17 curiosità su Vikings: i segreti della serie dei Vichinghi

17 curiosità su Vikings: i segreti della serie dei Vichinghi

MONDO – Scontri cruenti, incontri tra culture e un prodotto destinato a rimanere nel tempo. Ecco 17 curiosità su Vikings, la serie canadese di Michael Hirst che ha conquistato tutti.

Il 3 marzo 2013 andava in onda la prima puntata della serie canadese Vikings, arrivata qui da noi su Netflix Italia tre anni dopo. La serie è stata creata dal regista Michael Hirst. Volete una prima curiosità su Vikings? Hirst non è nuovo alle ambientazioni di genere storico: suo ad esempio è il merito di serie televisive come I Borgia o ancora I Tudor andati in onda su piccolo schermo, mentre nelle sale cinematografiche ha portato film come Elizabeth.

Ogni figura di rilevanza storica è stata restaurata e romanzata dal suo talento, mantenendo comunque in ogni sceneggiatura una rilevante fedeltà storica. Non a caso la prima puntata di Vikings andò in onda proprio sul canale canadese History, dedicato ad un contenuto prettamente storico-informativo. Una serie fatta di violenti e cruenti scontri che rendono la visione adatta a chi ha un certo pelo sullo stomaco ma arricchita anche di molti incontri significativi. La perfetta miscela di storia, cultura e inventiva.

STORIA, MITOLOGIA, CULTURA E INVENTIVA: LA FORZA DI VIKINGS

Vikings è la dimostrazione di come tanta cura estetica possa muoversi di pari passo con altrettanta ricchezza culturale. Le vicende di re Ragnar non si limitano a raccontare le gesta e i conflitti interni di un uomo, ma narrano la storia e lo sviluppo di un intero popolo. Se ad un primo impatto siamo tutti rimasti estasiati dalla bellezza scenica di personaggi e scenografia, proseguendo la visione delle peripezie del popolo norreno siamo rimasti altrettanto colpiti e affascinati dai molteplici riferimenti culturali. Personaggi e vicende sono infatti caratterizzati da grande sostanza. Attenzione, nonostante i riferimenti storici non va confuso e guardato come un ritratto fedele della cultura e della storia Vichinga ma come un’attenta miscela esplosiva di elementi storici, mitologici, culturali e inventiva dello stesso Hirst.

Ma siamo sicuri di consocere tutto, ma proprio tutto sulla serie tv canadese? Ecco 17 curiosità su Vikings che forse non conoscevate.

1) Ragnar, un personaggio storicamente esistito

Curiosità su Vikings:
Curiosità su Vikings: Re Ragnar

“Ragnarssaga loðbrókar” titolo islandese dell’opera che testimonia l’esistenza e le gesta di Ragnar, opera nella quale troviamo anche le sue nozze con Aslaug e le battaglie combattute dai loro figli. L’ambientazione è collocata nel 793 d. C, anno in cui ci troviamo anche nella prima puntata della serie. Molto probabilmente la figura di re Ragnar è stata creata avvalendosi anche di un altro personaggio storico, il leader vichingo Reginherus famoso per aver assaltato Parigi nel 845 d.C. Il regista si sarebbe quindi ispirato a questi due personaggi storici per dar vita alla sfaccettata complessità di re Ragnar.

2) Aslaug, la vera madre di Bjorn

Curiosità su Vikings: Aslaug

Diciamocelo chiaramente, nessuno di noi è stato folle di simpatia per lei. Abbiamo tutti vissuto questo personaggio come la matrigna malvagia, causa della fine di quella storia d’amore travolgente tra Lagherta e Ragnar. Ma dobbiamo accettare una dura verità, storicamente quell’amore idilliaco fatto di battaglie fianco a fianco, non è mai esistito. Lagherta infatti viene nominata all’interno della saga islandese citata poco fa, ma purtroppo quello che è certo è che non ha mai avuto il ruolo di leader e fiamma gemella che ha avuto invece nella serie.

