possono essere conditi con il medesimo condimento. Quale? Il ragù alla bolognese. Si noti bene come questi due piatti (spaghetti e tagliatelle) ed il ragù oggi conosciuti da tutti, non siano mai stati menzionati nel libro dell’Artusi, pietra miliare della gastronomia italiana. Il motivo? Probabilmente si trattava di piatti non ancora in auge quando l’Artusi scrisse il libro.
A Bologna capito spesso che al ristorante, i turisti stranieri chiedano all’oste di assaggiare un piatto a loro noto perché diffuso nel loro paese. Un esempio lampante è rappresentato ovviamente dagli spaghetti alla bolognese.
Ma una richiesta del genere a Bologna può essere pericolosa. La maggior parte dei cuochi bolognesi a tale richiesta rispondono che “gli spaghetti alla bolognese” non esistono, dando così del bugiardo al cliente. Gli propongono le tagliatelle alla bolognese. “Sono migliori” dice il cuoco, peccando forse di superbia. Come fa a saperlo dato che gli spaghetti per lui non esistono? Solo il cliente potrà decidere assaggiando le tagliatelle quale dei due piatti preferire. Non sarebbe forse più commercialmente corretto che il cuoco bolognese portasse al cliente un piatto di tagliatelle e spaghetti conditi con il medesimo ragù? Questa soluzione è in linea con il pensiero dell’Artusi, che forse un po’ di gastronomia e di marketing ne masticava, se il suo libro ha superato il milione di copie vendute, e che giudica che tagliatelle e spaghetti possono entrambi essere conditi con lo stesso condimento.
Se nutrite dubbi sul comportamento che ho descritto dei cuochi bolognesi è uscito un libro giallo edito da Mondadori vergato da un oste che si diletta a scrivere. Il libro è intitolato Gli spaghetti alla bolognese non esistono e ne parlo qui.
Ho fatto questa digressione perché, cari romagnoli giudico splendida la vostra idea di diffondere nel mondo la Tagliatella Artusiana e di conferirle il titolo di Ambasciatore,e mi auguro che la vostra iniziativa abbia il successo che merita. Se in futuro uno straniero domanderà ad un oste romagnolo non le tagliatelle ma gli Spaghetti all’ uso di Romagna, l’oste romagnolo, che di turismo se ne intende per esperienza pregressa, gli porterà certamente un piatto con entrambi: Spaghetti e Tagliatelle all’uso di Romagna ricordandosi che l’Artusi non boccia ma approva questo abbinamento( vedi ricetta n 104 spaghetti alla rustica: il condimento è il medesimo delle Tagliatelle all’uso di Romagna).
Il marketing insegna che è importante non deludere mai un turista straniero, e chi ne beneficia, in questo caso, è la terra di Romagna. Lasciamo la superbia agli osti bolognesi che ancora non sanno che “gli spaghetti alla bolognese esistono e sono apprezzati in tutto il mondo. Denigrarli (lo dice il marketing) certo non fa incrementare il turismo a Bologna. Ma questa è un’altra storia.
RICETTA DELL’ARTUSI: LE TAGLIATELLE ALL’USO DI ROMAGNA
Qui di seguito gli ingredienti base della ricetta Artusi delle Tagliatelle all’uso di Romagna n. 71 (con rimandi alle ricette n. 69 e n. 104)
Ricetta per sei persone:
Aglio (due spicchi)
Prezzemolo, basilico 30 grammi
Olio extravergine d’oliva 30 grammi
Pomodori freschi 350 grammi
Sale e Pepe qb
Parmigiano grattugiato 25 grammi
Spaghetti 500 grammi
Esecuzione della sfoglia: vedi ricetta Artusi n. 69 (Tagliatelle col prosciutto)
“Le chiamo tagliatelle, perché dovendo esser cotte nell’acqua e condite asciutte, va tirata la sfoglia alquanto più grossa e tagliata a strisce più larghe dei taglierini. Si tratta sempre di un impasto d’uova e farina, senza punta acqua se le desiderate ben sode”
*Per la sfoglia (dosi consigliate) 4 uova e 400 grammi di farina
Si noti che l’Artusi consiglia indifferentemente il condimento per “le tagliatelle al prosciutto” anche per gli spaghetti conditi con prosciutto o salsiccia.
