Parola d’ordine Sexytudine: i 60 anni di Hugh Grant e Colin Firth

Parola d’ordine Sexytudine: i 60 anni di Hugh Grant e Colin Firth

ACCADDE OGGI – Non abbiamo ancora finito di festeggiare Hugh Grant che dobbiamo ricominciare da capo. Come? Festeggiando la sua grande nemesi (si scherza naturalmente, forse no?). Oggi, 10 settembre, il grande Colin Firth compie 60 anni.

Insicura, pasticciona, cicciottella, piena di guai, ma contesa da due sex symbol british dal fascino unico. È inutile nascondersi, quante volte abbiamo sognato di essere Bridget Jones? Tante, troppe, perché due come Hugh Grant e Colin Firth non si trovano certo per strada! E sapere che questa settimana entrambi compiono 60 anni fa strano davvero, anzi fa sorridere. Perché Colin Firth, 60 anni oggi, e Hugh Grant,  60 anni ieri, non sono soltanto la doppia faccia della commedia (relegare soprattutto Firth esclusivamente alla commedia sarebbe una bestemmia) ma anche la doppia faccia della sexytudine. Prendiamo Bridget Jones appunto. Da una parte Grant (Daniel Cleaver) donnaiolo, scapolo, sicuro di sé e brillante. Dall’altra Firth (Mark Darcy) avvocato con alle spalle un matrimonio disastroso, un timido ma burbero che alla fine riuscirà a far cadere Bridget nella sua rete d’amore.

Insomma, con loro 2 ce n’è per tutti i gusti. Basta solo scegliere. E noi oggi, scegliamo Colin Firth. Lo so Hugh, è dura da digerire, ma oggi è il compleanno di Colin e a te non resta che farti da parte. Mi raccomando, stavolta niente scazzottate ragazzi!

60 ANNI COLIN FIRTH: IL SEGRETO STA NEL CAMBIAMENTO

Camaleontico, magnetico, talentuoso e affascinante. Firth è senza dubbio uno dei migliori attori in circolazione, uno a cui non è mai stato regalato niente. 65 film in bacheca, la stessa bacheca dove conserva religiosamente una Coppa Volpi alla Mostra del Cinema (A Single Man) e un meritatissimo premio Oscar come Miglior Attore per il film Il Discorso del Re di Tom Hooper.

La sua è una storia di gavetta e di sacrificio. Parte dai teatri inglesi e arriva al successo grazie alla trasposizione cinematografica di Febbre a 90’ di Nick Hornby e alla saga di Bridget Jones ma è in A Single Man, pellicola straordinaria e profonda che l’attore compie lo step decisivo verso il firmamento.

La carriera di Colin Firth

Camaleontico, l’avevo detto. Firth sa rendere al meglio in qualsiasi genere. Sa far ridere, sa far piangere, sa cantare (ve lo ricordate nel musical Mamma Mia!) e riesce addirittura ad essere credibile nei film d’azione (Kingsman).

SHAKESPEARE E GAVETTA: ECCO PERCHE’ COLIN FIRTH E’ IL FIORE ALL’OCCHIELLO DEL “BRIT PACK”.

Firth nasce a Grayshott da due professori universitari cresciuti in India. Trascorre l’infanzia in Nigeria e a 11 anni si trasferisce in Missouri. Firth però non ama St. Loius, sente tremendamente il bisogno di tornare in Inghilterra. A Londra, inizia i suoi studi al Drama Centre prendendo parte a molte opere shakespeariane. Gli addetti ai lavori si accorgono del suo talento e lo invitano alla West End. È la svolta. Nel 1983 prende parte insieme a Rupert Everertt a Another Country, la famosa pièce teatrale di Julian Mitchell, dove interpreta il ruolo di Tommy Judd, miglior amico del protagonista Guy Burgess. Il successo della rappresentazione spinge il regisyta Marek Kanievska a portare la piéce sul grande schermo con gli stessi protagonisti (la pellicola venne anche presentata a Venezia).

Nello stesso periodo lavora anche nelle serie tv “Crown Court”, “Dutch Girls” e “Lost Empires”. Dopo aver girato “Nineteen Nineteen”(1985) di Hugh Brody, “Un mese in campagna”(1987) per la regia di Pat O’ Connor, nel 1989 è la volta di “Valmont”, di Milos Forman, e sul set conosce la bella Meg Tilly, dalla quale avrà il suo primo figlio Will, nel 1990.

Iniziano gli anni ’90 e Firth, insieme ai colleghi Gary Oldman, Tim Roth, Bruce Payne e Paul McGann forma il Brit Pack, un gruppo di attori formidabili tutti britannici sulla cresta dell’onda.

IL DISCORSO DEL RE: LA PERFORMANCE DELLA CARRIERA

Febbre a 90, Bridget Jones, Orgoglio e Pregiudizio, A Single Man. Abbiamo ammirato Firth in tutte  le salse ma è ne Il Discorso del Re che l’attore supera sé stesso. Veste i panni di Re Giorgio VI (padre dell’attuale regina d’Inghilterra) un re senza voce, solo e deriso, un re balbuziente costretto a farsi curare dal logopedista Lionel Logue (un immenso Geoffrey Rush) nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale.

Firth regala una performance di valore assoluto. Quel viso contratto, quella mascella indurita, quegli occhi pieni di paura. Il Giorgio VI di Firth è un personaggio potente ma nudo che alterna scatti di forza senza eguali a momenti di debolezza senza eguali.

Insomma, l’avrete sicuramente visto questo film e sarete d’accordo con me. Firth è talmente mostruoso nell’interpretazione che gli altri attori, seppur eccezionali, paiono sfigurare.

CARO HUGH, CI DISPIACE MA NON PUOI COMPETERE

colin firth

Augurando buon compleanno a entrambi, non possiamo che concludere che Colin Firth vs Hugh Grant finisce 3-0. Lo so Hugh, è dura, ma col talento di Firth non puoi competere. E dovresti esserci abituato, visto che alla fine Bridget sceglie sempre lui!

Jane Burden

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