Salute mentale e fragilità: un mondo da approfondire

Salute mentale e fragilità: un mondo da approfondire

ITALIA – Nella ricorrenza della giornata mondiale della salute mentale vi consigliamo un emozionante libro a riguardo. Inoltre, la rivista letteraria Malacoda dedica il suo secondo numero alla fragilità con contributi di grandi nomi come quello di Paolo Crepet. Il nostro consiglio è quello di approfondire il tutto all’insegna della sensibilità di fronte ad un tema delicato come questo.

Salute mentale e fragilità sono due parole che percorrono binari paralleli. In occasione della Giornata mondiale della salute mentale è importante prendere consapevolezza di queste importanti questioni. Per farlo vi consigliamo di leggere un incredibile libro di Viola Ardone intitolato la “Grande Meraviglia” che racconta con umanità ed emozione la storia e le menti di vari personaggi e del dottor Fausto Meraviglia. Proprio da quest’ultimo prende nome il libro dell’autrice che gioca molto con la parola “Meraviglia” anche per evidenziare l’importanza del giovane dottore che desidera la chiusura di tutti i manicomi, secondo la legge Basaglia, approvata qualche anno prima. Non solo, anche la rivista letteraria Malacoda dedica il suo secondo numero alla fragilità con interessanti interviste e molto altro.

Grande Meraviglia di Viola Ardone

Cosa emoziona repentinamente una persona, le tocca il cuore di colpo, desta all’improvviso amore, incanto, delizia, sorpresa? Tante cose, o tante persone, e di ciascuna si dice: che meraviglia! “Grande meraviglia” è, di nome e di fatto, l’ultimo romanzo di Viola Ardone, una lettura immersiva che ci prende, ci turba, finanche ci sconvolge. Inevitabilmente commuove e sa suscitarci un sorriso, scioglie ogni nostro preconcetto, illumina la pagina e insieme il cuore di chi legge. Rende il lettore partecipe delle vicende narrate, stimola l’empatia e l’umanità insita in ciascuno nei confronti dei propri simili più sventurati.

Magari un solo ed unico briciolo di umanità, di affezione, solo un lampo, certo non una potente scarica elettrica, d’altra parte l’elettrochoc è molto sopravvalutato, è deleterio e non serve a nulla, nemmeno è una proiezione di impulsi interiori. Manco a farlo apposta, la storia per gran parte ha a che fare con i manicomi, per fortuna quelli orribili di una volta, attivi però neanche tanti anni fa. Questo è davvero un racconto delizioso, per gran tratti aspro e spigoloso, triste ed ingiusto. Eppure è una storia attraente, importante, eletta, gli sciorina davanti agli occhi una realtà paradossale, spesso sconosciuta perché volutamente celata.

Un libro assolutamente da leggere

Un vissuto letteralmente alienato e dissennante, riversato sulla carta con garbo, con un suo stile amabile, con tatto e premura, con una scrittura fluida ma sempre rispettosa, in punta di piedi. Con dolcezza, con delicatezza estrema, Viola Ardone delinea e presenta i suoi personaggi. Qualcuno anche mentecatto e fuori di testa, la maggior parte comunque folli, brutti, sporchi, impertinenti, con un vergato netto e preciso, testuale e veritiero, rigoroso, ma mai, nemmeno per un momento, il narrato deborda, va fuori rigo, la sua è una prosa sensibile, sempre quanto scritto è ammodo, discreto, impeccabile e diligente, visto e riportato tale e quale, delicato e solidale. Una meraviglia.

Malacoda per la fragilità

È dedicato alla “fragilità” il secondo numero di “Malacoda”, rivista letteraria fondata nel 2015 da Mario Quattrucci e di nuovo online, sotto la direzione di Alberto Improda, con una veste grafica rinnovata e la consueta vocazione critica. Dopo aver affrontato il tema della “cattiveria”, articolato in molteplici rivoli di motivi, propone ora un approfondimento sul concetto di vulnerabilità. Vulnerabilità come parola-chiave di questo tempo, osservatorio privilegiato sul nostro presente in crisi.

A tal riguardo, scrive Pietro Folena, membro del Direttivo di Malacoda, nell’articolo di apertura del nuovo numero in uscita: “Siamo in un interregno: tra un modello capitalistico predatorio senza regole, che in pochi decenni ha provocato una crisi climatica senza precedenti, e che ha allargato la forbice tra una piccola minoranza di forti e una stragrande maggioranza di fragili, e un mondo futuro di cui si stentano a vedere i soggetti, gli assetti, gli equilibri.” E ancora, ricordando, l’iconica figura di San Francesco: “rifletteva sulla sua esperienza di povertà, vulnerabilità, miseria e fragilità come via di libertà”

Le interviste attorno alla fragilità

Tanti e preziosi i contributi in uscita, a cominciare dalle interviste a Massimo Cacciari e Paolo Crepet ruotanti attorno alle fragilità del sistema, dei governi, dei rapporti sociali e interpersonali. Dalle nuove generazioni strette tra speranza e angoscia del domani alla scuola come luogo di crescita e costruzione della collettività; dallo smart working alla riappropriazione di spazi di libertà e benessere; dalla pervasività dei social network e alla perdita del patrimonio ambientale. Queste e altre le linee di ricerca adottate dal gruppo di collaboratori di “Malacoda”. Tutti appartenenti a vari orientamenti ma concordi nell’individuare un unico filo rosso: la forza della fragilità.

Gli articoli saranno pubblicati sul sito nel corso del mese di ottobre, dal prossimo martedì e rilanciati sui canali social (Facebook, Instagram e X) della rivista. Al termine della messa online, gli approfondimenti confluiranno in una pubblicazione unitaria consultabile sul portale. Il numero sarà infine presentato, come prassi malacodiana, nel corso di un evento al Teatro Porta Portese di Roma (Via Portuense, 102) previsto per novembre. In questa sede sarà presentata la copertina sulla Fragilità; un percorso al contrario per dare sostanza alla forma e forma alla sostanza.

Martina Bassi De Masi

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