Preparazione del condimento: per le Tagliatelle all’uso di Romagnavedi ricetta Artusi n. 104 (spaghetti alla rustica)
Si noti che questo condimento l’Artusi lo abbina anche agli spaghetti ossia i vermicelli, asciutti, ma abbiate l’avvertenza di cuocerli poco, in molta acqua, e di mandarli subito in tavola.
Esecuzione del condimento:
“Fate un battutino con due spicchi d’aglio e un buon pizzico di prezzemolo e l’odore del basilico se piace; mettetelo al fuoco con olio a buona misura e appena l’aglio comincia a colorire gettate nel detto battuto sei o sette pomodori a pezzi condendoli con sale e pepe. Quando saranno ben cotti passatene il sugo, che potrà servire per quattro o cinque persone, e col medesimo unito a parmigiano grattato, condite Le tagliatelle all’uso di Romagna.
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È incredibile la contemporaneità di Artusi che a 200 anni di distanza crea e propone meravigliose ricette Da quale possiamo prendere spunto per imparare e progredire nell’arte della cucina
Davvero sono passati 200 anni dalla sua nascita? complimenti per averlo celebrato! purtroppo è stato un centenario passato un po’ in sordina (a mio avviso)…
Per i 200 anni di Artusi andavano fatte celebrazioni molto più evidenti comunque grazie di avercelo segnalato!
Il giornalista Lamberto Selleri é di origine romagnola? Io che sono nata a Forlì ho molto apprezzato questo articolo che non solo ci ricorda l’anniversario dell’Artusi, ma ci fa apprezzare il carattere dei Romagnoli che sono gli abitanti di “un’isola del sentimento”. Vivaci, un po’ rumorosi ma di grande cuore hanno ancora una volta valorizzato la loro terra. Non solo le Tagliatelle all’uso di Romagna sono l’ambasciatore della Romagna all’estero, ma le parole stesse contenute nel nome della ricetta riassumono ciò che i Romagnoli hanno sempre sottolineato:1) le tagliatelle, di sfoglia rigorosamente fatta a mano, ricordano il lavoro delle loro donne (azdoure) e ora delle sfogline; 2) all’uso: secondo il modo, la tradizione (che sempre hanno nel cuore) 3) di Romagna (notare: non “alla romagnola”)che é far risaltare ancora una volta questa terra, che é sì legata al passato ma é pronta a rinnovarsi, ad aprirsi sempre al futuro e all’accoglienza di un ospite straniero che non solo “deve” essere soddisfatto e divertirsi ma “deve” desiderare di ritornare anno dopo anno ( ricordate la riviera romagnola?). Perché l’ospite per i romagnoli é sacro: con lui possono dividere tutto e vogliono offrirgli tutto ciò che lui cerca e desidera.. Un “angolo di Paradiso”, questa é la Romagna, a volte difficile da capire, specialmente forse per i bolognesi che ai turisti che richiedono gli spaghetti alla bolognese rispondono “che non esistono”! Che sia per questo che il turismo in Romagna ha una storia lunga decenni mentre a Bologna é una conquista degli ultimi anni?
Sono nato a Bologna ma da madre romagnola e mi considero, da come sono stato educato, più romagnolo che bolognese. Valeria, hai ricordato le sfogline e penso che per presidiare i territori all’estero l’Ambasciatore Romagnolo (le Tagliatelle all’uso di Romagna) potrebbe nominare in ogni Paese le sfogline e i cuochi locali “Consoli Onorari”, con il compito di aprire”centri “per promuovere le Tagliatelle all’uso di Romagna; in particolare agli / alle allieve che apprenderanno alla perfezione l’arte di fare e tirare a mano la sfoglia verrà rilasciato da Casa Artusi un attestato/diploma che consentirà anche a loro di insegnare ad altre massaie l’arte di maritare la farina con le uova.