Spaghetti 1819: versione araldica o trovata di marketing?

Spaghetti 1819: versione araldica o trovata di marketing?

MONDO – 1819. La pasta spaghetti è famosa in tutti i continenti. “Risiede” in un mercato dove vivono 8 miliardi di abitanti e ogni giorno soddisfa il palato di milioni di consumatori. È finita l’epoca in cui viaggiava per il mondo nelle bisacce degli emigranti.

Oggi i migliori ristoranti la preparano con sughi succulenti e la accolgono con tutti gli onori: gli spaghetti sono una star della gastronomia italiana all’estero.

Gli estimatori si chiedono dove e quando essi siano nati.

Sulla loro origine varie sono le ipotesi, due delle quali offrono interessanti spunti di riflessione.

Spaghetti 1819: prima ipotesi

In Campania la domanda interna ed esterna di pasta secca nel 18° secolo era in costante aumento.

I vermicelli venivano usati anche come dessert

Si pensi che si è arrivati a contare fino a 300 differenti nomi dati ad altrettanti formati di pasta secca. Tra questi spicca un nome inventato ex novo che di fatto sbaraglierà tutti i concorrenti: il nuovo nome è Spaghetti. Questa parola non sostituisce i precedenti nomi dati alle paste a filo allora in commercio. Quindi è perfetta per promuovere un nuovo marchio commerciale che si affianca a quello analogo (vermicelli) già in commercio. Come condimenti preferisce gli intingoli, in seguito anche il pomodoro ed il ragù, ma certamente detesta il brodo, di essere cotta nei sughi di carne o servita con condimenti dolci o come dessert, come invece piace ai vermicelli.

La data di omologazione di questa parola nella lingua italiana coincide con la data in cui venne accolta nella prima edizione del dizionario di italiano compilato da Nicolò Tommaseo e Bernardo Bellini nel 1819.

Definizione scritta della minestra di Spaghetto

“Che sono paste della grossezza di un piccolo spago, e lunghe, come i sopraccapellini”.

Il termine appare nell’edizione del primo dizionario della lingua italiana nel 1819

Definizione scritta della parola vermicelli:

“vermicelli, si dicono certe fila di pasta, fatte a somiglianza di lunghi vermi, e si mangiano cotte nel brodo o nel sugo per minestra o condite con il cacio e burro”.

Seconda ipotesi

La seconda ipotesi che vi proponiamo sull’origine degli spaghetti è stata formulata nel 21° secolo a distanza di 201 anni dal 1819.  Anno in cui la pasta vermicelli fu “ribattezzata” pasta spaghetti, con valore retroattivo a partire dalla seconda metà del ’500.”

Quindi, dalla metà del ‘500 soltanto a Bologna, i vermicelli, ribattezzati nel 1819, di fatto sono diventati spaghetti in pectore.

Questa seconda ipotesi viene ribadita anche in riferimento ad un episodio accaduto nel 1586 che vede il Bolognese Giovanni Dall’Aglio chiedere al Senato l’autorizzazione a produrre pasta secca, tra cui i vermicellos. Commento: (ecco gli spaghetti di una volta sotto mentite spoglie!! ossia gli spaghetti!!). es. di vermicelli ribattezzati

L’assioma vermicelli ossia spaghetti viene riproposto ancora con due esempi.

Nei bandi legatizi emanati dal Senato di Bologna nel 600 e 700 per calmierare i prezzi viene indicato che a Bologna si mangiavano grosse quantità di Vermicelli / ossia spaghetti (sempre in virtù del ribattesimo)

Lo stesso viene riproposto a proposito dei trattati culinari.

I trattati culinari dal secolo XVI al XIX confermano l’uso di vermicelli in realtà spaghetti anche sotto le Due Torri, (battesimo docet).

Gli spaghetti sono vermicelli sotto mentite spoglie

Vi abbiamo proposto questa seconda ipotesi sulla nascita della pasta spaghetti (molto differente dalla prima tesi) perché quando venimmo a conoscenza della esistenza di questa ipotesi venne spontaneo pensare ad un escamotage “araldico” per dare più lustro e lunga vita al casato spaghetti. Questi venivano così imparentati con i vermicelli che giunsero dalla Sicilia, portati dagli arabi nel 1154, e nelle cui vene probabilmente scorre sangue cinese.

Biografia degli spaghetti

Una biografia sugli spaghetti che tenga conto di questa tesi è certamente più interessante rispetto ad una biografia che afferma che la parola spaghetti, che richiama lo spago, sia nata soprattutto per esigenze commerciali proprio in contrapposizione anche alla pasta vermicelli che ricorda lunghi vermi, non certo appetibili, e di conseguenza anche per togliere ai vermicelli il monopolio del mercato. Inoltre, la maggior produzione di pasta secca a filo (vermicelli e spaghetti di differenti dimensioni) proveniente dai processi produttivi sempre più performanti richiedeva la continua ricerca di mercati sempre più ricettivi e propensi ad acquistare nuove referenze e gli spaghetti giunsero sul mercato nel momento più propizio.

Esistono tantissimi formati di pasta

Cari spaghetti, godetevi il successo mondiale che state attraversando. Quando tornate in Italia andate in Campania dove siete nati, a Torino da dove conditi alla bolognese per la prima volta siete partiti per il mondo, a Bologna per conoscere direttamente le tagliatelle alla bolognese, e, chissà se i tempi sono maturi, per ospitarvi anche conditi con il ragout.

