Venezia 80 Pierfrancesco Favino grande protagonista

Venezia 80 Pierfrancesco Favino grande protagonista

VENEZIA 80 – Al Festival di  Venezia Pierfrancesco Favino si è reso protagonista con il film il Comandate in apertura alla Mostra del Cinema.

E’ il grande protagonista del film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia “Comandante”. Pierfrancesco Favino è stato tra le prime star ad approdare al Lido per la kermesse lagunare numero 80. L’attore italiano ha sfilato sul red carpet in compagnia della moglie Anna Ferzetti, per poi presenziare alla conferenza stampa con gli altri interpreti e autori della pellicola. Scritto dal regista Edoardo De Angelis con Sandro Veronesi, il film è stato accolto molto positivamente nella Sala Grande del Palazzo del Cinema.

Il senso del film

E’ la storia di un uomo, Salvatore Todaro, pronto a combattere il nemico, ma anche a soccorrerlo per salvargli la vita. E’ una delle sei opere italiane in Concorso a Venezia, con la quale ll direttore Alberto Barbera ha deciso di puntare su uno dei nostri attori più conosciuti nel mondo. «Il racconto dell’autentica vicenda del Comandante Todaro, che salvò la vita ai marinai sopravvissuti all’affondamento del mercantile nemico mettendo a repentaglio la sicurezza del proprio sommergibile e dei suoi uomini, risulta come un forte richiamo all’esigenza di anteporre i valori della solidarietà umana alla logica brutale dei protocolli militari» le parole di Barbera. Favino da parte sua ha commentato: «È per me un grande privilegio tornare nel Festival del nostro cinema».

Edoardo De Angelis credits Gianluca Minchillo

Venezia 80, Pierfrancesco Favino: attore talentuoso e poliedrico

Sono tantissimi e diversissimi tra loro i personaggi interpretati dall’attore nel corso della sua fortunata carriera, uno dei più amati interpreti italiani che il 24 agosto ha festeggiato i 54 anni. Romano, formatosi all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D’Amico, dopo aver esordito in teatro negli anni Novanta, si è fatto conoscere al grande pubblico sullo schermo nel film “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino nel 2001. Qual è il segreto del suo successo? Oltre al fascino e alla bravura che gli consente di spaziare tra teatro, cinema e televisione, a colpire è il suo lato umano, la sua umiltà e semplicità. 

Favino è stato un formidabile Gino Bartali nell’omonima serie tv in onda su Rai Uno nel 2006, per cui si è allenato in bicicletta per circa 5000 km, Bettino Craxi in «Hammamet» per cui si è sottoposto a 5 ore di trucco ogni giorno. E ancora è stato Tommaso Buscetta ne «Il traditore», il pilota di F1 Clay Regazzoni in «Rush», il Libanese nella banda della Magliana di Romanzo Criminale, solo per citarne alcuni. Favino ha lavorato anche in diverse produzioni internazionali come «Una notte al museo», «Le cronache di Narnia – Il principe Caspian», «Miracolo a Sant’Anna» di Spike Lee, «Angeli e demoni» di Ron Howard con Tom Hanks.

Personaggio divinamente eclettico

A dimostrazione del suo eclettismo e della capacità di affrontare sempre nuove sfide, nel febbraio 2018 ha condotto insieme a Claudio Baglioni e Michelle Hunziker, la 68ª edizione del Festival di Sanremo. Per l’attore si è trattato di un momento di svolta: «Adesso sappiamo che è andata bene ma la verità che in quel momento non mi voleva più nessuno, sapevo che avrei rischiato tutto e che l’ambiente mi guardava molto male per questa cosa. È stato un successo, dunque un moltiplicatore. Fosse stato un fallimento, sarebbe stato un cratere».

Pierfrancesco Favino red carpet Venezia 80 credits Gianluca Minchillo

In tutti questi anni, Favino ha collezionato tre David di Donatello, 5 Nastri d’argento e numerosi altri riconoscimenti, tra cui la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per il film “Padrenostro” di Claudio Noce ricevuta proprio a Venezia. Adesso si gode l’abbraccio e gli applausi del pubblico per questo nuovo ruolo intenso che celebra l’eroismo e l’umanità di un personaggio realmente esistito. Questo eroe della Seconda Guerra Mondiale per Favino è  “Un magnifico esempio di ciò che cerco anche nel mio mestiere. Era un cattolico praticante, uno spiritista, ma anche un appassionato di filosofia orientale e un militare convinto. Era insomma un uomo pieno di gradazioni, che è quello che cerco e amo in un essere umano”.

Alex D'Alessandro
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