FERRARA – Il 2024 sarà l’anno centenario della morte di Giacomo Puccini. I preparativi in tutto il mondo musicale fervono. Tutto avrà inizio dal Teatro Comunale di Ferrara dove ha avuto luogo l’inaugurazione della nuova stagione d’opera e balletto nelle due date che hanno registrato il tutto esaurito venerdì 24 e domenica 26 novembre.
Turandot di Puccini, ultima opera del Maestro di Lucca è tra le più gettonate: La Scala (dove vide la luce nella celeberrima direzione di Arturo Toscanini), il San Carlo di Napoli, il Comunale di Bologna, la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino, il Massimo di Palermo… Mai state tante nuove produzione per la Principessa di gelo.
Il primo teatro ad aprire il corteo pucciniano è:
Il Teatro Comunale di Ferrara, intitolato a Claudio Abbado che qui ha vissuto un’intensa stagione musicale ad alto tasso culturale negli anni Novanta, ha scelto di inaugurare la sua stagione di Opera e Balletto 2023-2024 con un omaggio importante al centenario della morte di Giacomo Puccini.
Turandot di Puccini dalla Corea
Turandot di Puccini, l’ultimo modernissimo capolavoro rimasto incompiuto del genio lucchese, proprio perché stroncato dalla morte cui sperava di sfuggire con una arditissima e pesantemente invasiva operazione alla gola in quel di Bruxelles nel novembre del 1924, riappare sulla scena del Teatro ferrarese. Riappare alla grande con un allestimento che giunge dalla lontanissima Corea.
E’ una coproduzione Ferrara – Daegu Opera House e vede in scena il Coro Lirico Sinfonico di Parma e dell’Emilia Romagna (maestro del coro Andrea Bianchi) e il Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna.
Questa produzione può vantarsi davvero di essere assolutamente corretta politicamente infatti tutti i ruoli di questa favola ambientata nella Cina millenaria sono rigorosamente all’anagrafe orientali: Turandot è Lilla Lee, Calàf è interpretato da Yoon Byungkil, Liù da Kim Eunhye, Timur da Moon Seokhoon, Ping da Leo An, Pong da Choi Yosub, Pang da Park Sinhae, Mandarino da Juhyeon Kim e Altoum da Kim Juntae, la musica è invece affidata all’Orchestra Città di Ferrara, diretta da Marcello Mottadelli.
La regia è di Plamen Kartaloff. Con questa realizzazione il Teatro di Ferrara vuole ricominciare nuovamente a produrre realizzando anche collaborazioni di rilievo in Italia e all’estero.
Uno spettacolo sorprendente
Colpisce la dizione perfetta di tutti i cantanti. Tra tutti svettano Lilla Lee – Turandot, giovane dotatissimo soprano dal potente squillo e di notevole estensione e molto espressivo teatralmente, e il trio Ping, Pong, Pang dalle belle voci e dalle vivaci capacità sceniche. Bene anche il vecchio padre Timur, un voce da basso calda e intonata. La dolcissima Liù di Kin Eunhye emerge meno nel complesso, ma forse non è il ruolo che le si addice meglio. Calaf, il tenore che deve affrontare l’aria Nessun dorma. Aria diventata vessillo del melodramma nel mondo, ha mostrato qualche insicurezza. Bene la direzione colorita e stringente del maestro Mottadelli che ha un più che decennale rapporto musicale con la Corea.
L’allestimento coreano contenuto in quattro container ha impiegato quasi tre mesi per arrivare da Deagu a Ferrara. “Una sfida tutta tecnica è stata quella di adattare una scena imponente ideata per un palcoscenico moderno, la Deagu Opera House, in un teatro settecentesco come quello di Ferrara”.
La scena è occupata da una torre mozza, con scale e anfratti, che sale al cielo dove lassù nell’oscurità plumbea e fumigante occhieggia la luna e si affaccia intoccabile nella sua distanza astrale l’Imperatore. Molto belli i costumi dalle ricche vivacissime stoffe asiatiche e le ardite acconciature, vere e proprie sculture.
Il Teatro sempre gremito ha decretato il giusto successo all’impresa. Ora ci si aspetta che la collaborazione continui a dare frutti.
In homepage Foto Marco Caselli, Nirmal Teatro Comunale Ferrara
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