Il gatto: Garfield, lo Stregatto o la dea Bastet

Il gatto: Garfield, lo Stregatto o la dea Bastet

MONDO GATTO – Oggi, 17 Febbraio, è la Giornata o Festa del gatto. Un animale amato in Italia e nel mondo, dove moltissimi sono i mici entrati a far parte delle famiglie di ogni angolo del pianeta. D’altra parte, questi felini sono portatori di un mix tra fascino e mistero, fin dall’antichità!

Pochi anni fa uscì un libro di un giornalista della stampa, Alberto Mattioli, intitolato Il gattolico praticante, crasi tra amante del gatto e di fede cattolica. Ieri Vittorio Feltri ha dedicato un ampio articolo su Libero alla Festa del gatto che ricorre oggi, sottolineando perchè amare i gatti è una questione di civiltà. L’articolo finiva con questa affermazione:
“I gatti sono misteriosi e forse per questo li adoro, li adoriamo noi gattolici praticanti”.  
Anch’io mi trovo perfettamente d’accordo con questa divertente definizione creata da Alberto Mattioli. Vorrei però fare un passo indietro nel tempo per inquadrare alla perfezione, e anche con un po’ di sintesi, il successo del gatto attraverso i secoli.

IL GATTO DELL’ANTICHITA’

gatto mywhere
La figura del gatto nell’Antico Egitto
Gli amanti dei gatti sanno che l’animale era adorato in Egitto fino al punto che gli venne dedicata una divinità, la dea Bastet, femmina, dea della fertilitàIl gatto, proprio per questa sua provenienza dall’antico Egitto, considerato nella tradizione e nella leggenda il gatto della cultura occidentale, a differenza del gatto di cultura orientale, identificato nella tradizione cinese o nella filosofia zen giapponese, ha nel suo DNA i tratti tipici del Faraone.
Il gatto infatti veniva adorato come se fosse veramente un faraone e tutto il mondo era un mondo di schiavi al suo servizio. Questa dimensione che apparentemente può sembrare ironica, invece si è trasmessa attraverso i secoli e il gatto ha mantenuto assolutamente il DNA del faraone, considerando tutte le persone al suo servizio come dei naturali schiavi.
Schiavi che non si è scelto lui ma che si è trovato accidentalmente sul suo cammino. Coloro che sostengono che il gatto è totalmente interessato per avere cibo o acqua in abbondanza durante il giorno non riescono a capire che non è l’interesse che scatena il suo comportamento per la richiesta di cibo ma è il fatto quasi storico che lui ritiene un dovere, sottolineo un dovere, che questo cibo gli sia fornito regolarmente più volte al giorno senza che lui ne faccia richiesta, proprio perché non è un diritto del suo schiavo occasionale – in questo senso, uno dei padroni che lo accudiscono quotidianamente – fornire questo servizio.
È chiaro che chi convive con un gatto deve assolutamente essere motivato nella relazione con lui, in caso contrario si creano situazioni solo di stress o sofferenza da ambedue le parti. Se la motivazione però supera il mistero, i soggetti interagiscono con un beneficio da entrambe le parti. È vero che il gatto tende naturalmente a farsi servire su tutte le azioni della vita quotidiana ma è anche vero che la funzione terapeutica di beneficio e anche di civiltà che trasmette alla persona o alle persone che interagiscono con lui è abbondantemente certificata da vari studi di tante università del pianeta.

I MISTERI DEL GATTO

Monge gatto sulla tastiera Foto MyWhere

Il gatto nel suo bilancio positivo ha il fatto che mette in campo delle modulazioni di frequenza, come io le definisco, che interagiscono e trasmettono segnali ai bipedi umani tenendo conto sia della voce suoni ma anche della voce movimenti e posizioni. Quindi dopo un periodo di relazione con l’animale si crea una consuetudine a decodificare e decifrare il significato degli atteggiamenti del gatto sia che vengano palesati attraverso un miao, oppure tra cambiamenti di posizioni e di luoghi durante la giornata.
Questo fa parte dei misteri del gatto, che rendono anche la quotidianità molto divertente, nel senso che il bipede umano deve trasformarsi in uno speciale ispettore di polizia per riuscire a interpretare nel modo migliore i messaggi che l’animale invia e a dare risposte adeguate rispetto alle richieste in campo. Non è un caso in effetti che gli antichi egizi su questo avessero come fermato il tempo, considerando sicuramente il gatto più intelligente e più rispettabile di tutti gli schiavi che avevano a disposizione per costruire le piramidi.

I PERIODI STORICI PIU’ BUI

È vero che attraverso i secoli il gatto ha anche attraversato dei periodi bui, non voglio qui addentrarmi nel periodo della caccia alle streghe o della inquisizione dove soprattutto i gatti neri non erano visti di buon occhio, soprattutto per non rattristare i miei lettori, ma comunque bisogna considerare che in molti paesi, prendo per esempio due a caso il Giappone e l’Inghilterra i gatti sono sempre stati considerati dal secolo scorso in poi elementi più che rispettabili della vita sociale.
Innumerevoli sono i libri scritti su di loro con aneddoti e storie anche divertenti – credo di averne letti la maggior parte – come per il gatto presente nelle opere cinematografiche ormai bisognerebbe fare veramente un catalogo a parte. Ho già contato nel mio studio personale una cinquantina di film dove il gatto è presente in modo determinante, considerando i 9 film di Hitchcock e anche il film turco Istanbul, la città dei gatti dove il regista segue con un documentario a soggetto la vita di nove gatti in quella città considerando i percorsi totalmente diversi di ciascun animale. Non ci addentriamo poi nella letteratura fantastica, di cui l’esempio più famoso rimane la figura dello Stregatto in Alice nel paese delle meraviglie.

NON ANDARE, NON PARTIRE!

Pet Therapy

Prima di chiudere questo atto d’amore verso il gatto, in qualità di gattolico praticante, vorrei raccontarvi un comportamento casalingo dei miei due gatti neri, Obama e Otello. La mia fidanzata, donna Silvia, ogni tanto viaggia e ha l’abitudine di preparare la valigia una settimana prima del viaggio, a differenza del sottoscritto, che la prepara un’ora prima.
La valigia rimane aperta su un enorme tavolo che è uno spazio di deambulazione per i due gatti, che quando notano la valigia aperta si infilano dentro, non perché quello spazio gli sia particolarmente simpatico, ma per dare un chiaro segnale alla loro adorata padrona con questo messaggio: non andare, non partire.
Quando però la valigia è chiusa, loro si trasferiscono, durante la notte, da un lato del letto dove riposa donna Silvia e si appollaiano su di lei tenendo una posizione di due contrari uniti, tipo yin e yang, avvicinandosi con le loro code.
L’impressione che ricevo durante la notte è di un unico gatto gigantesco appollaiato sul letto. Ma perché loro si comportano così? Perché sanno che donna Silvia deve partire per un viaggio ed essendo la valigia non praticabile si riversano su di lei per darle l’identico messaggio: non andare, non partire.
Chiuderò questa apologia del gatto citando una frase del gatto Garfield, che avevo appeso nel mio ufficio, in altri tempi. Il manifesto col gatto Garfield, signore del tempo e dello spazio, recitava così:
“I nemici: se non puoi distruggerli, confondili”.
Ecco, cari amici, questo è il gatto.
Federico Grilli

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