I gatti neri, ovvero un modo di essere

I gatti neri, ovvero un modo di essere

ACCADDE OGGI – Oggi, il 17 novembre 2021, è la giornata internazionale dedicata al gatto nero contro tutte le superstizioni esistenti. Allora, cari lettori, vi racconterò questa storia contro i luoghi comuni!

Tante sono le iniziative e le campagne lanciate in difesa dei gatti neri e delle ingiuste superstizioni che li colpiscono da secoli. Ve ne abbiamo raccontata una molto bella, intrapresa in occasione della Giornata internazionale dedicata al gatto nero, volta a migliorare la sicurezza di questo e degli altri animali sulla strada.

Nel maggio del 2008 vennero al mondo nella pineta di Roccamare (vicino a Castiglion della pescaia, Toscana) due piccolissimi gattini neri, figli della stessa mamma gatta. Gatti neri di pineta, quindi. Il gatto di pineta ha un arco di sopravvivenza tra i due e i tre anni al massimo, anche se riesce a sfamarsi o viene sfamato, poi cede perché in pineta esistono anche altri animali non particolarmente socievoli, come le volpi, i ricci, i cinghiali e alcuni uccelli molto rapaci.

I due gatti vissero nella casa della pineta, abbandonati dalla mamma, ma sfamati e coccolati dalla padrona della mamma gatta, femmina umana. Nell’ottobre dello stesso anno fu chiesto alla mia fidanzata e al sottoscritto se potevamo essere interessati ad avere i due gatti neri, che avevano già 5 mesi. La mia fidanzata disse “Uno potremmo prenderlo” e io aggiunsi “No, bisogna prenderli tutti e due, perché un gatto da solo è più difficile da gestire che non due”.

DUE MERAVIGLIOSI GATTI NERI, OBAMA E OTELLO

I due chiaramente si fanno compagnia, fanno un po’ di lotta greco romana, come i fratelli piccoli ma si vogliono anche bene e tra di loro si scambiano affettuosità, facendo la gioia di chi li ospita. I gatti arrivarono a Bologna proprio a fine ottobre-primi novembre 2008. Erano gatti neri che più neri di così non potevano essere. Ora si trattava di dare loro un nome, perché il nome è fondamentale per tutti gli animali da affezione che vivono in casa.

Uno dei due gatti era più snello, deambulava come Gary Cooper in “Mezzogiorno di fuoco“, quindi con un’andatura oscillante un po’ a destra e un po’ a sinistra, quando Gary Cooper aveva il cinturone addosso. Dato però che in quel periodo ci sarebbero state le elezioni presidenziali in America, esattamente in novembre, ed avendo pensato che l’andamento del gatto aveva un che di presidenziale, decidemmo quindi di chiamare il gatto Obama, dato che era il candidato alla presidenza degli Stati Uniti e il gatto era tutto nero.

Il gatto portò fortuna al presidente Obama perché fu eletto. Non gli ho mai scritto dicendo che era stato eletto grazie agli auspici del gatto Obama, ma così andò. L’altro gatto, che aveva una dimensione corporea più cicciottella tendente alla dimensione di uno dei due padroni (nel qual caso si tratta del sottoscritto), decidemmo di chiamarlo Otello, in omaggio al grande “moro” shakespeariano.

OBAMA E OTELLO OGGI

I gatti oggi hanno 13 anni e mezzo, sono sempre più neri, anche se sotto il sole cocente il loro pelo assume striature e colori meno intensi, sono sempre più grandi e secondo alcuni somigliano a due pantere. Nulla di più esagerato per noi sono sempre due meravigliosi batuffoli portafortuna. Perché il gatto (in questo caso due) è come un angelo custode della casa in cui vive e anche degli abitanti che vi scorrazzano, in questo caso i suoi adorati padroni.

La convivenza con questi due animaloni o animaletti ha registrato in questi anni momenti di grande intensità e di una complicità tale che ormai il famoso linguaggio misterioso dei gatti neri, come sostengono alcuni studiosi, è stato decodificato e tradotto attraverso la convivenza della vita quotidiana tra ospite e ospitante. I gatti hanno già le chiavi di casa ma gli manca il cellulare.

In questi anni abbiamo curato anche il gatto Otello, che ha avuto il diabete per quattro anni e sembra lo stia superando positivamente. Le malelingue hanno detto che i diabete, che ho da molti anni, gliel’ho attaccato io. I gatti neri tra loro sono anche gelosissimi del rapporto che hanno con i rispettivi padroni, soprattutto in relazione all’occupazione dello spazio o di uno spazio in cui interagiscono con il padrone medesimo.

Ma quando si torna a casa e si scoprono i due gattoni neri seduti l’uno sulla poltrona di lettura della mia fidanzata e l’altro sulla poltrona di lettura del sottoscritto, si pensa che solo la fortuna e il bene possono scaturire da queste presenze. Non solo: negli anni il gatto Otello, che è quello un po’ più fragile e dimostra anche una sensibilità particolare, tutte le volte che attraverso l’androne di casa, mi viene incontro, alcune volte molto piano e altre galoppando, da qui il soprannome di gatto-cane, perché tendenzialmente sono i cani che fanno festa al padrone andando loro incontro.

LE ERRATE CREDENZE ANTICHE SUI GATTI NERI

I gatti e la fotografia
I gatti e la fotografia

 

So che nel mondo i gatti neri sono stati oggetto in passato, dal Medioevo fino a metà Ottocento, di persecuzioni totalmente ingiuste e a sproposito. Erano associati alle streghe, alle diavolerie, ai vari misteri legati anche all’ignoranza del popolo e hanno dovuto subire persecuzioni non indifferenti. Nello stesso racconto di Edgar Allan Poe, “Il gatto nero” viene torturato.

Meno male che, passando il tempo e migliorando certi costumi, il gatto nero, anche se ancora ricercato nella notte di Halloween per sacrifici inumani, però bene o male è riuscito ad attraversare questi secoli sopravvivendo. In Inghilterra, ad esempio, il gatto nero è simbolo di fortuna e viene trattato meglio di un bipede. Nello stesso antico Egitto la dea Bastet, della della fertilità, è sempre rappresentata nei simboli e nelle statue a lei dedicate con il colore nero.

Negli ultimi anni nei confronti degli animali, non solo gatti ma anche e soprattutto cani, si è sviluppata una sensibilità che ha attraversato paesi anche come la Cina modificando il comportamento della popolazione nei confronti di questi essere particolari. In Giappone per esempio c’è una ricchissima letteratura dedicata alla vita con i gatti e alle storie di gatti. Molti di questi libri sono stati tradotti in italiano da varie case editrici, soprattutto Einaudi e Corbaccio.

Nelle edizioni del Corbaccio potete trovare molti libri curati da un grandissimo bibliotecario tedesco, Detlef Bluhm, che ha dedicato ai felini la maggior parte della sua produzione letteraria. Devo confessare che mi piacciono tutti i gatti, anche quelli magri che vivono in stato di cattività e se posso cerco di aiutarli, o di farli adottare o che si creino delle condizioni dignitose di sopravvivenza. Se uno mi chiedesse: ma che cosa sono per te i gatti neri? Io risponderei, citando e trasformando una battuta di Colin Firth in un film molto divertente:

“i modi definiscono i gatti”.

E ricordate che nella mia rubrica mondo gatto troverete tante curiosità, dal cinema alla letteratura, sul mio compagno preferito!

Federico Grilli

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