Non solo questo è quello che a malincuore dobbiamo accettare, dobbiamo digerire anche il fatto che non fu Lagherta la madre del nostro acclamatissimo Bjorn la corazza, ma fu proprio Aslaug a dare la vita a quello che storicamente porta il nome di Bjorn fianco di ferro.

3) Floki personaggio reale travestito da mistico

Curiosità su Vikings:
Curiosità su Vikings: Floki

Personalmente è stato uno dei miei personaggi preferiti per tutte le stagioni, da quando appare sulla scena fino al suo ultimo atto. La concreta dimostrazione del talento ingegnoso di Hirst che ha saputo tramutare quello che fu un viaggiatore norreno noto per aver raggiunto e battezzato l’Islanda o “Isola di ghiaccio”, in una delle figure più mistiche mai vista in una serie a puntate.

4) Aslaug è stata una guerriera

Ci credereste dopo aver assistito alla serie? Anche io sono rimasta piuttosto colpita. A quanto pare Aslaug è stata non solo moglie di Ragnar ma è stata un’abile combattente che non si limitò a sedersi su un trono ma prese parte a diversi scontri.

5) Dov’è stata girata Viking?

Curiosità su Vikings: le scogliere irlandesi

Quasi l’intera serie è stata girata su suolo irlandese. Infatti l’intera produzione è stata una co-produzione tra Canada e Irlanda ed è prodotta da Shaw Media, OCtagon Films,Take 5 Productions e MGM Television.

6) Si, hanno davvero sollevato una nave su una montagna

Uno dei fatti più stravaganti dell’ingegno norreno è accaduto davvero. Quando è stato girato l’episodio Death All ‘Round, episodio nel quale Ragnar decide di trasportare le navi sulla montagna per poter sorprendere l’esercito dei Franchi, la scena è reale, hanno davvero trasportato una nave su una montagna!

7) Blood Eagle, l’episodio più cruento

Sono assolutamente certa che a voi come me sarà rimasto ben impresso l’episodio della famosa “Aquila di sangue”. Ebbene, la scena di quel rito così crudo si è aggiudicato il premio di episodio più cruento del 2014 su piccolo schermo.

8) Siggy non doveva morire

Curiosità su Vikings: Siggy

Il personaggio di Siggy, interpretato da Jessalyn Gislig, non doveva morire. Hirst aveva in mente una storyline ben diversa e sicuramente non pochi episodi in più per lei. Ma la richiesta è partita dalla stessa attrice che si è trovata costretta ad abbandonare la serie per dedicarsi ad alcune situazioni familiari, così il regista è ricorso alla scena del lago e alla sua morte.

9) I tatuaggi sono tratti da reali artefatti dell’epoca

Partiamo facendo i nostri complimenti al capo del dipartimento make-up, Tom Mclnerney, che lavora eseguendo dettagliate e accuratissime ricerche. Alcuni studi affermano che la pratica dei tatuaggi fosse molto diffusa nell’Europa pagana ma anche tra le popolazioni celtiche e slave.

10) Travis Fimmel, il nostro Ragnar è stato un modello

curiosità su Vikings

Ecco questo è un retroscena che potevamo ben immaginare, ma vi dirò di più, il nostro Re Ragnar con quegli occhi di ghiaccio non solo è stato uno dei modelli di Calvin Klein, ma a quanto si dice è anche un ragazzo molto simpatico! Amante degli scherzi sul set le sue vittime preferite erano Jessalyn Gislig e Alyssa Sutherland (nella serie, Aslaug).

11) Vikings doveva essere una mini- serie

curiosità su Vikings

All’inizio l’intento era quello di farne una mini-serie concentrata in solo 9 episodi. Ovviamente, ad oggi sappiamo tutti che il destino della serie è decisamente cambiato, infatti gli episodi sono in totale ben 89.

