La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte tra pagine di arte e bellezza naturale

La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte tra pagine di arte e bellezza naturale

ITALIA – La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte è un libro corale per ascoltare voci diverse che svelano opere, misteri e bellezza della più grande galleria d’arte del Sud Italia, immersa nel contesto incantevole del Parco Reale.

Il successo di La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte è facilmente intuibile: la competenza e la passione per l’arte dei 24 autori che hanno aderito all’ambizioso progetto ci consente di penetrare nei misteri, nell’atmosfera, nella bellezza del Museo di Capodimonte e del suo bellissimo parco.

“Bosco nobile, immenso sconfinato” (Marisa Lembo),- attraverso  ricostruzioni di memoria e  percorsi autobiografici che sottolineano ed esaltano lo spessore artistico delle opere museali e del “verde” che ne è lo scrigno. Un luogo dalle mille suggestioni: la reggia col suo museo che, tra incanti e seduzioni,  possiede un’anima che condivide con i suoi visitatori fino a travolgerli per la sua magnificenza in una sorta di “sindrome di Sthendal”.

Parmigianino, Ritratto di Galeazzo Sanvitale

Tra i viali del Real Bosco di Capodimonte e nelle sale del Museo le emozioni possono diventare travolgenti, un’eco di fascino e splendore che investe l’immaginazione come in un sogno suggestivo da cui ripartire per immergersi di nuovo nella tangibile realtà concreta della vita quotidiana.

All’origine del progetto editoriale La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte tre coordinatori:  Francesco Divenuto, Clorinda Irace e Mario Rovinello hanno avuto l’idea di coordinare un gruppo di amici napoletani  che si sono posti la domanda: è possibile pubblicare un libro per mostrare come leggere una testimonianza archeologica, come guardare un dipinto, come affrontare una determinata opera d’arte?

Sicuramente è vero che la lettura di un quadro o di una statua presenta lati di soggettività. Ma offrire un percorso ai lettori e spunti di approfondimento utili alla comprensione artistica da parte di esperti, che intrecciano le loro competenze ed esistenza personale con opere da loro conosciute fin dall’infanzia e adolescenza, è un’operazione che arricchisce la preziosità del volume.

La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte

Il lettore è quindi condotto in una passeggiata nel museo di Capodimonte.

Ogni studioso presenta, filtrate dalla sua sensibilità, prospettive e linee interpretative per scandagliare l’opera selezionata e farne innamorare il lettore. “Così il signor Palomar quando, al cospetto delle rovine di Tula in messico, antica capitale dei toltechi, si arrende ad ogni immaginabile significato di quelle antiche pietre” Italo Calvino, Palomar.

 

Viaggiando tra le pagine di questo percorso guidato per “vedere” le opere selezionate dai 24 autori scopriamo, tanto per fornire delle immagini,  che  La parabola dei ciechi di Pieter Bruegel il Vecchio è  ripresa  da tre autori. Inoltre, che Masaccio era a Firenze già nel 1418 e presenziò alla consacrazione della Chiesa del Carmine nel 1422 ad opera dell’arcivescovo Amerigo Corsini, discendente da un illustre famiglia della città. Infine, che e il San Sebastiano raffigurato da Mattia Preti si intrattiene a dialogare con un anonimo visitatore, brillante innovazione, assolutamente da assaporare, della penna di Francesco Divenuto.

Mattia Preti, San Sebastiano
Mattia Preti, San Sebastiano

 

Gli scritti contenuti in La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte non si rivolgono soltanto a coloro che già possiedono uno specifico bagaglio conoscitivo a livello artistico. Il testo è scritto in modo tale da destare l’interesse e la curiosità di chiunque e regalare strumenti di approfondimento per coloro che vogliano addentrarsi  nel Museo di Capodimonte per apprezzarne opere e incanto. Impreziosiscono il volume alcune foto del parco e tavole di dipinti.

Intervista a RICCARDO DE SANGRO, autore di “Masaccio, quando tutto cambia”

Come siamo arrivati a questo testo che realizza il prestigioso intento di presentare il Museo e il Real Bosco di Capodimonte?

