Enrico Barbieri. La scelta dello spettatore 

Enrico Barbieri. La scelta dello spettatore 

MODENA – Incontro con Enrico Barbieri alla sua personale “la scelta”. Il fotografo espone i suoi scatti in bianco e nero scelti da una community di spettatori. Vediamo il perché di questa scelta, e come ha contribuito il pubblico a selezionare la sua arte.

Ho incontrato Enrico Barbieri alla presentazione della sua mostra illustrata dal giornalista Carlo Gregori. La sala era gremita di persone che hanno partecipato attivamente alla conversazione con il fotografo. Disposte sulle pareti le varie fotografie in bianco e nero selezionate dal suo pubblico scelto. Rimango subito colpita dai contrasti. Lo spazio riservato allo spettatore è sempre ambiguo. Non c’è un protagonista assoluto nei suoi soggetti. C’è la luce, e l’immagine che penetra e oltrepassa l’orizzonte.

Carlo Gregori alla presentazione della mostra di Enrico Barbieri

Enrico Barbieri è nato a Reggio Emilia ma vive a Modena praticamente da sempre, e questa dualità tra la città di origine e quella di adozione, si manifesta nel taglio dato dal suo sguardo. Racconta che ha scoperto la sua passione alla fine del liceo e dall’età di 19 anni ha sempre fotografato, ovviamente con anche periodi di inattività. La passione è cresciuta con il confronto e con le relazioni e, dall’inizio dei primi anni 2000 inizia a pubblicare le sue foto principalmente in alcuni siti di fotografia e partecipa a varie mostre collettive oltre alcune personali.

Enrico tu parli della “utopia della luce” e di come la creatività si manifesti in un silenzio assoluto.
Si, la ricerca della luce migliore, per un fotografo, è un obiettivo che può diventare snervante, incessante, incalzante e può tramutarsi in un’utopia che non cessa mai. Per quanto riguarda il silenzio è una condizione non reale ma che si manifesta nei momenti di massima concentrazione nella ricerca dell’immagine “perfetta”. L’immagine che deve comunicare un’emozione.

Fotografo Enrico Barbieri MyWhere

Quindi il silenzio è la condizione necessaria ed imprescindibile.
Si ma la ritrovo nel mio spazio mentale. Mi isolo. E qualsiasi rumore, anche quando ho le cuffie con la musica ad alto volume, sparisce. La mia concentrazione annulla qualsiasi rumore. Il silenzio assoluto che ritrovo dentro me mi crea la sintonia con lo spazio esterno che sto fotografando.

Io Fabiola Cinque alla mostra di Enrico Barbieri davanti al ritratto di una scultura iperrealista di Carole A. Feuerman di cui vi ho parlato a proposito della mostra SEMBRA VIVO! Sculture iperrealiste dei più grandi artisti contemporanei a Palazzo Bonaparte a Roma

Sei metodico nella tua ricerca fotografica?
No. Non sono una persona riflessiva, ma sono istintivo. Mi faccio suggestionare dallo spazio, dalla luce, dal soggetto ma soprattutto dall’emozione che mi provoca.

Quando entra in campo la razionalità?
La razionalità mi conduce verso la scelta di uno scatto a posteriori nel mio archivio. E di ogni fotografia, ricordo tempo, luogo ed emozione.
Io conservo tutti gli scatti, non li elimino mai. Poi lavoro molto attraverso l’archivio per creare i miei progetti.

Io Fabiola Cinque con Carlo Gregori

Enrico nei tuoi scatti c’è il ritratto segreto della tua città?

Si, nonostante io viva a Modena quasi da sempre, amo profondamente Reggio Emilia. Racchiude la storia della mia famiglia e della mia infanzia.

Cosa hai ritratto della tua città?
Elementi, spazi e simboli del mio passato.

Intendi la foto della locandina?
Si, anche.
Quella rappresenta la porta della casa circondariale di Reggio Emilia dove sono stati detenuti, anche se per poco tempo, sia mio padre che mio nonno durante il fascismo. Così come il letto nel manicomio mi ha evocato racconti e ricordi della mia famiglia. Un cugino di mio padre era ricoverato li ma, a parte i racconti che ascoltavo da piccolo, quando sono stato in visita in quello spazio la luce mi colpiva e attraeva ancor più del soggetto stesso.

il Fotografo Enrico Barbieri che illustra i suoi scatti alla presentazione della mostra

Ma qui il letto è protagonista assoluto…
Si. Al centro del campo scenico.

Che ruolo ha Venezia?
Venezia è un’altra città alla quale sono profondamente, e artisticamente, legato.
La nebbia, l’assenza di automobili, i palazzi e l’atmosfera che si respira di notte fanno di Venezia una città coinvolgente ed avvolgente. Quando sono a Venezia sto molto bene, la laguna i canali ed il silenzio costituiscono un ambiente ed un’atmosfera nella quale mi trovo a mio agio. Respiro meglio.
Per queste cose credo che si possa amare intensamente anche una città.

La mostra di Enrico Barbieri

Ci spieghi il significato del titolo della tua mostra “la scelta”?
Una delle difficoltà maggiori che riscontro quando devo organizzare un progetto per una mostra o per un’esposizione in rete è la selezione delle fotografie. Questo progetto ha avuto l’ambizione di coinvolgere tutti coloro che, partecipando con le loro scelte, hanno individuato le foto da esporre. Qui infatti propongo una galleria di 60 mie foto, di cui 50 sono le “finaliste. Ognuno poteva sceglierne 10. Le più votate, sono qui esposte. Si poteva votare selezionando le foto da questo link: Galleria per votare

Fotografo Enrico Barbieri

Io, ovviamente, faccio già una scelta nel momento dello scatto quando rivolgo la mia attenzione verso qualche soggetto che mi attrae o mi incuriosisce, ma dopo viene il difficile perché scegliere tra le proprie “creature” lo ritengo difficilissimo.
Ho pensato così di chiedere un aiuto esterno. Mi sono rivolto ad una cerchia di persone che mi conoscono e seguono il mio percorso fotografico per effettuare la scelta.

INFO

Per ulteriori informazioni consultare il sito ufficiale o inviare una mail a enricbarbieri@gmail.com

MOSTRA:
“la scelta”
Enrico Barbieri
Da sabato 28 ottobre a domenica 5 novembre
Bottega del Consorzio Creativo
Via dello Zono 5 Modena
Sabato e Domenica Ore 10,00-13,00 – 15,00-20,00
Lunedì- venerdì ore 18,00-20,00

Tutte le foto sono MyWhere

Fabiola Cinque

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