12) In Vikings ben 4 lingue morte tornano in vita

Curiosità su Vikings: Vichinghi in una rappresentazione del XII secolo

Troviamo il Latino, l’Antico Norreno, L’anglo-Sassone e il Franco. Micheal Hirst ha fatto davvero ottimo lavoro di recupero linguistico.

13) l’Old Norse la lingua dei Vichinghi

curiosità su Vikings

Lingua di stampo germanico, l’Old Norse è il norreno e veniva parlato in Scandinavia durante l’era Vichinga fino al 1300. Si sviluppa dalla lingua proto-norrena nell’VIII secolo, epoca presa in considerazione dalla serie. Dai documenti scritti ritrovati di epoca alto-medievale, si può sostenere che il norreno e l’anglosassone avessero moltissimo in comune, e che la fusione linguistica avvenuta in seguito alle occupazioni vichinghe nel nord dell’Inghilterra, fu quasi una naturale evoluzione della lingua inglese.

14) Kate Wiles, specialista medievale che ha dato la parola a Vikings

curiosità su Vikings

Dietro le quinte si è svolto un lavoro linguistico e storico davvero oneroso. Lavoro condotto da Kate Wiles, specializzata in studi medievali presso l’Institute for Medieval Studies dell’Università di Leeds. L’interesse da parte di Hirst e tutta la produzione di proporre un materiale di altissima qualità si rispecchia anche nell’incarico dato alla Wiles, che in una sua intervista dichiara “Sono contenta dell’impatto che la cultura medievale sta avendo sul pubblico…Mi piace pensare che Vikings ha spianato in qualche modo la strada a questi nuovi prodotti e dimostrato che c’è un pubblico che apprezza.”

15) Ragnar: l’Ulisse di Hirts

curiosità su Vikings

La ricchezza culturale di cui è pregna ogni puntata tocca diversi aspetti e si muove dalla profondità psicologica dei personaggi al misticismo che ne avvolge le vite. Partiamo dal suo protagonista, Ragnar. Lui rappresenta il vichingo per eccellenza. Abile, forte, impavido e ingegnoso, da contadino diventerà prima Conte e poi Re dei norreni. La sua personalità complessa sarà ciò che renderà possibile l’incontro con la cultura cristiana. Quello che muove il Ragnar di Hirts è lo stesso fuoco che mosse l’Ulisse di Omero, la sete di conoscenza, la spinta alla ricerca e all’esplorazione dell’ignoto. Sarà questa sua sfaccettatura a renderlo aperto verso il “diverso”. Attraverso la sua curiosità avverrà il più grande incontro di tutta la serie, quello tra il paganesimo e il cristianesimo, dicotomia che avrà inizio già dalla seconda puntata della prima stagione. Ragnar come Ulisse correrà diversi grandi rischi per portare sé stesso e il suo popolo verso nuove terre e conoscenze.

16) Athelstan e Ragnar, due mondi che si incontrano

curiosità su Vikings
Curiosità su Vikings: Athelstan e Ragnar

Paganesimo e Cristianesimo rappresentano due credo completamente opposti ma quello che Athelstan e Ragnar ci dimostrano è uno straordinario e possibile andare oltre. I popoli hanno bisogno della fede, di un credo che costituisca un ancora per l’uomo, una sorta di bussola interna. Hanno bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi, di esseri superiori a cui attribuire gioie, dolori, vittorie e sconfitte. Lo stesso Ragnar ce lo ricorda: “L’uomo è padrone della propria fede, non degli Dei. Gli Dei sono creazione dell’uomo, per dare risposte che hanno troppo paura di dare sé stessi.” Quello che i due personaggi portano in scena è la prova che la diversità e la fede, non devono essere prerogativa di divisione. L’uomo può incontrarsi in un campo comune attraverso la condivisione di pensieri ed emozioni. Popoli così diversi attraverso queste due figure si ascoltano.

