GENOVA – Sono gli ultimi giorni per visitare la mostra allestita al Palazzo Ducale – Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà. Fino al 9 ottobre 2022. Sono rimasta a dir poco affascinata da questa esposizione e vi consiglio di andare a vedere le sue fotografie, opere d’arte senza tempo.
Tra le più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso. Tina Modotti ancora oggi rappresenta il simbolo di una donna emancipata e moderna, la cui arte è indissolubilmente legata alla ricerca verso una “nuova umanità”. Espresse la sua idea di libertà attraverso la fotografia e l’impegno politico e sociale. Diventò icona del Paese che l’aveva accolta ma trascendendo ben presto i confini del Messico nella sua pur breve vita, per essere così riconosciuta sulla scena artistica mondiale.
Prosegue fino al 9 ottobre 2022 al Palazzo Ducale di Genova la mostra Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà. Promossa da Fondazione Palazzo Ducale, Regione Liguria, Comune di Genova, prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, a cura di Biba Giacchetti, in collaborazione con Sudest57 e realizzata grazie al fondamentale contributo scientifico del Comitato Tina Modotti.
Genova, città che merita di essere raggiunta in tutte le stagioni. Ogni giorno dell’anno è ottimo per visitare il capoluogo ligure, che sia per una mostra, per un weekend di assoluto relax, anche approfittando dei colori splendidi dell’autunno ligure. Magari facendone una tappa in un tour tra mare e arte.
Sin dalla primavera di quest’anno si sono susseguite una serie di iniziative che hanno trasformato Genova nella città del Barocco. Ora il focus è su Tina Modotti, non soltanto una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo, ma una straordinaria figura di donna emancipata e moderna, impegnata in prima persona nella lotta per i diritti civili.
Qualche notizia in più sull’artista
Tina Modotti nacque ad Udine il 16 agosto del 1896. La sua era una modesta famiglia operaia e la loro casa era un’abitazione fatiscente. Tina ha solo due anni quando la sua famiglia si trova costretta ad emigrare in Austria per problemi economici. Nel 1905 la famiglia rientra ad Udine. A dodici anni inizia a lavorare come operaia presso una fabbrica tessile per poter dare il suo contributo al mantenimento della famiglia. Apprende le prime nozioni di fotografia nello studio fotografico dello zio paterno Pietro Modotti. Nel 1913 raggiunge il padre emigrato a San Francisco (in California) dove trova lavoro presso una fabbrica tessile. In quel periodo s’avvicinò anche alla recitazione figurando in rappresentazioni amatoriali di D’Annunzio, Goldoni e Pirandello. In seguito conobbe il fotografo Edward Weston e divenne la sua modella preferita. Dopo alcune vicissitudini raggiunsero insieme il Messico. Anche se conosceva già le nozioni basilari del mezzo fotografico fu la sua relazione con Weston che le permise di praticare e migliorare le sue capacità, fino a divenire un’artista di fama internazionale.
Tina Modotti è certamente una delle più grandi fotografe dei primi decenni del XX secolo. Le fotografie da lei scattate in Messico, dove si trasferì dagli Stati uniti nel 1923, illustrano la sua militanza politica, umana e politico-sociale. Una vita breve ma intensa la sua, visto che scomparve prematuramente. Morì a Città del Messico il 5 gennaio del 1942.
Negli anni Settanta la riscoperta delle opere
La sua riscoperta in Italia, suo paese natale, inizierà nel corso degli Anni Settanta. Contemporaneamente si sviluppò un interesse internazionale espresso dalla grande retrospettiva dedicata a Tina Modotti dal Moma di New York, tenutasi nel 1977, in cui furono esposte quaranta fotografie. Con la nascita del Comitato Tina Modotti si avvia la ricostruzione della collezione delle sue opere e dei documenti che riguardano la sua vita avventurosa.
Il tema della Libertà in Tina Modotti è essenzialmente legato alla sua poliedrica personalità e si sviluppa con una coerenza priva di compromessi nell’arco della sua intera esistenza, scandita da capitoli che hanno incrociato la storia politica del mondo nell’arco della sua pur breve esistenza.
La mostra al Palazzo Ducale
In mostra a Genova sono presenti un centinaio di fotografie, ma anche lettere e documenti, conservati dalla sorella Jolanda, e video per un racconto affascinante, che avvicinerà il pubblico alla scoperta dell’artista. Tina Modotti è stata uno spirito libero che attraversò miseria e fama, arte e impegno politico e sociale, arresti e persecuzioni. Nel tempo l’artista ha suscitato anche un’ammirazione sconfinata per il pieno e costante rispetto di sé stessa, del suo pensiero e della sua libertà.
– … E’ il tributo a una grande fotografa, dallo stile unico e riconoscibilissimo, i cui scatti fanno parte delle collezioni dei più importanti musei del mondo; ma è – nello stesso tempo – un viaggio alla scoperta di una donna straordinaria, poliedrica, appassionata, anticonformista, impegnata nella lotta per il riconoscimento dei diritti. Una donna che, se dovessi definire con un solo aggettivo, direi modernissima.”
Sottolinea la direttrice di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Serena Bertolucci.
“Questa ulteriore proposta di Palazzo Ducale, innovativa per la figura della donna a cui è dedicata, è destinata a destare grande interesse – dichiara il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – “Tina Modotti: Donne, Messico e Libertà”: questo il titolo dell’esposizione. Tre parole capaci di riassumere la vita, il talento e il percorso avventuroso di una donna che interpreta la fotografia come testimonianza e impegno politico. Con questa esposizione Palazzo Ducale Fondazione della Cultura è destinato a replicare il successo di pubblico ottenuto dalla mostra antologica di Escher, tra le più visitate in Italia, e l’avvio strepitoso della mostra di Monet. Una ulteriore conferma della vivacità di questa istituzione, sempre più punto di riferimento della cultura a livello nazionale”.
Un’artista che ha dato sè stessa per gli ideali in cui credeva
Poverissima e costretta ad emigrare ad appena sedici anni, Tina avrebbe potuto seguire la carriera di attrice a Hollywood e sfruttare la sua bellezza per una facile rincorsa agli agi economici. La sua scelta di libertà la porta invece verso lo studio e l’approfondimento delle sue innate doti artistiche.
Artista sensibile e partecipe verso il movimento di emancipazione degli oppressi, Tina non esiterà ad abbandonare l’arte per il crescente impegno nell’attivismo politico.
Tina Modotti è oggi una fotografa che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia contemporanea. I suoi celebri scatti compongono le collezioni dei più importanti musei del mondo e la sua fama è planetaria. A dimostrazione di questo c’è anche il successo d’asta di uno dei suoi scatti presenti in mostra (Prospettiva con fili elettrici, 1925) il cui originale è stato battuto all’asta nel 2019 per 692.000 euro.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da 24 ORE Cultura e a cura di Biba Giacchetti.
L’esposizione è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
Qua tutte le info sulla mostra
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