Dal 1819 in poi i dizionari di italiano che si sono succeduti fino ai giorni nostri riportano in ordine alfabetico le due voci distinte Spaghetti e Vermicelli.

Lamberto Selleri

3 Responses to "Spaghetti 1819: versione araldica o trovata di marketing?"

  1. valeria   24 Agosto 2022 at 21:30

    Questo articolo mi ha riportato alla mente un articolo comparso anni fa sul Sole 24 ore, mi sembra a firma di Giancarlo Roversi, che trattava dell’origine degli spaghetti a Bologna, identificandoli con i vermicelli. Mi parve allora una ricostruzione verosimile, tanto più immaginata da uno storico della cucina. Tuttavia – essendo io ancorata ai miei studi classici -ritengo ora testimoni del tutto attendibili e autentici i vocabolari. Tuttora – perdonatemi se ho controllato – nei dizionari, dai più classici (Treccani) a Wikipedia, vermicelli e spaghetti hanno voci separate e distinte e definizioni e spiegazioni diverse. Ritengo quindi più attendibile la tesi qui sopra esposta da Selleri impostata su una nuova operazione di marketing nell’universo della pasta di allora (primi venti anni del 1800), cosa che é sempre stata fatta in tutti i settori e in tutti i tempi, e quindi ovviamente anche in quello della pasta.
    Pur avendo lo spaghetto preso un posto sempre più allargato, anche oggi vermicelli e spaghetti sono in confezioni diverse.
    Una sola domanda: si é cercato anche nei vocabolari dialettali bolognesi? Forse potrebbero darci risposte per suffragare l’una o l’altra tesi.

    Rispondi
  2. Lamberto Selleri   31 Agosto 2022 at 20:05

    l.selleri 

    Risposta a Valeria 
    Le segnalo il Vocabolario Bolognese italiano di Carolina Coronedi Berti  (1820-1911) Edito a Bologna 1809-1872: L’autrice  fu uno dei personaggi più importanti della cultura bolognese, dal momento che scrisse un vocabolario bolognese in due volumi preceduto da una prova di grammatica e da una riflessione sull’ortografia da impiegare.  
     Voce: vermizi -vermicelli, si dicono Cere fila di pasta fatte a somiglianza di lunghi vermi, e mangiasi cotti nel brodo o conditi per minestra. 
    Voce Spaghetto :    Nastrino, fetuccia, cordellina- paura,timore.       (Assente   la definizione alimentare) 
    Il dialetto Bolognese ancora nel 1872 non aveva recepito la parola  spaghetti. 
    Non è stato  indicato il nome dell ‘autore della seconda   ipotesi  non essendo questa stata suffragata dall ‘autore con documentazione certa come usano procedere  gli  autori   storico-gastronomi. Mi  è sembrata  comunque, per come  è stata concepita, una ipotesi da segnalare, spetterà poi al lettore attento  discernere tra la normale  ipotesi di matketing  commerciale o la seconda ipotesi  “storico Araldica” che nomina  motu proprio gli spaghetti   successori dei  vermicelli, evento questo preconizzato  a far data dal 1819 ma  che a tutt’oggi non si è ancora concretizzato . Le sue intuizioni  sull’autore sono comunque interessanti.  
    E’ sufficiente digitare “etimologia Spaghetti”, o etimologia Vermicelli, oppure Wikipedia Spaghetti o Wikipedia  Vermicelli  se il contenuto   dell’ articolo non è  stato esaustivo 

    Rispondi
  3. Lamberto Selleri   31 Agosto 2022 at 20:07

    Risposta a Valeria 

    Le segnalo il Vocabolario Bolognese italiano di Carolina Coronedi Berti  (1820-1911) Edito a Bologna 1809-1872: L’autrice  fu uno dei personaggi più importanti della cultura bolognese, dal momento che scrisse un vocabolario bolognese in due volumi preceduto da una prova di grammatica e da una riflessione sull’ortografia da impiegare.  
     Voce: vermizi -vermicelli, si dicono Cere fila di pasta fatte a somiglianza di lunghi vermi, e mangiasi cotti nel brodo o conditi per minestra. 
    Voce Spaghetto :    Nastrino, fetuccia, cordellina- paura,timore.       (Assente   la definizione alimentare) 
    Il dialetto Bolognese ancora nel 1872 non aveva recepito la parola  spaghetti. 
    Non è stato  indicato il nome dell ‘autore della seconda   ipotesi  non essendo questa stata suffragata dall ‘autore con documentazione certa come usano procedere  gli  autori   storico-gastronomi. Mi  è sembrata  comunque, per come  è stata concepita, una ipotesi da segnalare, spetterà poi al lettore attento  discernere tra la normale  ipotesi di matketing  commerciale o la seconda ipotesi  “storico Araldica” che nomina  motu proprio gli spaghetti   successori dei  vermicelli, evento questo preconizzato  a far data dal 1819 ma  che a tutt’oggi non si è ancora concretizzato . Le sue intuizioni  sull’autore sono comunque interessanti.  
    E’ sufficiente digitare “etimologia Spaghetti”, o etimologia Vermicelli, oppure Wikipedia Spaghetti o Wikipedia  Vermicelli  se il contenuto   dell’ articolo non è  stato esaustivo 

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