Guido Giannuzzi e la Musica dei Destini Incrociati

Guido Giannuzzi e la Musica dei Destini Incrociati

BOLOGNA- Incontro con Guido Giannuzzi presidente della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna. E’ stato appena pubblicato dalla casa editrice Pendragon un intrigante libro “Variazioni sul destino”. E’ una serie di brevi racconti che hanno tutti come protagonisti alcuni tra i più celebri compositori della storia della musica occidentale dal Seicento al Novecento, architettati da Guido Giannuzzi che è un colto musicista oltre che un capace storico ed un eccellente scrittore.

 

Non voglio svelare nulla del libro, neanche la sua struttura perché proprio l’invenzione letteraria è stata quella che subito mi ha sorpreso e catturato. Dirò solo che sono episodi realmente accaduti nella vita dei venti grandi musicisti, narrati da un inconsueto punto di vista.

E’ difficile parlare di musica, si sa, è un linguaggio intraducibile in altre lingue, e poi non ne ha bisogno perché ha il privilegio di parlare a tutti passando direttamente dalle orecchie al cuore, ma se proprio si vuole scriverne si può scegliere tra due strade: specialistica o generica. Gli autori che danno per scontato che il lettore sia un espertissimo di musica tanto da saper leggere esempi di partiture e capire la tecnica musicale, e gli autori che vogliono attrarre, incuriosire attraverso la cronaca e anche l’aneddotica un vasto pubblico non specializzato.

Non è il primo libro per il maestro Guido Giannuzzi

Il maestro Giannuzzi anche nei suoi precedenti libri, Invito all’ascolto di Beethoven, Gli ombrelli di Satie e Il pianista dimezzato, ha previlegiato il racconto a largo raggio, collocando i suoi soggetti nel contesto storico e descrivendo il lato umano per accendere l’interesse del lettore.

Mi piace incastrare l’artista in una storia precisa e concreta. E’ la divulgazione, che può anche prendere le mosse dall’aneddotica. In Italia se un accademico scrive un libro divulgativo, perde punti, viene subito criticato. Nei paesi anglosassoni è il contrario: se sei un grande professore universitario, ma non sei capace di fare autorevole divulgazione non sei considerato bravo. La bravura sta proprio nel ridurre a semplicità una materia complessa e difficile, quando se ne ha profonda padronanza e di saperla trasmettere anche attraverso escamotage saggistici”.

 

© Yasuko Kageyama IMG_1604 MD copia

 

Tanti impegni, ma soprattutto tante passioni

 

Oltre a suonare il fagotto nell’orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Guido Giannuzzi, livornese ma bolognese da quasi 30anni, ed oltre ad essere scrittore di saggi di filosofia, storia, economia, estetica e romanzi, come abbiamo visto, è presidente della Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna.
“Le Filarmoniche in Italia nascono in fondo da una frustrazione, dall’esigenza dei maestri d’orchestra di autonomia nella direzione artistica, infatti per lunga tradizione i nostri musicisti non hanno alcuna voce in capitolo nelle decisioni musicali. All’estero non è così, anzi, l’orchestra ha un peso e un potere fondamentale nell’attività e nelle scelta dei direttori. A differenza del passato, oggi i nostri musicisti hanno fatto e fanno tutti esperienze all’estero e sono senz’altro meglio formati anche culturalmente: far parte di una Filarmonica permette loro la piena consapevolezza del proprio essere artista e dell’appartenenza ad un gruppo di colleghi con cui condividere scelte musicali e culturali.

 

guido giannuzzi
Foto ©Marco Caselli Nirmal

 

Sono presidente del direttivo di 5 maestri, e mio compito è coordinare, condividere e tenere i contatti. Recentemente abbiamo nominato Roberto Abbado come direttore principale. Chiamiamo musicisti, solisti e direttori, mai ascoltati sui palcoscenici bolognesi proprio per segnare una differenza con le numerose altre proposte della città e per ampliare il numero degli artisti che lavorano con noi. Puntiamo sulle giovani promesse della direzione orchestrale: non è facile riconoscere un talento in fieri, fidarsi di un giovane in cui si intravede una luce (tra l’altro ci si basa quasi solo su registrazioni video). Il pubblico si fida delle nostre proposte, capisce che dietro c’è una ricerca, e si aspetta un concerto entusiasmante, come spesso accade. E poi il grande nome viene in provincia (e purtroppo noi siamo ‘provincia’) un po’ svogliato, mentre il giovane direttore ci mette più grinta.”

Ancora oggi per quanto riguarda la musica sinfonica l’Italia è considerata ai margini: i grandi nomi internazionali accettano volentieri di lavorare solo con le orchestre della Scala e di Santa Cecilia.

“Anche se da tempo le orchestre italiane sono notevolmente cresciute. Nella considerazione degli operatori del settore siamo stati superati perfino dalla Spagna”.

 

Guido Conte

Oltre alla stagione di concerti al Teatro Manzoni, la Filarmonica del Teatro Comunale porta la musica da camera nelle periferie di Bologna, e nelle scuole, e organizzerà concerti nel teatrino di Palazzo Caprara sede della Prefettura. Avete un’attenzione diretta ad un pubblico non consueto.
“Con la politica dei prezzi bassi abbiamo mirato ad un pubblico giovane. Ci piace la dimensione popolare, che non vuol dire ‘alla carlona’. La musica classica dovrebbe essere un’opportunità data a chiunque, ed entrare nella normalità del quotidiano”.

E qui entra in ballo la scuola…

La musica va insegnata ai bambini nelle scuole perché è un linguaggio che può essere appreso più facilmente da piccoli, ed è una materia basilare, un pilastro della nostra cultura e della nostra società. Se non si ascolta mai musica classica non verrà mai in mente di andare ad un concerto, e così si restringe il pubblico diventando un settore d’élite. Pensare che l’opera lirica nella sua lunga stagione più fulgida, proprio in Italia, era seguitissima e ultrapopolare.
Lo spettacolo lirico è costoso e tra l’altro non produce utili finanziari diretti, però si accrescono altri Valori della vita, quali quelli dell’arte, della tradizione, della storia, della cultura. Certo qualche decennio fa si scialacquava molto nelle produzioni. Ora al contrario si è arrivati ad un rigore insensato e ridicolo, ma abbiamo tanti esempi in cui si dimostra che si possono fare spettacoli di alta qualità pur in un’ottica di rigore e di risparmio.”
Parlando di soldi, del difficile reperimento di finanziamenti e sponsor, ci permettiamo di segnalare che anche la Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna usufruisce dell’Art Bonus, la donazione (anche minima) a sostegno del patrimonio culturale italiano che viene in parte dedotta dalle tasse.
E’ un’idea.

 

in Homepage foto ©Marco Caselli Nirmal

Silvia Camerini Maj

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