Questo su Capodimonte è il terzo volume che ha visto coinvolto un gruppo di studiosi di varie discipline invitato a dare il proprio personale contributo nel tentativo di raccontare Napoli nella sua complessità, con l’ambizioso proposito di liberarla una volta per tutte da luoghi comuni e stereotipi in grado di alterare la sua profonda identità, problema che resta per certi versi tuttora irrisolto.

Riferendomi al libro precedente di Riccardo de Sangro, Masaccio, quando tutto cambia, ho approfittato per fargli altre domande.

masaccio, crocifissione
Masaccio, Crocifissione

Di Masaccio tu scrivi che, “la storia della pittura moderna comincia con lui” confrontandola con quella dei contemporanei e predecessori. Puoi illustrare brevemente questa affermazione?

E’ presto detto: malgrado le geniali risoluzioni prospettiche di Giotto nei cicli di affreschi ad Assisi e a Firenze, il vero inventore di quella che, a giusto titolo si chiamerà prospettiva geometrica, è stato Masaccio. Forte dei confronti con gli studi di Filippo Brunelleschi, è stato il primo a introdurre nella superficie piana della tela o dell’affresco la terza dimensione. Una rivoluzione! Sarà il cubismo di Picasso e Braque a fare la prossima: l’introduzione della quarta.

Quanto la rappresentazione del dolore è importante nella Crocefissione di Masaccio e dove si rintraccia un tratto assolutamente moderno nel dipinto?

Nel gioco di luce proveniente da sinistra: investe di spalle Maria chiusa in un piramidale manto blu cangiante dal chiaro allo scuro, lasciandole scoperto il profilo come scolpito nella pietra. Investe d’oro e di blu chiari mantello e tonaca di Giovanni ripiegato su se stesso in netto contrasto con la rigidità verticale della madre. Soprattutto nel colpo di genio riservato al terzo personaggio: Maria Maddalena. Dipinta di schiena, le braccia aperte a V ad abbracciare, senza toccare, le gambe del Cristo, il volto nascosto alla vista, una cascata di capelli biondi sul rosso fuoco dell’abito, è il dolore lasciato alla sensibilità del fruitore.

Ci sono dei ricordi personali legati al Museo e al Real Bosco che vuoi narrare?

Certo! Ed è col piacere riservato ai ricordi più lontani e misteriosamente più presenti e struggenti che li rievoco. Durante le mie estati napoletane, le zie si proponevano di far conoscere a me, nato lontano e lontano a quell’epoca residente, la città delle origini familiari. Così ora l’una ora l’altra – erano tante – si ingegnavano per rendere le mie vacanze allegre e movimentate. Un vecchio tram percorse la Via Santa Teresa fino alla rotonda per raggiungere poi  Capodimonte. Ma Capodimonte di allora non era quello di ora. Il Bosco non era curato, i prati dissestati, fontane e statue mal ridotte. Perfino la Reggia, imponente quadrilatero con tre cortili interni, su disegno di Giovanni Antonio Medrano, perdeva buona parte del suo fascino. Ma il bambino che ero non poteva immaginare le potenzialità che quegli spazi offrivano e che oggi per fortuna sono stati portati ai primitivi splendori.

Ci sono altri progetti in ponte legati al Museo e al Real Bosco che vuoi esporre?

Non io soltanto ma ancora una volta il gruppo d’origine. Il volume su Capodimonte è in libreria dal gennaio 2020. E già a dicembre del 2021 è uscito Agorà, Ombre e storia nelle Piazze di Napoli. Lusingati dal successo, il gruppo proponente ha esportato idea e esperienza affidando a me il compito di coordinare un gruppo di fiorentini in vista della pubblicazione di un volume sulle Piazze di Firenze. Il gruppo è già al lavoro. Il termine di scadenza delle opere è il prossimo 15 maggio in modo da uscire in libreria prima dell’estate.   

Agorà, Ombre e storia nelle Piazze di Napoli

 

Se non avete occasione di andare a Napoli, o volete attraversala e rileggerla con più attenzione, il libro La Casa nel Parco. Un giorno tra il Museo e il Real Bosco di Capodimonte vi condurrà per mano in un percorso artistico che vi farà vivere, e soprattutto scoprire, misteri e l’atmosfera del Museo.

Teresa Paladin
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