Alex Braverman Venezia 80: premiato Thank You Very Much

Alex Braverman Venezia 80: premiato Thank You Very Much

VENEZIA – Thank you very much è il miglior documentario sul cinema al Festival di Venezia 2023. Il film, firmato da Alex Braverman, racconta la breve ed enigmatica vita di Andy Kaufman e ha vinto il Premio nella sezione Venezia Classici, riscuotendo un grande consenso di pubblico e critica.

Alex Baverman Venezia 80, un successo incredibile. Il suo documentare Thank You Very Much è il migliore del Festival del cinema lagunare. Scopriamo di più sulla storia di questa pellicola.

Alex Braverman Venezia 80: La storia di Kaufman

Ma chi era Kaufman? un attore comico, una star delle sit-com, un provocatore, uno showman stravagante e timido? sono alcune delle tante domande a cui tenta di rispondere il documentario di Braverman. La gioia più grande nel realizzare un documentario su Andy Kaufman è che sfugge a qualsiasi definizione. La musicalità dei suoi numeri, i suoi trasformismi e le audaci sperimentazioni tonali ci hanno regalato un interprete emozionante ed enigmatico, la cui influenza è ancora percepibile nell’intrattenimento, nell’arte e persino nella politica“. Così il regista commenta la sua esperienza nel girare il documentario e nel presentarci quello che, secondo lui, è l’artista performativo più controverso del Ventesimo secolo.

Nato a New York in una famiglia ebrea, un fratello più piccolo di nome Michael, spesso utilizzato nei suoi spettacoli, Kaufman inizia a recitare sin dall’età di nove anni. Dopo la laurea nel 1971, si esibisce in vari club dell’East Coast. Il primo personaggio con cui attira l’attenzione del pubblico è lo Straniero, un tipo timido e goffo che imita maldestramente qualche personaggio famoso e sostiene di provenire da un’isola del Mar Caspio. Il pubblico prova simpatia per lui, ma è completamente spiazzato quando, nello stesso spettacolo, imita Elvis Presley alla perfezione. Ecco, prendere in giro il pubblico, giocare tra finzione e realtà, è proprio il marchio di fabbrica di Kaufman.

Alex Baverman foto di Gianluca Minchillo
Alex Braverman foto di Gianluca Minchillo

Un grande uomo di spettacolo

Grazie al personaggio dello Straniero, lo showman viene notato dal manager George Shapiro che lo convince a recitare nella sit-com Taxi del 1978, con il nome di Latka Gravas. E’ solo l’inizio di una infinita serie di personaggi creati da Kaufman, come quello di Tony Clifton, cantante di Las Vegas. Dotato di una comicità sovversiva e un’ironia anti-convenzionale, Kaufman si esibisce nel 1979 alla Carnegie Hall insieme a Robin Williams e appare in televisione nello speciale della ABC La casa dei giochi di Andy. Nel 1981 partecipa ad alcune memorabili apparizioni del varietà Fridays.

Ma la vita di Kaufman è ricca di altre bizzarre performance e apparizioni, come quando, appassionatosi sempre di più al wrestling, decide di mettere in scena la sfida con alcune donne in combattimenti reali.Ha solo 35 anni quando gli viene diagnosticato un raro genere di tumore ai polmoni, che lui tenta di curare con la medicina naturale. Kaufman muore il 16 maggio del 1984. Non tutti credono alla sua scomparsa e molti pensano ad una burla del comico.

Alex Braverman Venezia 80: Thank You Very Much

Thank you very much, che da il titolo al documentario vincitore a Venezia, era la frase con cui Kaufman chiudeva i suoi primi spettacoli. Il film scava a ritroso nella vita del comico,basandosi su materiale d’archivio e alcune testimonianze uniche,recuperate dal regista. Lo stesso Kaufman e Venezia sono legati da un rapporto speciale. Qui infatti nel 2017 viene presentato il documentario Jim & Andy, un divertente ritratto su Jim Carrey, grande fan di Kaufman, che per raccontarsi usa proprio il rapporto speciale con lui.

La vita di questo singolarissimo showman è stata segnata da traumi e tragedie, come la morte del padre, come ricorda lo stesso autore del documentario che inoltre afferma: “Ci si chiede se il comico fosse costantemente nel personaggio. Se davvero non ne uscisse mai. Per me non è così. Anche perché credo si sentisse sempre libero di poter essere qualsiasi personaggio volesse. E, ognuno di loro, era l’espressione stessa di Andy. Erano tante diverse versioni di sé.

Alex D'Alessandro
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