17) La morte e quel testamento significativo

curiosità su Vikings

Il nostro re vichingo alla sua morte dimostra che la sua essenza è profondamente arricchita e di non aver mai rinnegato sé stesso, confermando così la possibile convivenza degli opposti. Abbraccerà e affronterà la morte con lo spirito feroce ed energico caratteristico della sua appartenenza culturale, urlando che sa che le Valchirie lo stanno chiamando a casa e che Odino gli riserverà un banchetto. Ma nel corso della serie lascia dietro sé un auspicio, un testamento che sa di futuro con ampissime vedute: “Spero che un giorno i nostri Dei diventeranno amici”.

 

Testo di Silvia Severi

Silvia Severi

2 Responses to "17 curiosità su Vikings: i segreti della serie dei Vichinghi"

  1. Stefano Maria Pantano
    Stefano Maria Pantano   31 Marzo 2021 at 11:03

    Una serie che potremmo definire monumentale, nonostante le diffidenze che per cultura saremmo portati ad avere nei confronti del popolo norreno, che non raggiunse esattamente i vertici del pensiero politico-filosofico dei Greci. Vikings ha tuttavia la capacità di carpire progressivamente l’attenzione dello spettatore, dopo una partenza abbastanza piatta, benché con qualche sfumatura autoriale nella regia. La ricostruzione a metà tra la storia e il romanzo ci riporta in un mondo dalle coordinate ancestrali, fatto di ritualità politeistico-matriarcali “antiche e profonde”, citando le parole della regina Auslaug in uno dei passaggi dialogici della serie. Un mondo brutale e terribilmente umano, in cui però incombe costantemente la presenza del divino, ricercato in tutte le forme possibili dai protagonisti secondo le proprie precomprensioni e retaggi culturali. Punto a favore della sceneggiatura è la mancanza di giudizio su ciò che sia dai personaggi ritenuto giusto o sbagliato. Non abbiamo indizi rivelatori sul fatto che il messaggio di Cristo sia o meno veritiero dei miti di Thor, Odino e Freja. Ognuno dei protagonisti vive secondo le proprie leggi e termina fatalmente la sua parabola esistenziale tenendo fede ad esse. Basti pensare al parallelo epilogo compiuto dai figli di Ragnar, dei quali il terribile Ivar rappresenta le pulsioni più oscure, eppur necessarie alla sopravvivenza in un mondo spietato, laddove invece Ubbe perpetua la lungimiranza, la moderazione e il desiderio di conoscenza che appartennero al grande genitore. I dialoghi, a tratti densi senza risultare ridondanti, enucleano temi e domande che affliggono da sempre l’uomo di ogni tempo, come il problema del fato tra volontà e predestinazione, l’azione dell’invisibile nella vita umana, il male che chiama a sé infiniti peripli di vendetta senza misericordia e così via… Potrebbero essere scritti dei saggi su questa serie. Consigliatissima agli amanti del genere storico e non solo.

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    • Silvia Severi   31 Marzo 2021 at 12:44

      Ciao Stefano, grazie per il tuo commento puntuale e preciso. Sono pienamente d’accordo con quanto hai scritto e condivido tutti i punti toccati dalla tua analisi. Proprio questo è Vikings, un continuo dialogo nei cammini dell’uomo. Ogni dettaglio e ogni personaggio è portatore di un simbolismo che riconduce ad altro e tutto viene trattato senza giudizio. Le differenze culturali e i vari cammini degli uomini della serie sono una maestrale rappresentazione dei moti interiori dell’essere umano. Inoltre, le differenze culturali si dimostrano spesso spunto per una riflessione maggiore senza che ci sia uno snaturarsi, non c’è una duale visione di ciò che è da considerarsi giusto o sbagliato ma c’è tutta la complessità dell’essere umano che indaga sugli eventi e su sé stesso. Si potrebbero davvero scrivere grandi saggi sulla serie e sulle tante prospettive che mostra. Consigliatissima davvero a tutti, dato che la storia appare come un ottimo espediente di narrazione. Lo storico e il romanzo si incontrano a metà strada e danno vita al racconto dell’esistenziale umano.

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