Silvio Muccino: è complicato liberarsi da un cognome

Silvio Muccino: è complicato liberarsi da un cognome

ACCADE OGGI – Il 14 aprile Silvio Muccino compie 40 anni: ha imparato a gestire chi lo considera solo il fratello di Gabriele.

 Libero. Libero di stare bene, di camminare sul marciapiedi di una grande città sapendo d’avere già affrontato famiglia e ricordi. Accusato d’aver trovato il primo ruolo importante perché fratello del regista. Rammentato in rotocalchi e talk show come l’uomo dalla faccia da ragazzino che si allena a trovare la propria strada. Personalmente ho il massimo rispetto per chi tenta in ogni modo di distruggere l’albero genealogico, di farsi valere per le proprie personalissime radici. Ringrazio persone come lui, che impazziscono a stare rinchiuse in famiglie cristiane piene di difetti. Tentativo dopo tentativo, ha rotto i legami della falsità esprimendo nel bene o nel male le proprie idee. Silvio Muccino è un uomo che non ha voluto nascondersi dietro ad un dito e vivere di luce riflessa.

SILVIO MUCCINO ED IL DAVID DI DONATELLO

Difficilmente un premio così importante rischia la faccia per candidare un attore cane, un regista scarso o uno sceneggiatore di poco valore. Chi, (e mi ricordo che ve ne sono stati molti), ha scritto che Silvio Muccino è arrivato al David grazie al suo cognome, penso abbia giudicato in modo troppo affrettato e banale.

Ogni penna può scrivere ciò che vuole ed ho rispetto anche per i più arroganti, però a mia volta difendo un artista quando penso sia di valore. Ho il vizio di comprare il quotidiano ogni mattina. Negli anni ho persino letto un articolo che ha messo sullo stesso piano la vittoria a Sanremo della meteora Joe Di Tonno con la carriera fatta di alti e bassi di Frankie HI-NRG. Penso serva un po’ di rispetto quando si fanno paragoni del genere o quando si scrive che Silvio Muccino è solo un satellite del fratello. Credo non sia giusto, né tantomeno obiettivo.

Nel 2004, a 22 anni la prima candidatura come attore protagonista al David per Che ne sarà di noi. Nel 2005, ancora candidato al David come attore non protagonista per Manuale d’amore e nel 2008 ha vinto il David Giovani per la sua prova in Parlami d’amore. Io lo ritengo un bravo attore, convincente, meritevole di essere intervistato senza che gli venga fatta la solita noiosa domanda sull’ego del parente più famoso di lui.

Silvio Muccino MyWhere

SILVIO MUCCINO SCENEGGIATORE

Penso la sceneggiatura sia davvero la strada che percorre con più facilità. Il genere di storie che racconta è interessante perché riescono a cucire la curiosità della massa con un messaggio di fondo. Ha iniziato collaborando con nomi importanti del cinema italiano, di quella commedia piena di risvolti e vicende che non si fermano alla basica storia d’amore. Ha scritto con il fratello Gabriele, con Giovanni Veronesi, con Carlo Verdone, con Pasquale Plastino.

Poi, quando ha preso il volo da solo, è arrivata la collaborazione con la bravissima Carla Vangelista e con Parlami d’amore nel 2008 è arrivata anche la sua prima regia. Il film ha avuto una ottima critica ed un buon successo al botteghino. Il film è uscito nelle sale italiane in concomitanza con Sette Anime del fratello Gabriele con un Will Smith straripante. La gara ovviamente era impari, ma Silvio si è difeso ricevendo moltissime candidature al David per questa sua prima fatica in regia. La collaborazione con la Vangelista è continuata anche negli anni seguenti con ottimi risultati. Il loro binomio ha regalato a Silvio Muccino la consapevolezza che poteva farcela, che c’era posto anche per lui nel circo della quinta arte.

Quando eravamo eroi La Nave Di Teseo

LA SCRITTURA COME MEDICINA

Da qualche anno è uscito dai riflettori mediatici e sembra aver momentaneamente abbandonato il mondo del cinema. Ha lasciato la caotica Roma per l’Umbria dove ha portato allo scoperto il suo amore proprio per Carla Vangelista. Nonostante la loro differenza d’età sono una coppia fortissima che è stata brava a fregarsene delle regole, dello scontato, del canonico. Il luogo, la compagna, la possibilità di avere più tempo per pensare: tutto lo ha portato a pensare alla scrittura. Nel corso degli anni sono usciti alcuni suoi libri. Ne ho letti un paio e segnalo volentieri quello che più mi è piaciuto. Quando eravamo eroi edito da La Nave Di Teseo. La storia racconta di un uomo di nome Alex che vive in Olanda. Ritrova una vecchia foto di quando era un bambino che lo ritrae insieme a quattro amici che al tempo erano tutto il suo mondo. La sua fuga all’estero ha a che fare con un segreto che i suoi vecchi amici non conoscono. Lui, ormai trentaquattrenne, sente che è arrivata l’ora di tornare in Italia e raccontare agli amici quel segreto.

La scrittura, se presa nella giusta dose, risulta essere davvero una ottima medicina. Si smette di avere paura del buio, di guardare l’erba del vicino, difficilmente ci si sente giù. Silvio Muccino ha chiuso il cielo e l’oceano nella sua stanza ed ha iniziato a viaggiare con le parole. Auguri a Silvio Muccino per la sua forza nell’essere controcorrente per cercare la sua felicità!

Francesco Danti

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